Da rifare

Reddito energetico regionale, Melis (M5S): “Sprecata l’ennesima grande occasione di sviluppo”

"La maggioranza di fatto non intende impegnarsi per ridurre le fonti fossili e inquinanti"

Andrea Melis

Regione. “La proposta di legge del M5S, a mia prima firma e nota come ‘Istituzione del reddito energetico regionale’ aveva tre obiettivi: ridurre le emissioni gas serra grazie alla diffusione di fonti energetiche alternative; abbattere i costi delle bollette dei beneficiari, con particolare attenzione ai soggetti più in difficoltà; rendere autonomo o quasi il sistema di finanziamento della norma attraverso la vendita dell’energia autoprodotta, il cui ricavo sarebbe dovuto andare a Regione che avrebbe potuto mettere a disposizione ulteriori fondi per ulteriori impianti”, dichiara il consigliere regionale del M5S Andrea Melis commentando il voto in Aula nell’odierno consiglio regionale.

“Abbiamo voluto porre all’attenzione del consiglio un provvedimento pienamente in linea con gli indirizzi e gli obiettivi del Piano energetico ambientale regionale, della strategia nazionale e delle linee programmatiche dell’Unione Europea in termini di sviluppo sostenibile. Nonostante ciò, constatiamo che la cultura delle rinnovabili non è tra le priorità della Giunta: il parere negativo con cui è stata accolta già dalla Commissione competente, pur avendo votato favorevolmente gli articoli di merito, ci preoccupa per ragioni di metodo e di merito”.

“Nel novembre 2019, avevamo avviato l’intero iter nei tempi e nei modi corretti con un testo che aveva tutti gli elementi perché si valutasse non solo lo spirito dell’iniziativa, ma anche l’impegno economico necessario. E infatti una legge di questo genere presuppone un sostegno economico con risorse proprie perché sia credibile; risorse sulle quali riteniamo vi potesse essere margine di discussione, consapevoli che potesse essere avviata anche in forma sperimentale con una dotazione finanziaria iniziale differente da quella stessa da noi proposta. L’efficacia nel suo complesso sarebbe stata ridotta, ma quantomeno misurabile la funzione e il procedimento nell’ottica di migliorarlo”.

“Oggi, l’attenzione del centrodestra alle reali necessità dei cittadini e alle istanze sempre più urgenti in materia di ambiente e sostenibilità fanno una fine ingloriosa: non solo è stata respinta la proposta, ma nulla ci è stato posto come alternativa, come emendamento o come elemento concreto di dibattito. Siamo costretti a fotografare l’indirizzo politico di questa maggioranza, che non ha fra le sue priorità la riduzione delle fonti fossili e inquinanti a favore delle energie alternative”.

“Questo rimarrà agli atti, perché la misura di un’azione politica è la capacità di investire risorse per raggiungere l’obiettivo, ma risorse proprie in primis: per ridurre le emissioni, i fondi UE hanno già delle destinazioni previste per obiettivi. Si trattava quindi di aumentare la potenza di fuoco con ulteriori risorse a bilancio, che quando si palesano sono chiaramente figlie di una volontà politica chiara. Che in Liguria, con questa maggioranza, non c’è”.

“Spiace che non sia andata a buon fine una grande occasione di sviluppo: questa proposta meritava più attenzione sia nell’ottica dell’autoconsumo con sensibili vantaggi economici per le famiglie, sia dal punto di vista del contrasto alle emissioni inquinanti”, conclude Melis.

Il Consiglio regionale, quindi, ha respinto con 12 voti a favore (minoranza) e 18 contrari (maggioranza e gruppo misto) la Proposta di legge 267 “Istituzione del Reddito energetico regionale” (Andrea Melis Alice Salvatore, Fabio Tosi, Marco De Ferrari).

Il provvedimento prevedeva un sovvenzionamento a copertura dell’acquisto e dell’installazione di impianti fotovoltaici da parte di soggetti privati, individuati tra quelli in condizioni di ridotte capacità economiche, con il solo onere degli interventi di manutenzione ed eventuale disinstallazione. Il provvedimento definiva le modalità di funzionamento di questo meccanismo, che si basa sull’attivazione del servizio di scambio, sul posto, dell’energia elettrica prodotta dagli impianti, ne consente l’autoconsumo gratuito da parte dei cittadini, e prevede l’immissione in rete dell’energia non utilizzata con attribuzione alla Regione del diritto di percepire dal cosiddetto Gestore dei Servizi Energetici S.p.A.il connesso contributo in conto scambio. La proposta di legge stabiliva che i proventi della vendita in rete di energia, prodotta in eccesso, fossero vincolati al rifinanziamento della stessa legge da parte della Regione, la cui dotazione iniziale sarebbe ammontata a 200 mila euro. La diffusione di impianti fotovoltaici con questo approccio, secondo i proponenti, tendeva a produrre in modo crescente una entrata nelle casse regionali dovuta proprio alla vendita di energia in rete dei singoli impianti, che sarebbe stata utilizzata per rialimentare il fondo.

Andrea Melis (Mov5Stelle), come detto, ha illustrato la proposta di legge rilevandone i vantaggi per l’utenza, sotto il profilo ambientale e per le finanze regionali, e ha sottolineato che il provvedimento è, fra l’altro, in linea con gli obbiettivi e gli indirizzi del Piano Energetico Ambientale Regionale che peraltro – ha sottolineato –  “è da tempo superato”. Melis ha accusato la giunta di non essere stata negli ultimi 5 anni incisiva nella programmazione energetica regionale.

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