Dalla campagna ai centri

Cinghiali, Enpa: “Installare gabbie per cattura e uccisione. Pratica inutile, feroce e crudele”

"Meglio liberarli in campagna: dopo l'uccisione ne arrivano di solito altri e la storia ricomincia"

Cinghiale gabbia

Provincia. La protezione animali savonese ritiene “inutili e crudeli le ordinanze dei sindaci che, in presenza di cinghiali in città, oltre al giustissimo divieto di alimentarli, chiedono alla polizia regionale di installare gabbie per la loro cattura“.

“Gli animali che vi finiscono attirati dal cibo, secondo disposizioni regionali debbono essere uccisi con una fucilata a bruciapelo (a parte qualche femmina inviata ai campi di addestramento per cani da cinghiale) e ciò sicuramente turba pesantemente il personale addetto” considerano dalla protezione animali savonese.

La soluzione secondo l’Enpa: “Meglio trasferirli e liberarli in campagna (la legge proibisce giustamente l’immissione di soggetti d’allevamento ma si tratta invece di uno spostamento di un soggetto già presente in natura). Il cinghiale è infatti un animale molto intelligente e sociale, memorizza l’evento e quasi certamente non tornerà più in zona”.

Dopo l’uccisione dei catturati infatti ne arrivano di solito altri e la storia ricomincia, dimostrando che la feroce soluzione è inutile ed è l’ora di ascoltare l’Enpa. Noi da tempo predichiamo inascoltati che occorre costringere con ordinanza sindacale le locali squadre cacciatori (è solo loro la colpa della situazione, poiché negli anni 80 hanno liberato – e alimentato – nei boschi cinghiali e caprioli al fine di farli crescere numericamente e poterli poi cacciare) attraverso gli Ambiti di Caccia, ad effettuare periodiche e frequenti battute incruente, solo con cani a guinzaglio, per spingere ogni volta i cinghiali verso monte, finché non capiranno che la zona è per loro pericolosa”.

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