Braccia aperte

Progetto Apri, Quiliano accoglie nuovi rifugiati

Prende ispirazione da quattro verbi pronunciati da papa Francesco in riferimento ai migranti: accogliere, proteggere, promuovere, integrare

profughi

Quiliano. Riparte a Quiliano il progetto “Rifugiato a casa mia” con una nuova forma, “Apri”, che prende ispirazione da quattro verbi pronunciati da papa Francesco in riferimento ai migranti: accogliere, proteggere, promuovere, integrare.

Il progetto si basa sull’accoglienza e l’integrazione ed è rivolto a presone già presenti sul territorio italiano che si trovano in situazione di vulnerabilità e bisogno. Nella nostra diocesi questa iniziativa, promossa da Caritasinmigrations, è stata nuovamente accolta dalla parrocchia Quiliano che, dal 19 giugno, ospita una famiglia composta da padre, madre e figlia e una donna accompagnati da due famiglie tutor che hanno già esperienza con le precedenti edizioni di “Rifugiato a casa mia”.

“L’obiettivo è quello di fornire alle persone gli strumenti necessari per riuscire a rendersi più autonomi, magari arrivare ad avere un appartamento in locazione oltre che una rete di contatti e relazioni umane con la comunità e il territorio – spiega a ‘Il Letimbro’ Samuela Toso, della Fondazione diocesana ComunitàServizi e responsabile del progetto – nelle scorse settimane è stata allestita la casa e sono state individuate due famiglie che accompagnano in modo più specifico le persone ospitate”.

Il progetto è finanziato dalla Cei e durerà sei mesi ed è rivolto ai più esclusi e vulnerabili, coloro con non rientrano nei progetti Siproimi e Cas.

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