Lettera al direttore

Disservizi

Poste o INPS: qual è peggiore?

Un nostro lettore ci racconta il suo "calvario" burocratico

Ho richiesto copia di un certificato preparato da un medico INPS durante un controllo, mandato dal datore di lavoro e inserito nel sistema informatico INPS in cui si confermava la diagnosi. Ne ho fatto richiesta telefonicamente: da Roma mi hanno detto che non lo possono fare e mi hanno fornito il numero di un medico legale di Savona ma non ha risposto nessuno.

Allora ho contattato il medico del controllo, il quale mi ha detto che deve essere l’INPS a dare il certificato. Quindi ho fatto richiesta protocollata sul sito dell’INPS e mi è stata fornita l’email di una persona alla quale fare la richiesta direttamente. La persona non ha risposto, così ho sollecito l’INPS con un’altra comunicazione protocollata ma ho ricevuto una risposta senza messaggio.

Sono vittima altresì di un investimento ad alto rischio proposto da Poste Italiane nel 2005 e chiamato Fondo Europa Immobiliare 1: dopo anni il fondo ha perso quasi tutto il proprio valore, quindi Poste, presa da immensa generosità, mi ha proposto 5 anni di una polizza in cui l’aderente versa quanto rimasto delle quote. Poste ci mette un’altra parte e l’aderente rinuncia ad eventuali rimborsi delle proprie quote.

Fatta la polizza, mi sono accordato affinché il deposito titoli rimanesse aperto e avessi continuato a pagare imposte su importi e rimborsi successivi del fondo che ho trasferito in polizza. È venuto fuori che, essendo titolare del deposito e avendo ancora quote non negoziabili, devo pagare e non posso neppure chiudere il deposito. Ho provato a spiegare la situazione sia agli uffici locali sia a quello centrale ma mi hanno rimandato a Roma, che mi ha risponde in modo confuso e non esaustivo.

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