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Savona, stop alle tariffe Tari: 19 giorni per capire se si potranno applicare aiuti e esenzioni

Il consiglio comunale dovrà nuovamente riunirsi entro il 30 giugno, in attesa di chiarimenti da Arera

comune savona

Savona. “Sono il pirla di turno che deve leggere aria fritta e trovare soluzioni”. A dirlo è Silvano Montaldo, assessore al Bilancio del Comune di Savona, nell’accettare di rinviare la pratica relativa alle tariffe Tari per il 2020. Un rinvio che arriva dopo giorni di polemiche a 360 gradi sulle tariffe (rimaste identiche al 2019 nonostante il lockdown) e sull’eliminazione delle esenzioni per le famiglie sotto una certa soglia ISEE.

Due decisioni che Montaldo aveva spiegato a suo tempo con l’impossibilità di applicare già ora eventuali agevolazioni o riduzioni ai commercianti (verrebbero invece applicate a conguaglio nel 2021) e un bonus sociale introdotto a livello nazionale (che però non è ancora attuativo). Su quest’ultimo punto “c’è un pasticcio grosso come una casa – ha spiegato Montaldo oggi in consiglio – la legge dice che Arera stabilirà autonomamente i criteri per il bonus sociale, il provvedimento governativo avrebbe dovuto uscire entro il 7 maggio. Si sperava che il legislatore intervenisse prima della scadenza della prima rata della Tari 2020, ma non è accaduto. Ora dobbiamo capire cosa fare”.

“Sarà mia premura portare in consiglio comunale la modifica dei regolamenti, perchè quella attuale è solo una presa d’atto di tariffe provvisorie – ha chiarito – starà poi al consiglio sopperire alle mancanze di un provvedimento governativo. Arera dice che nel frattempo i Comuni possono intervenire? Lo sapevo anche io, ma servono le coperture e indicazioni. Comunque oggi mi è arrivata la richiesta di soprassedere in attesa di ulteriori sviluppi. Sono quindi aperto a qualsiasi soluzione, a patto ovviamente che venga poi convocato un nuovo consiglio entro il 30 giugno”.

Sono seguiti una serie di interventi da parte di diversi consiglieri (Matteo Venturino, Alessandro Venturelli, Elisa Di Padova, Manuel Meles, Simona Saccone, Francesco Versace, Marco Ravera, Alberto Marabotto): una lunga discussione dove la maggioranza si è concentrata sulla necessità di non fare “promesse” di riduzioni o aiuti senza avere le necessarie coperture economiche e normative, mentre la minoranza ha puntato il dito sui tempi e sul fatto che l’amministrazione non avrebbe dato ascolto alle proposte degli altri schieramenti nelle scorse settimane riducendosi ora a dover ridiscutere tutto a 19 giorni dalla prima rata e con gli avvisi di pagamento già inviati.

“Dire che non abbiamo accettato delle mozioni è sbagliato – si è difeso Montaldo – abbiamo solo detto che prendevamo atto di un provvedimento in attesa di capire come poterlo attuare. Nella delibera che doveva essere oggi in approvazione si diceva già che la quota variabile per le attività economiche chiuse sarebbe stata ridotta in base a quanto stabilito da Arera. Per quanto riguarda la parte sociale, quando abbiamo modificato il regolamento il 30 aprile non avevano ancora la comunicazione di Arera che diceva di fatto ai Comuni di arrangiarsi. Il regolatore nel provvedimento dice che è opportuno rinviare l’individuazione delle realtà in disagio economico: questa è ‘aria fritta’. Chi deve governare poi deve leggere queste cose e trovare soluzioni… quando un ente mi dice ‘le risorse poi le troveremo’ concordo di essere il pirla di turno. Dovremo trovare le risorse: dove io non lo so”.

Alla fine si è deciso di comune accordo di rinviare l’approvazione delle tariffe a un prossimo consiglio (che però dovrà, appunto, avere luogo entro fine mese) in modo da capire se nei prossimi giorni arriveranno gli opportuni chiarimenti e ci sarà modo di applicare già da subito agevolazioni o riduzioni per le famiglie in difficoltà e chi è stato colpito economicamente dall’emergenza Covid-19. “So che qualcuno proporrà di non avere un equilibrio di bilancio: io mi auguro che ce lo consentano, sarei disposto anche a quello. L’importante è che non mi diciate di presentarvi degli atti illegittimi, perchè non voglio mettere nei guai né noi né me – ha concluso l’assessore – Sicuramente dovremo fare degli atti di coraggio, ma dovremo ridiscuterne davanti al regolamento“.

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