Vezzi Portio. Il 2 giugno festa della Repubblica, notiamo, dalla finestra di casa, sulla prima fascia, un capriolo con gravi problemi deambulatori. Non sta in piedi in quanto l’arto anteriore destro è “penzoloni”, sembra spezzato, è ancora attaccato alla zampa tramite la pelle; con ogni probabilità è incappato in una delle tante trappole per cinghiali che costellano i nostri boschi. Liberatosi dalla trappola, è sceso in cerca di aiuto.
La prima cosa che ha fatto mia figlia Federica è stata quella di informare l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali – sessione di Savona), il cui ente costella di richieste i vari giornali on-line della provincia quando c’è da trovare una famiglia per una cucciolata di gattini, ma il telefono del tardo pomeriggio di martedì, risultava spento o non raggiungibile, meglio ancora era distaccato.
È stata informata la Protezione Civile, la Guardia forestale, i Vigili del Fuoco e la guardia medica veterinaria. Solo una squadra di Vigili del Fuoco di stanza a Finale è intervenuta in loco, dopo che mia figlia amareggiata dalla risposta “è solo un animale selvatico non possiamo fare niente”, alterata, ha fatto capire loro che anche se selvatico è pur sempre un animale ossia essere vivente. Nell’attesa del veterinario, che poi non è venuto, alcuni membri del comando si sono avvicinati per constatare, a vista, la salute dell’animale, il quale si è dato alla fuga procedendo a balzi.
La Protezione Civile telefonicamente ha detto che si sarebbero interessati presso la Guardia forestale, mentre la guardia medica veterinaria (118 ambulanza veterinaria), in maniera candida, ha detto che non poteva intervenire: in altre parole la risposta è stata “non è nostro compito” o “ma è solo un animale selvatico”. Non c’è bisogno di alcun commento: soccorrono l’animale solo se gli cade sulla testa.
Federica