Sentenza

Matrimoni combinati in cambio di permessi di soggiorno, una condanna a 2 anni e 2 mesi fotogallery

Nel novembre 2017 già 19 patteggiamenti e una condanna con rito abbreviato

Savona. Nell’ambito del processo che vedeva come imputata Khadija Nasser, titolare di un’agenzia d’affari e addirittura interprete per il Tribunale di Savona, indicata dalla Procura come organizzatrice di matrimoni combinati proprio per far ottenere permessi di soggiorno a soggetti extraunionisti irregolari, il Tribunale di Savona ha condannato la donna a 2 anni e 2 mesi di reclusione, a fronte di una richiesta da parte dell’accusa di 4 anni e 2 mesi.

I legali difensori della donna, Bobone, Bernazzoli e Robello De Filippis, hanno annunciato appello ad una sentenza che, “seppur più mite rispetto alle richieste della Procura, non può essere condivisibile per una totale estraneità della Nasser in ordine al ruolo della imputata” hanno detto, indicando nel corso del procedimento penale come la Nasser abbia svolto solo e solamente il ruolo professionale di mediatrice culturale senza percepire alcun profitto.

Secondo l’accusa proprio Khadija Nasser era una delle anime di questo business dei finti matrimoni, nell’ambito di un sodalizio che si muoveva tra Savona ed Albenga composto anche da Tarik Hamid e Hatim Elasraoui che, invece, pensavano alle spose e si occupavano dei loro pagamenti.

La vicenda risale al gennaio 2017, quando i carabinieri di Savona avevano scoperto un giro di nozze “finte” organizzate per far ottenere a cittadini extracomunitari un permesso di soggiorno. Nel novemre dello stesso anno diciannove persone avevano patteggiato la condanna, mentre una è stata condannata al termine del rito abbreviato.

Khadija Nasser aveva scelto di non patteggiare e neppure il rito abbreviato, volendo difendersi in Tribunale nelle udienze del processo penale.

Per tutti le accuse erano a vario titolo e in concorso di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina al falso per induzione. Nel mirino dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Savona erano finiti inizialmente dieci matrimoni, sette celebrati in Comune a Savona (il 19 marzo 2015, il 6 luglio 2015, il 27 gennaio 2016, il 9 aprile 2016, il 29 aprile 2016, il 26 gennaio 2016 e il 13 novembre 2016) e gli altri nei municipi di Varazze (il 31 agosto 2015), Cairo Montenotte (il 1° luglio 2016) e Casale Monferrato (il 23 settembre 2015). In un secondo momento gli inquirenti avevano scoperto almeno altri otto 8 matrimoni “fittizi” (a Savona, Albenga e Cairo Montenotte) celebrati fino al gennaio 2017.

I matrimoni secondo gli inquirenti erano così ben simulati che gli ufficiali di stato civile del Comune e gli operatori di polizia dell’ufficio immigrazione e stranieri della Questura (nel quale veniva depositato l’atto di matrimonio) erano stati ingannati e indotti in errore, come aveva rilevato il gip Francesco Meloni nella sua ordinanza. I coniugi (che prima delle nozze erano perfetti sconosciuti) arrivavano alla cerimonia solo dopo aver pagato cifre intorno agli 8-10 mila euro all’organizzazione ed effettuando il saldo della cifra pattuita solo dopo aver ottenuto il rilascio dei documenti di soggiorno definitivi.

L’operazione, battezzata “Nozze d’oro”, era sfociata in quindici misure cautelari (cinque in carcere e dieci agli arresti domiciliari) e in dieci denunce a piede libero. Cinque persone hanno scelto di affrontare il rito ordinario (il processo è attualmente in corso), mentre le altre venti avevano preferito appunto la via di un rito alternativo.

Debora Borrelli, una delle spose che si era prestata a celebrare un matrimonio falso, era stata condannata ad un anno di reclusione e 4000 euro di multa. Questo invece l’elenco delle persone che avevano patteggiato con le relative pene: Hamid Tarik tre anni e due mesi di reclusione (ed interdizione per cinque anni dai pubblici uffici); Said Assouli quattro anni di reclusione (ed interdizione per cinque anni dai pubblici uffici); Samira Naf due anni di reclusione con la sospensione condizionale; Manuela Ventimiglia un anno di reclusione e seimila euro di multa con la sospensione condizionale; Katia Grippa dieci mesi e 4 mila euro (pena sospesa); Eliana Pizzorno un anno di reclusione (pena sospesa); Marzia Siracusa un anno di reclusione (pena sospesa); Samuela Pesce nove mesi di reclusione e 4 mila euro multa (pena sospesa); Jennifer Maletta un anno di relcusione e seimila euro di multa (pena sospesa); Soufiane Kassidi un anno di reclusione con la sospensione condizionale; Luigi Accattatis un anno e sette mesi di reclusione e 4 mila euro multa; Giuseppina Ciceri un anno di reclusione con la sospensione condizionale; Lara Punta otto mesi di reclusione e 4 mila euro di multa (pena sospesa); Emiliano Mortara dieci mesi di reclusione e 4 mila euro (pena sospesa); Helga Napolitano dieci mesi e venti giorni di reclusione; Maria Nazzarena Abello Piccione un anno di reclusione con la sospensione condizionale; Mina Medkour dieci mesi di reclusione e 4 mila euro (pena sospesa); Sara Rapisarda dieci mesi di reclusione e 4 mila euro con pena sospesa; Alessandra Rubino otto mesi e 4 mila euro con pena sospesa.

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