Analisi

Opere ferme, Ghiglia (Filcams Cgil): “Per il savonese nessuna risorsa e valutazione concreta”

"Condizioni di forte precarietà per i lavoratori, ritorno alla normalità previsto solo tra il 2022 e il 2023"

filcams genova

Provincia. “Sono ormai terminate o comunque prossime alla conclusione le 18 settimane complessive di ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga previste dai decreti emanati dal Governo e, tra la fine di maggio e giugno, per quanto riguarda il settore Turismo, si è assistito ad una ripresa delle attività in termini di forte gradualità”. A parlare, in una nota, è il segretario di Filcams CGIL Savona Cristiano Ghiglia.

“Il primo dato che si evidenzia – spiega Ghiglia – è che il comparto complessivamente fatica, stenta ancora ad uscire dalla situazione di difficoltà dei mesi precedenti e parte rilevante delle aziende prefigurano il perdurare per il biennio 2020/2021 di uno stato che può ormai essere considerato, a tutti gli effetti, di crisi ed un probabile ritorno a condizioni ante pandemia soltanto tra il 2022 e il 2023. Continuano a permanere ancora incertezze rispetto ad una seconda proroga, dopo il decreto ‘Rilancio’, degli ammortizzatori con causale Covid-19 e, in attesa di eventuali provvedimenti in tal senso da parte del Governo, si continuano a perdere posti di lavoro e le imprese hanno cautelativamente già cominciato a presentare istanze per l’accesso agli ammortizzatori ‘ordinari’ per ‘crisi’. Le associazioni datoriali negli ultimi quattro mesi, si sono mosse come di consueto, in ordine sparso e sulla base di iniziative estemporanee, non sono riuscite quindi ad elaborare e sostenere un impianto rivendicativo condiviso”.

“Un’impostazione in linea di massima assecondata dallo stesso Esecutivo, che generando spesso confusione anche rispetto al perimetro di riferimento del settore, non ha saputo contestualizzare lo stesso ‘Piano strategico del Turismo 2017-2022’ – prosegue il sindacalista -. Nostro obiettivo è quindi quello di tornare a dibattere su condizioni e prospettive della filiera turistica ed uscire dal piano della contingenza e della gestione emergenziale, ponendo quindi particolare attenzione alla situazione dei lavoratori, già ante Covid-19, in condizioni di forte precarietà. Per questo crediamo che anche a livello territoriale, diventi utile ragionare in maniera più coordinata sulle potenzialità turistiche inespresse della nostra provincia, per tentare di definire un piano di intervento coordinato, duraturo, efficace, che oggi non può non avere come cardine principale l’adeguamento e la costruzione delle infrastrutture necessarie, nell’immediato e nel medio lungo termine”

“In questi giorni il tema è tornato nuovamente al centro delle discussioni, alle criticità classiche come le code e a quelle di lungo periodo come il crollo del ponte Morandi, si sono aggiunte nell’ultimo gli innumerevoli cantieri autostradali e le difficoltà di spostamento via treno: il tutto rischia seriamente di creare un irrecuperabile danno di immagine che pagheremo nel futuro e questo non possiamo permettercelo – continua Ghiglia -. Il piano del Governo tenta di velocizzare opere ferme, ma per il savonese non risultano esserci risorse e valutazioni concrete.  Raddoppio ferroviario, Albenga Carcare Predosa, collegamenti mirati con gli scali aeroportuali di Nizza e Genova sono solo alcuni degli interventi infrastrutturali imprescindibili se vogliamo seriamente intercettare i flussi turistici stranieri anche nei mesi non estivi”.

“Perché se non si fa questo, rischia di essere vana la proposta di un’offerta turistica più ampia, destagionalizzata, non solo balneare, condizione comunque necessaria per fare realmente un salto di qualità e creare le condizioni affinché i rapporti di lavoro siano maggiori, più stabili e duraturi. La Filcams non intende sottrarsi ad una discussione articolata e complessa che dovrà tenere insieme, come mai in precedenza, problematiche eterogenee e parimenti rilevanti, a partire dai temi della salvaguardia occupazionale, della garanzia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, della qualità dell’occupazione, delle inevitabili riorganizzazioni, dell’inclusione ed, in termini più complessivi, della definizione di un nuovo modello di Turismo sostenibile anche per il nostro territorio” conclude.

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