Albenga-Cairo Montenotte. “In sostanza, secondo i giudici del Tar della Liguria, il nostro territorio e le strutture sanitarie non sarebbero abbastanza attrattive per i pazienti che provengono da Piemonte e Lombardia e quindi l’offerta dei privati, che hanno vinto la gara per la gestione degli ospedali di Albenga e Cairo Montenotte, non sarebbe congrua e sostenibile, ma sovrastimata”. Lo ha dichiarato oggi il vice capogruppo regionale della Lega Paolo Ardenti a seguito delle motivazioni della sentenza con cui il Tar ha accolto il ricorso contro l’aggiudicazione all’Istituto Galeazzi di Milano della gara per le strutture ospedaliere del ponente ligure, tra le quali figurano anche l’ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga ed il San Giuseppe di Cairo.
“Tra le motivazioni del collegio giudicante – ha spiegato Ardenti – i magistrati liguri hanno infatti dipinto un quadro piuttosto negativo del nostro territorio, sostenendo, tra le altre cose, che ‘le comunicazioni tra basso Piemonte e Liguria, in particolare dalle province di Alessandria e Asti, siano meno facili che tra quest’ultimo e Milano; metropoli che offre peraltro, evidentemente, migliori attrattive anche in favore di eventuali parenti e visitatori’. Fermo restando che in Liguria c’è senz’altro sole, mare e meno inquinamento tutto l’anno, per cui moltissimi piemontesi e lombardi affollano la nostra regione anche durante la stagione invernale trovando tutti i servizi di ottimo livello, non si capisce su quali basi reali e concrete i giudici liguri hanno inoltre affermato che ‘il polo milanese può contare su expertise, strutture e personale incomparabilmente più attrattivi di quelle liguri’. In ogni caso, con siffatte motivazioni, i giudici liguri hanno praticamente detto alle aziende che vogliono investire nel ponente ligure che non è il territorio giusto su cui investire”.
“Non si tratta, quindi, soltanto di una sentenza del tutto discutibile, ma di un precedente che potrebbe arrecare danni al nostro territorio anche in futuro. Infatti, per il rilancio della Liguria occorrono investimenti pubblici e privati. Pertanto, alla luce di tali motivazioni, è doveroso, ancorché opportuno, ribellarsi presentando ricorso al Consiglio di Stato. Inoltre, lascio ai cittadini liguri, in particolare del ponente, valutare se si riconoscono nella descrizione fatta nelle motivazioni dei giudici, che appaiono non soltanto uno schiaffo alle ambizioni di sviluppo del nostro territorio, ma anche offensive della storica capacità attrattiva della Liguria”.
Nella sentenza, tuttavia, il Tribunale Amministrativo Regionale nota che parte dei ricavi preventivati dall’Istituto Galeazzi (cioè 4 milioni e 937 mila euro) è generata dal trasferimento in Liguria dei pazienti piemontesi che di solito si rivolgono alle strutture della Lombardia. Questi, in particolare, generano ricavi accertati per 3 milioni e 177 mila euro. Per il Tar, per raggiungere la cifra preventivata (quasi 5 milioni di euro) occorrerebbe effettuare “non solo l’integrale trasferimento dei pazienti provenienti dal basso Piemonte alle strutture di Cairo Montenotte e Albenga ma anche l’aumento dei ricavi provenienti dai pazienti piemontesi per oltre un milione e mezzo di euro”. Inoltre “negli anni successivi al primo, il dato inserito nel business plan eguaglierebbe i ricavi provenienti dalla totalità dei pazienti piemontesi. Si tratta di previsioni all’evidenza sovrastimate, in assenza di elementi tali da lasciare supporre tale rilevantissimo incremento”.
Insomma, secondo il Tar della Liguria anche volendo trasferire in Liguria tutti i pazienti piemontesi presenti nelle strutture della Lombardia e quindi svuotando gli altri centri gestiti dall’Istituto Galeazzi, per raggiungere la cifra preventivata nel business plan mancherebbe comunque un milione e mezzo di euro.
Se a questo aggiungiamo le difficoltà di spostamento tra liguria e Piemonte ricordate anche dal consigliere Ardenti, appare difficile ipotizzare che (al netto di un clima ligure certamente più favorevole di quello delle regioni del nord) gli ospedali della nostra regione possano eguagliare e addirittura surclassare le presenze rilevate nei centri lombardi e quindi rendere “realistico” il gettito economico preventivato dal Galeazzi. Al contrario, secondo i giudici, è lecito supporre che i pazienti scelgano di aggirare queste difficoltà logistiche rivolgendosi proprio ai centri delle loro regioni (o comunque più vicini e facilmente raggiungibili) anziché quelli della Liguria.