A rischio

Ciangherotti (FI): “Tutti i medici che si sono ammalati di Covid hanno diritto all’indennizzo dell’Inail”

"Non esistono professionisti di serie A e di serie B". Solo nel savonese 361 malati tra infermieri, medici, Oss e ausiliari

test sierologico covid

Albenga. “Medici, dentisti, farmacisti e tecnici sanitari (infermieri, terapisti, radiologi ecc.) che lavorano con regolare contratto in una struttura sanitaria pubblica o privata, se si sono ammalati di Covid, hanno diritto a un indennizzo dall’Inail che in caso di morte viene pagato ai familiari”. Lo afferma in una nota il consigliere comunale e provinciale di Forza Italia Eraldo Ciangherotti.

Le denunce presentate all’Inail tra gennaio e giugno per infortunio sul lavoro da Covid sono state 2.235, di cui 14 con esito mortale. Nella sola provincia di Savona si sono ammalati 111 uomini e 250 donne, 149 tra i 35 e i 49 anni, 152 tra i 50 e i 64 anni. Rispetto alla data di rilevazione del 31 maggio le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentate di 104 casi, gli eventi mortali di 4 casi. Circa l’87% delle denunce riguarda gli ospedali, le case di cura e di riposo. Le professionalità più colpite sono gli infermieri, i medici, Oss e ausiliari ospedalieri.

“Purtroppo però – afferma il consigliere che è anche medico dentista – c’è un incredibile differenza tra coloro che hanno lavorato in ospedale e quelli che invece assistono i pazienti in ambulatori esterni anche pubblici e non solo privati. Assurdo che venga fatta una distinzione tra medici e operatori sanitari di serie A e di serie B, almeno in Italia, davanti ai risarcimenti. Quelli che si sono ammalati di Covid in ospedale avranno diritto all’indennizzo, i dottori di famiglia no”.

Per Eraldo Ciangherotti, che ha voluto far emergere la situazione che si vive anche in Liguria, “si tratta di un’incredibile babele legislativa e assicurativa”. Tanti i medici che sono stati i contagiati dal Covid, Ciangherotti ricorda che “il lavoro dei medici di medicina generale, quelli di base, quelli di famiglia per intenderci, è un servizio pubblico in convenzione con il Servizio sanitario. Non possono rifiutarsi di visitare i pazienti e se si ammalano di Covid anche per loro si dovrebbe pensare a un infortunio sul lavoro. Stessa cosa per farmacisti, per dentisti e per tutti gli altri operatori sanitari che svolgono un’attività libero-professionale a contatto con il pubblico. Tutti questi di solito pagano volontariamente una polizza assicurativa che copre i danni da infortuni, con contributi tra i mille e i duemila euro l’anno. A differenza dell’Inail, però, le compagnie assicurative private escludono che il contagio possa essere considerato un infortunio e non coprono i danni. Lo fanno solo se l’assicurato ha stipulato una polizza specifica anche contro le malattie: una cosa molto rara perché in Italia c’è il Servizio sanitario nazionale già gratuito”.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.