Vado Ligure. Ha ucciso il suo gatto schiacciandolo più volte tra le ante del portone, ripetutamente, per “punirlo” di averlo graffiato. Il fatto è accaduto il 13 giugno scorso a Vado Ligure, in via Diaz. Una scena raccapricciante a cui hanno assistito anche alcuni passanti che hanno subito chiamato le forze dell’ordine.
Alla polizia locale l’uomo avrebbe raccontato che l’animale lo ha più volte graffiato facendolo andare su tutte le furie. Inutili invece i tentativi di salvare il gatto. L’animale è deceduto nonostante le cure del veterinario.
Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani: “Questo weekend siamo scesi in piazza per tutelare i diritti degli animali proprio perché i reati contro di loro e le uccisioni, sempre più cruente, aumentano in maniera costante. Oggi ci ritroviamo a denunciare, tramite i nostri legali, il milionesimo caso di omicidio. Il massacro del gattino di Vado Ligure non è altro che questo”.
“Le leggi, già di per sé inique, vengono troppo spesso disattese e i colpevoli restano impuniti come se le vite degli animali non avessero valore – continua Caporale – Anche per questo motivo per il giorno 18/06/2020 abbiamo organizzato, insieme ad altre associazioni animaliste, un’ulteriore manifestazione a Roma denominata”.
“Gli animali non sono vite di serie B e per opporci alla perdurante indifferenza delle istituzioni nei confronti dei nostri Fratelli Animali; nel caso specifico di quelle capitoline che non hanno rispettato nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale. Fino a che non ci sarà giustizia non avremo mai pace” conclude.
“Il terribile gesto è stato consumato davanti a testimoni e al figlio del killer, che lo pregava di fermarsi. Il mio pensiero va al povero gatto e al ragazzo, che ha visto il proprio padre trasformarsi in un mostro assassino. LNDC denuncia e torna a chiedere pene più severe e percorsi formativi sul rispetto degli animali”. Così afferma Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection.
A seguito, infatti, dell’episodio di violenza brutale LNDC ha sporto denuncia per uccisione di animale ai sensi dell’articolo 544-bis del Codice Penale. “Questa storia raccapricciante mi fa pensare al dolore subito da quel povero gatto e al trauma che si porterà dietro il ragazzo, probabilmente a vita – continua Rosati – Vedere il proprio padre trasformarsi in un mostro e uccidere senza pietà il proprio animale deve essere terrificante. Sicuramente è un gesto che avrà delle conseguenze sulla psiche del figlio e mi auguro che riceva tutto il supporto di cui avrà bisogno”.
“Come sempre il nostro ufficio legale si è attivato per sporgere denuncia, nella convinzione che atti come questo non debbano mai passare inosservati e sotto silenzio – dice ancora la presidente – Ogni forma di violenza deve essere denunciata e perseguita nelle sedi opportune, affinché questi comportamenti vengano sanzionati adeguatamente. Il problema però è proprio che, per i reati contro gli animali, le pene non sono affatto adeguate e chi li commette non fa quasi mai nemmeno un giorno di prigione”.
“È fondamentale che tutta la società prenda coscienza del fatto che la violenza è sempre sbagliata, indipendentemente da chi sia la vittima e che gli animali non debbano essere trattati come vittime di serie B, cosa che invece spesso accade. Per questo la nostra petizione chiede pene più severe ma anche l’introduzione di percorsi formativi sul rispetto e la difesa degli animali in tutte le scuole e nei corsi di formazione delle forze dell’ordine, affinché questi drammatici casi vengano affrontati con la serietà che meritano”, conclude Rosati.