Liguria. Il consigliere regionale Juri Michelucci (Italia Viva) ha presentato un’interrogazione in cui ha chiesto alla giunta un censimento, in collaborazione con i Comuni, per avere una panoramica regionale delle aziende che producono mascherine e dispositivi di sicurezza così da facilitare il congiungimento tra domanda e offerta delle stesse per il dopo emergenza Covid-19.
Michelucci ha ricordato di avere domandato al Presidente della Regione Giovanni Toti di avviare insieme ai Comuni un censimento delle attività produttive che hanno ottenuto l’autorizzazione a produrre mascherine da parte dell’Istituto superiore di Sanità o sono in via di ottenerla poiché sarà necessario produrre mascherine e dispositivi di sicurezza anche dopo l’allentamento delle misure di contenimento per evitare ulteriori contagi sui posti di lavoro.
L’assessore allo sviluppo economico Andrea Benveduti ha rilevato che il problema è stato superato e ha ripercorso le tappe ricordando che “il 1 aprile era stata istituita una cabina di regia con un gruppo di lavoro con soggetti qualificati per agevolare la riconversione delle imprese alla produzione di dispositivi di protezione individuale” e ha sottolineato la collaborazione di tutte le categorie produttive e delle associazioni per effettuare una mappatura delle aziende in grado di avviare la produzione sottolineando le iniziative di sostegno e di informazione da parte della Regione.
Benveduti ha ricordato che il 29 giugno è stato emanato un bando di un milione di euro a sostegno della riconversione e ha rilevato che “recentemente la domanda di dispositivi è calata”, ma ha assicurato comunque anche per il futuro il supporto dell’amministrazione regionale per la produzione di mascherine.
Lo stesso Juri Michelucci (Italia Viva) ha poi presentato un’interrogazione, sottoscritta dal collega del gruppo Valter Ferrando, in cui ha chiesto alla giunta se è nota l’originalità della certificazione CE sulle mascherine distribuite sul territorio ligure. Il consigliere ha ricordato che la Regione ha distribuito mascherine e che nei prossimi mesi altre saranno acquistate dai cittadini tuttavia, da quanto emerso dal servizio di Report su Rai3, alcune aziende avrebbero prodotto mascherine la cui certificazione sarebbe garantita da aziende non accreditate dall’Unione Europea e quindi potenzialmente dannose.
L’assessore alle infrastrutture Giacomo Giampedrone ha annunciato la consegna via mail di una dettagliata risposta tecnica.
E ancora Valter Ferrando (Italia Viva) ha presentato un’interrogazione, sottoscritta dal collega del gruppo Juri Michelucci, in cui ha chiesto alla giunta di fornire più mascherine protettive ai cittadini in questa fase di ritorno alle attività lavorative e all’utilizzo dei mezzi del trasporto pubblico. Il consigliere ha chiesto, inoltre, di fornire ai cittadini i dispositivi individuali di protezione e come si procederà per la loro distribuzione.
Secondo Ferrando, infatti, la Toscana sarebbe in grado di fornire gratuitamente ai residenti 30 mascherine di protezione al mese mentre la Liguria avrebbe fornito ai propri residenti – ha detto – un quantitativo nettamente inferiore.
L’assessore alla protezione civile Giacomo Giampedrone ha ricordato che la Regione nella fase dell’emergenza ha distribuito 5 milioni e 200 mila mascherine di cui 3 milioni e 500 mila sono state consegnate attraverso il servizio postale e la rete delle farmacie, le altre attraverso il tavolo concordato con l’assessore Benveduti. L’assessore ha sottolineato che tutti i dispositivi distribuiti erano certificate e che successivamente la Protezione civile nazionale ha fornito alla Liguria circa un milione e mezzo di mascherine non chirurgiche ma di comunità. “Le nostre forniture – ha aggiunto – hanno permesso di attraversare il periodo più stringente dell’emergenza in attesa che il governo definisse i costi calmierati dei dispositivi”.
Luca Garibaldi (Pd) ha presentato un’interrogazione in cui ha chiesto alla giunta di dotare ogni lavoratore digitale della regione dei dispositivi di sicurezza individuale. Il consigliere ha rilevato che relativamente ai nuovi lavoratori digitali, i cosiddetti “riders”, che adoperano un proprio mezzo di trasporto per effettuare le consegne a domicilio, già in passato sono emerse basse tutele di sicurezza. Secondo Garibaldi nell’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 la presenza dei riders per le strade è aumentata esponenzialmente.
L’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone ha spiegato: “Non sono ricomprese dal Dipartimento nazionale le forniture ai lavoratori autonomi quindi la Regione non è stata mai autorizzata a questo tipo di fornitura. Per questo motivo – ha concluso – non abbiamo potuto dare risposte a questa categoria di lavoratori”.