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Savona, la maggioranza va sotto sulla Tari: approvata un’ulteriore dilazione delle rate

I consiglieri Martino, Rossi e Karunaratne hanno votato a favore degli emendamenti delle minoranze. Ok anche alla riapertura dei termini per la presentazione dell'Isee

palazzo sisto comune

Savona. La dilazione delle rate della Tari 2020, la riapertura dei termini per la presentazione dell’Isee e anche un po’ di tensione tra le fila delle maggioranza, finita “sotto” a causa del voto inaspettatamente opposto di tre suoi rappresentanti. Sono questi i tre elementi principali emersi dalla riunione del consiglio comunale di Savona tenutasi questo pomeriggio. Tra i punti all’ordine del giorno c’era proprio la discussione riguardante l’imposta sui rifiuti, che doveva essere approvata già lo scorso 11 giugno ma la cui discussione è stata rinviata alla giornata di oggi.

I temi sul tavolo, come detto, erano principalmente due: le tariffe e le relative scadenze (rimaste identiche al 2019 nonostante il lockdown) e il ripristino delle esenzioni per le famiglie sotto una certa soglia Isee (nella pratica stoppata l’11 giugno erano assenti). Due punti che l’assessore al bilancio Silvano Montaldo aveva spiegato a suo tempo con l’impossibilità di applicare già ora eventuali agevolazioni o riduzioni ai commercianti (verrebbero invece applicate a conguaglio nel 2021) e un bonus sociale introdotto a livello nazionale (ma non attuato). Nei giorni scorsi il sindaco Ilaria Caprioglio aveva annunciato, rispetto alla composizione della pratica di venti giorni fa, due modifiche sostanziali: il rinvio “de facto” della prima rata e il ripristino delle esenzioni per le fasce deboli.

Anche a seguito delle varie proposte giunte dai gruppi di minoranza, che hanno chiesto di rivedere la cadenza delle rate, quest’oggi Silvano Montaldo ha presentato quindi una nuova versione del documento, frutto “di discussione con le associazioni. Per quanto riguarda le esenzioni Isee viene semplicemente ristabilito il criterio presente nel precedente regolamento, già modificato alla fine del mese di aprile. I 1.500 contribuenti che hanno presentato regolarmente domanda hanno diritto all’esenzione ed è già stata applicata dagli uffici. Anche le modalità di rateazione sono state pensate per non aggravare il contribuente di richieste particolari, stranezze o modulistica. La proposta vede per tutti una prima scrematura della scadenza del 30 giugno, dando la possibilità di prorogare al 31 luglio senza l’applicazione di sanzioni”.

Per le attività soggette a chiusura invece la proposta prevedeva tre rate a ottobre, novembre e dicembre; per chi è in difficoltà e deve pagare più di 900 euro sarebbe stato possibile, dopo la prima rata, pagare la seconda e terza rata a gennaio e aprile 2021 utilizzando i bollettini già in possesso. “L’intendimento – ha proseguito Montaldo – non deve essere quello di attendere che il contribuente abbia difficoltà a pagare e sanzionarlo, bensì venire incontro alle esigenze: per questo non escludo che, in base a come andrà la ripresa, non si possa intervenire in corsa per posticipare ulteriormente le rate. Ma ora era importante ‘stabilizzare’ il tema della Tari perché si stava creando un po’ troppa confusione. Con questa proposta spostiamo i pagamenti a fine anno o addirittura nel 2021, senza dover far fare domande a nessuno né dover emettere nuova modulistica o nuovi bollettini”. In realtà, dopo il voto di oggi, le rate per le utenze domestiche saranno 4 (ottobre, dicembre, febbraio e aprile) come previsto dal secondo emendamento presentato dal M5S e incredibilmente approvato nonostante la maggioranza fosse contraria (decisive le prese di posizione di Martino, Karunaratne e Rossi, come spieghiamo più avanti).

Il consigliere del M5S Manuel Meles ha presentato infatti tre emendamenti: due (alternativi tra loro) proponevano la riformulazione delle rate, il terzo (approvato) di rinviare il termine per la presentazione della documentazione per ottenere le esenzioni. “La vicenda Tari è stata affrontata dal Comune di Savona in maniera contraddittoria e irrazionale – ha detto il pentastellato – Parlare di pasticcio non è del tutto ingeneroso. Se ci fossimo concentrati per tempo sul prevenire questa situazione ora non saremmo qui a cercare di corsa di sanare questa situazione. La modifica regolamentare di oggi è un passo, ma tardivo: se per ipotesi la seduta di oggi fosse saltata ci saremmo trovati di fronte a problemi ben più gravi”.

Ma l’attacco più forte è giunto, curiosamente, proprio dai banchi della maggioranza e in particolare da Emiliano Martino: “Vorrei fare un ragionamento più ampio e andare oltre la parte puramente contabile e ragionieristica di questa situazione. Mi chiedo e vi chiedo: se la norma prevede che il costo del servizio di raccolta rifiuti debba corrispondere a quanto pagato dai cittadini, bisogna capire quanto effettivamente stiamo pagando questo servizio e se è effettivamente erogato nella sua completezza oppure no. Io non darò questa risposta ma ognuno di noi, se vive o lavora a Savona o anche solo transita qui, la conosce. Nel momento in cui non ricevo un servizio completo non devo pagare il 100 per cento di quanto previsto. Soltanto con questa verifica, che avrebbe dovuto essere svolta da anni, la tassa sui rifiuti avrebbe dovuto avere una incidenza decisamente inferiore sulle utenze, domestiche e non”.

“Già questa riflessione dovrebbe risolverci il problema, non dovremmo fare nessuna variazione: semplicemente non abbiamo ricevuto un servizio completo e quindi i cittadini non possono e non devono pagare per un servizio che continuano a non ricevere. Il perchè non credo sia importante in questo momento, ma credo in cuor mio e vedendo la città che il programma mai sia stato rispettato… Non credo di avere l’anello al naso e la sveglia al collo. E poi mi chiedo se la politica deve essere pro o contro i cittadini. Io mi sento di dover necessariamente lavorare, in qualità di consigliere comunale, a favore dei cittadini: ed oggi, in coscienza, non so se abbiamo fatto proprio tutto quello che potevamo fare per andare incontro alle loro esigenze”.

“Ma mi chiedo anche se il consiglio comunale è sovrano sulle decisioni oppure no: se lo è, non mi spiego come sia possibile che i cittadini abbiano ricevuto dei bollettini prima dell’approvazione del consiglio. Questo lo trovo arrogante e irrispettoso nei confronti del consiglio, è stato un gesto che poteva essere risparmiato. Anche perchè siamo la consigliatura, credo, che nella storia, a partire dal referendum tra repubblica e monarchia, ha lavorato meno in assoluto. Ci sono dei tempi tra un consiglio e l’altro o tra le commissioni che avrebbero consentito di fare tutto quello che era necessario. E invece tutte le volte si arriva sempre all’ultimo, con la scusa che non c’è tempo e non si riesce a fare si è costretti a votare qualcosa che è già fatto, su cui non si può intervenire. E’ una cosa che ho più e più volte fatto presente ma senza esito”.

“Nel caso specifico della Tari, per aziende e negozi che hanno chiuso il punto non è la dilazione: non hanno prodotto la spazzatura che gli chiediamo di pagare. Come è possibile continuare ad essere così miopi? Almeno andrebbe rivisto il sistema di calcolo perchè non hanno prodotto quella spazzatura, e il servizio non è stato fruito. Credo che una volta per tutte, soprattutto in questo periodo di crisi, la politica debba essere necessariamente dalla parte del cittadino. Ognuno di noi credo abbia una coscienza, voglia potersi guardare allo specchio tutte le mattine e dire che in cuor suo ha fatto tutto il possibile per aiutare dei concittadini che in questo momento stanno soffrendo molto”.

Montaldo ha voluto rispondere direttamente a Martino: “Ho sentito parlare di responsabilità, di sovranità del consiglio comunale. Credo che la delibera di oggi sia proprio l’esempio di ciò di cui stiamo parlando. Già il 30 aprile, preoccupandoci dei possibili effetti del Covid, avevamo inserito una norma transitoria per prevedere delle dilazioni. Nei due mesi successivi abbiamo verificato che c’erano condizioni diverse e stiamo correndo ai ripari: e l’abbiamo fatto confrontandoci con le associazioni di categoria, senza nulla togliere al consiglio comunale. Ribadisco che in futuro, se ci fosse necessità, c’è la disponibilità a tornare in consiglio comunale per ritoccare qualcosa”.

Alla fine si è arrivati al voto, che ha visto l’approvazione di due dei tre emendamenti proposti dalla minoranza. Ma se per il terzo (quello per la proroga dei termini per la presentazione dell’Isee) non si tratta di una sorpresa (già nella discussione diversi membri della maggioranza avevano annunciato il proprio voto favorevole), l’approvazione del primo emendamento (che rimodula la rateazione in 4 rate) è invece un segnale politico forte. E’ stato votato grazie ai voti favorevoli di due membri della maggioranza, Emiliano Martino e Susanna Karunaratne, e all’astensione di Rossi e Saccone. In un primo momento, in realtà, il primo emendamento per un errore nel conteggio è stato dichiarato respinto: a quel punto si è votato per il secondo (che proponeva sempre 4 rate ma riservate a chi paga più di 500 euro totali) e Silvio Rossi ha deciso di dare un segnale a sua volta passando dall’astensione al voto favorevole. Il successivo riconteggio ha portato all’approvazione del primo emendamento e, di conseguenza, alla “decadenza” del secondo.

Martino e Karunaratne (ma “virtualmente” anche Rossi), in sostanza, schierandosi apertamente contro la propria maggioranza (e quindi contro la decisione dell’assessore Montaldo e il parere degli uffici), hanno aiutato la minoranza a far approvare una diversa calendarizzazione delle rate per le utenze non domestiche.

Se sia più agevole o no, solo il futuro potrà dirlo. La proposta di Montaldo infatti prevedeva tre rate: ottobre, novembre e dicembre 2020 per chi pagava meno di 900 euro, che diventavano ottobre, gennaio e aprile 2021 per chi pagava di più. Ora invece saranno per tutti 4: ottobre, dicembre, gennaio e aprile. Ci sarà chi insomma grazie a questa rateazione avrà maggior respiro ma anche chi, paradossalmente, si troverà a pagare entro fine 2020 più di quanto avrebbe pagato con la “vecchia” proposta.

Nel punto successivo nuova vittoria delle minoranze, sempre grazie ai “transfughi” della maggioranza: è stata approvata una riduzione del 25% sull’importo totale (la copertura a bilancio, però, andrà individuata successivamente). A questo punto, però, cambiano sia le rate che gli importi: non è chiaro se il Comune manderà nuovi bollettini o se bisognerà procedere a un ricalcolo online in autonomia. In ogni caso il rischio caos è dietro l’angolo, con utenti che potrebbero pagare importi vecchi prima di venire a sapere delle novità.

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