Protesta

Mense scolastiche, ordine del giorno in Consiglio regionale: “Integrazione salariale e cassa in deroga” fotogallery

Nel documento sottoscritto dai consiglieri regionali: rimodulazione dei Fondi comunitari per trovare le risorse

Liguria. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna la giunta a richiedere al Governo la prosecuzione del Fis (Fondo di integrazione salariale) e della cassa in deroga per le lavoratrici e i lavoratori delle mense scolastiche universitarie e degli operatori scolastici fino al mese di settembre.

Nel documento si richiede di ottenere lo sblocco dei 15 milioni del 2016 giacenti nel bilancio regionale per la cassa integrazione in deroga, a procedere con la riprogrammazione e rimodulazione dei Fondi comunitari, in particolare del Fondo Sociale europeo, per utilizzare una quota di risorse tale da garantire un effettivo sostegno economico al comparto durante la sospensione dei mesi estivi.

Nel medesimo documento si ricorda che i lavoratori coinvolti in Liguria sono circa 3 mila, oltre 500 nel savonese contando anche gli addetti alle pulizie nel settore aziendale, quest’ultimi uniti nella protesta congiunta che questa mattina ha visto un nuovo presidio davanti al palazzo della Regione. La manifestazione è stata indetta dalla Filcams a livello nazionale per la giornata di domani, ma il fatto che il 24 giugno sia per Genova la festa del santo Patrono ha portato ad anticipare di un giorno la protesta. A Savona, invece, questa mattina incontro tra sindacati di categoria e prefetto per sollecitare misure urgenti a sostegno del reddito di lavoratrici e lavoratori, oltre ad avere una prospettiva in vista della riapertura delle scuole.

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“Le lavoratrici e i lavoratori delle mense delle pulizie scolastiche hanno terminato la copertura dell’ammortizzatore sociale (FIS) con causale emergenza COVID-19, in molti sono rimasti senza reddito per 3 mesi per responsabilità delle numerose imprese che non hanno anticipato l’Assegno Ordinario e per il grave ritardo nella liquidazione dell’indennità da parte dell’Inps” spiega la Filcams.

Come ogni anno questi lavoratori “vedranno sospesi i loro contratti a giugno, con la fine dell’anno scolastico, rimanendo per questi mesi senza retribuzione, senza ammortizzatori e senza possibilità di ricercare una nuova temporanea occupazione preclusa dagli effetti della crisi in atto”. E soprattutto senza una prospettiva certa rispetto ai tempi e alle modalità di ripresa dei servizi per l’anno scolastico 2020/2021.

I lavoratori chiedono di prorogare, di almeno 27 settimane, gli ammortizzatori con causale “Covid-19”; la ripresa dell’anno scolastico a settembre, in presenza e in sicurezza per tutti, prevedendo il mantenimento del servizio mensa. Tra le richieste anche l’accesso agli ammortizzatori sociali ordinari senza condizioni rispetto al committente per le imprese e i lavoratori delle mense e delle pulizie “aziendali”. Infine una riforma degli ammortizzatori sociali per non discriminare i lavoratori in appalto e dare risposte strutturali per i lavoratori part time ciclici; misure di sostegno economico straordinarie per affrontare l’emergenza.

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