Savona. Nuovo capitolo nella querelle tra l’Enpa di Savona e l’assessore regionale Stefano Mai sulla fauna selvatica. Dopo la rispsta di ieri dell’esponente della giunta in Regione, oggi la replica dell’associazione savonese
“Probabilmente innervosito dall’ultima brutta figura fatta davanti alla Corte Costituzionale, che ha annullato 5 articoli della sua legge antiparco, l’assessore regionale Mai non trova di meglio che prendersela con la Protezione Animali savonese, nella persona di chi, vice presidente e non presidente come scrive lui, fa volontariato da cinquant’anni”.
“Se lui avesse letto la posta certificata arrivata dall’Enpa all’assessorato regionale non scriverebbe che Enpa lamenta l’assenza di un centro di recupero della fauna selvatica, perché nella lettera c’erano i disegni costruttivi del centro che Enpa sta costruendo a proprie spese a Cadibona (nella foto il disegno d’insieme inviato); e non ribadirebbe che Enpa riceve sostanziosi contributi economici per il recupero della fauna selvatica, perché Enpa stessa lo ha già riconosciuto ed ha ringraziato ma ha anche spiegato che essi coprono meno del 30% delle spese sostenute e l’associazione, che è una onlus privata senza contributi statali, non riuscirà ad andare avanti, al ritmo attuale di oltre 3.000 animali selvatici recuperati e curati lo scorso anno”.
“Invece di accusare il prossimo di scrivere baggiane, controlli prima le sue e dia corso una volta per tutte alla semplice e chiara richiesta fattagli: organizzare urgentemente un servizio pubblico o privato convenzionato di recupero in tutta la regione della fauna selvatica ferita malata o in difficoltà, come hanno già fatto da tempo i suoi colleghi di altre regioni” conclude l’Enpa.