Osiglia. Sostenere i castagneti e le produzioni locali, piccole aziende del territorio che tutelano anche i boschi e l’entroterra, realizzando prodotti di qualità. Il richiamo arriva dai coltivatori di Osiglia, già protagonisti nei mesi scorsi di numerose battaglie per difendere i terreni e le coltivazioni dai continui attacchi della fauna selvatica, che stanno procurando danni ingenti e che mettono a rischio la tenuta di un tessuto agroforestale fondamentale per la nostra economia, già alle prese con le conseguenze degli effetti Covid.
“Noi continuiamo a lavorare nei nostri castagneti, pronti alla raccolta e a fornire ancora una volta un prodotto d’eccellenza e di qualità, ma chiediamo aiuto e sostegno alle istituzioni, fino ad ora sorde rispetto alle nostre problematiche e richieste” afferma il produttore Claudio Baruzzo, coordinatore dei coltivatori della zona e che proprio in risposta alla crisi parla anche di un nuovo marchio per le castagne, la “Gabbiana” di Osiglia, colta ed asseccata in modo tradizionale, con legna e buccia di castagne dell’anno precedente per creare l’aroma e la bontà naturale di un prodotto unico e speciale, fiore all’occhiello dei boschi della Val Bormida: “Auspichiamo un aiuto del Comune per poter al più presto depositare il marchio di questa speciale tipologia di castagna e avviare una promozione su questo prodotto, che sicuramente potrà creare un indotto positivo per tutto il nostro territorio: sappiamo che l’amministrazione comunale, con il supporto dei coltivatori, ci sta già lavorando”.
“Purtroppo si comincia a parlare di una nuova ondata Covid, con il nostro prezioso raccolto a rischio: sarebbe un danno da migliaia di euro per tante famiglie”.
“Le castagne e i nostri castagneti rappresentano un patrimonio territoriale ed economico, anche perché dalle nostre produzioni derivano altri prodotti gastronomici legati alle castagne, inoltre non bisogna dimenticare il richiamo del turismo legato alle tipicità locali. Si parla spesso di fiori, alberi da frutto, ma ci si dimentica dei castagneti, che necessitano di una cura e attenzione costante durante tutto l’anno per ottenere un prodotto di qualità”.
“Rappresento altri coltivatori e operatori agro-forestale di un vasto territorio, stiamo lavorando in maniera sinergica per partecipare a nuovi bandi, creare processi di unione tra piccole imprese locali, e crescere come aziende familiari: crediamo nei boschi, nelle zone rurali e nelle nostre produzioni, nel segno di uno sviluppo economico sostenibile”.
“Ora, come detto, anche per gli effetti del lockdown, anche noi subiamo le conseguenze della crisi: quindi chiediamo al mondo istituzionale tutele e aiuti, anche sul fronte dei collegamenti nel nostro comprensorio, penso a strade primarie e secondarie, ma non solo. E sulla fauna selvatica serve finalmente una soluzione definitiva per fermare incursioni e danni nei nostri terreni e castagneti” conclude.