Netto "no"

Bretella Albenga-Carcare-Predosa, i Verdi: “Dannosa e inutile per tutto il territorio. Possibile che Toti voglia ancora farla?”

Castellazzi: "Si presenterebbe inoltre il problema dei cantieri che 'occuperebbero' le valli per almeno 10 anni"

albenga-predosa tracciato

Albenga/Carcare. “Giusto mettere in evidenza il grande successo, in questi ultimi anni, del turismo outdoor e come questo abbia rappresentato per l’economia un flusso positivo in costante crescita. E’ un dovere preservare il contesto territoriale che consente questi risultati, ma non bisogna abbassare la guardia. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha affermato la pericolosità idraulica di gran parte del territorio savonese e ligure (quarta regione dove il dissesto idrogeologico è più attivo in Italia). Ma, nonostante ciò, il presidente Toti e i suoi sostenitori continuano a voler realizzare l’autostrada Albenga-Carcare-Predosa“.

A dichiararlo è il portavoce dei Verdi della provincia di Savona, Gabriello Castellazzi, che continua: “Poche settimane fa al ‘Tavolo di lavoro’ dell’Unione Industriali di Savona, il presidente della Regione Liguria, volendo mettere a sistema le indicazioni delle aspettative territoriali, accostava la necessità di ‘mettere in sicurezza in maniera strutturale il territorio’ con la ‘necessità di realizzare l’infrastruttura autostradale Albenga-Predosa’. Una palese contraddizione evidenziata dai dati sopra citati”.

La bretella autostradale (un progetto il cui costo di realizzazione ammonta a circa 3 miliardi di euro) – continua Castellazzi – andrebbe a devastare l’entroterra finalese, in particolare alcune aree protette di elevato interesse ambientale, a partire dal comune di Rialto, facendo aumentare notevolmente il rischio idraulico anche nei Comuni confinanti coinvolti dallo sventramento di rilievi e dalla distruzione di intere vallate attraversate dai numerosi viadotti (secondo un progetto peraltro non definitivo, che ha già visto diverse modifiche e in attesa di un obbligatorio dibattito pubblico, L.R.16/2/2016)”.

Continua il portavoce dei Verdi: “Il rischio è concreto perchè la fattibilità del progetto è ormai da molti anni nelle mani della società Algace (Albenga-Garessio-Ceva Spa) costituita l’11 maggio 1967, con proprio capitale sociale, da circa 50 enti pubblici (durata fino al 2065) e collegata Autofiori- Gruppo Gavio. Il prossimo bilancio ALGACE-Spa, che come ogni anno dal 1967 ne pubblica i dividendi, verrà presentato il 31/12/2020″.

Non solo gli ‘ambientalisti’ sono fieramente contrari a questa opera devastante, ma anche nel recente passato i Comuni di Giustenice-Rialto-Orco Feglino-CaliceLigure e Finale Ligure, alla presentazione del progetto hanno dichiarato (con delibere dei rispettivi consigli comunali) che ‘quest’opera non risolverebbe il problema dei trasporti e andrebbe invece a distruggere l’ambiente e l’economia dell’entroterra’” specifica Castellazzi.

“Non è questione di opinioni – prosegue – i Verdi prendono in considerazione i dati scientifici analizzati dal professor Willi Husler (ingegnere civile, docente universitario, specializzato in pianificazione e organizzazione dei trasporti, membro dell’Associazione professionale degli ingegneri dei trasporti Svizzeri) il quale si è dichiarato decisamente contrario a quella proposta di ‘bretella’ rilevando come la domanda di mobilità lungo la direttrice Ceva-Savona-Riviera di Ponente, negli ultimi 60 anni, sia stata soddisfatta potenziando solo il trasporto su gomma dimenticando le grandi opportunità di un corretto ed efficiente trasporto ferroviario”.

“Inoltre i cantieri dell’ autostrada ‘occuperebbero’ le valli per almeno 10 anni – ci tiene a dire Castellazzi – di conseguenza il turismo legato all’outdoor andrebbe altrove, forse si perderebbe per sempre e le numerose imprese ricettive (B&B, agriturismi, attività commerciali, ecc.) dovrebbero cessare le loro attività”.

“A questo punto è evidente che se si vuole puntare con maggiore impegno e determinazione sull’outdoor, non si può al contempo decidere di distruggere le vallate dei torrenti Pora e Aquila e della valle di Giustenice: tutti luoghi d’elezione per la pratica delle discipline sportive (mountain-bike, arrampicata, trekking, ecc.) – conclude Gabriello Castellazzi – Sempre secondo il professor Husler, tutto ciò per avere un risparmio di soli 13 chilometri sull’attuale percorrenza senza risolvere nulla (i picchi di traffico resteranno invariati in quanto costruendo un’altra autostrada arriverebbero più macchine che, come sempre, andrebbero via la domenica sera o il lunedì mattina). I turisti, non solo quelli stranieri, sceglierebbero volentieri le linee ferroviarie se solo ci fosse un servizio di treni adeguato sui collegamenti tra Piemonte e Liguria” .

 

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