Auguri

Compie 70 anni Antonio Ricci, il “fieu dei caruggi” che ha fatto strada ma con il cuore ad Albenga

Dalla battaglia per le torri di Albenga al dono dell'archivio di Carlo Levi alla salvaguardia di Villa della Pergola

Albenga, il premio “Re Carciofo” 2018 consegnato ad Antonio Ricci

Oggi Antonio Ricci compie settant’anni. Se non fosse stato per una grande intervista del “Corriere della sera” dedicata al suo compleanno, forse nessuno avrebbe parlato di questo traguardo, perché Ricci non dimostra gli anni che ha e perché è rimasto sempre se stesso, un ragazzo di Albenga fuori dalle regole, un “fieu dei caruggi” che ha fatto tanta strada ed è diventato un grande della televisione non solo italiana, per cui ha creato trasmissioni ormai entrate nella storia. “Striscia la notizia”, il telegiornale satirico che spesso è molto più serio dei Tg, è un grande esempio di informazione libera.

Ma Ricci, che lavora a Milano, ha mantenuto il suo cuore in Liguria come accadde a Montale. Pensiamo alle sue amicizie: Romano Strizioli, Roberto Baldassarre e tanti altri a cui è stato legato. Pensiamo alla sua battaglia epica per fermare lo scempio del centro storico di Albenga con torri che avrebbero snaturato la città e la sua storia. Pensiamo al dono dell’archivio di Carlo Levi alla Pinacoteca di Alassio, alla salvaguardia della storica villa della Pergola e del suo parco che, senza il suo intervento, sarebbe diventata oggetto di un’intollerabile speculazione edilizia. Ricci è un ligure generoso e lo ha sempre dimostrato con i fatti.

E’ stato sempre presente in tante circostanze. Lo ricordo ai funerali del maresciallo dei Carabinieri di Albenga Pelusi, molto amato dagli ingauni, e del comune amico Fabrizio Malatesta. Ho avuto modo in tante occasioni di incontrarlo. Venne insignito anche del Premio “Pannunzio” che gli consegnai al Cambio di Torino in una serata di neve.

E’ un uomo che sa andare controcorrente ed ha la battuta fulminante. Un nuovo Flaiano in veste televisiva, ma non solo. La sua conversazione è sempre scintillante, a volte un vero fuoco d’artificio.

Nell’intervista al Corriere si è dichiarato politicamente scorretto e ha dimostrato di andare contro gli idola tribus oggi più osannati. Ha anche detto di non credere in Dio e neppure in se stesso, ma io spero che Dio, nel quale credo, ci conservi a lungo questo straordinario protagonista della vita intellettuale italiana che è rimasto ingauno fino al midollo ed ha saputo mantenere intatti l’umorismo e le passioni, ideali della sua giovinezza.

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