Al 54esimo Festival Teatrale di Borgio Verezzi salta purtroppo “La leggenda del pianista sull’oceano”, spettacolo che era in cartellone il 5 agosto e che sarebbe stato riproposto in questa nuova edizione dopo che lo scorso anno era stato annullato causa maltempo. Non è stato possibile infatti adeguare tecnicamente l’allestimento scenico alle nuove esigenze di sicurezza sanitaria legate al contenimento del Covid-19.
Al suo posto il 5 agosto vedremo “Ulisse”, già in programma il 6 agosto e che raddoppierà quindi le repliche. Portato in scena dalla stessa compagnia diretta da Igor Chierici, lo spettacolo ispirato all'”Odissea” sarà presentato in una versione che rispetta le normative. Ne saranno interpreti, oltre allo stesso Chierici e Luca Cicolella (anche registi dello spettacolo), Cristina Pasino, Bruno Ricci ed Edmondo Romano.
Il talentuoso attore genovese farà un salto indietro nel tempo per proporre il grande classico dell’epica greca. Il mare e il viaggio saranno al centro della drammatizzazione del poema di Omero: Chierici e la sua compagnia porta in scena dunque alcuni dei più noti e riconoscibili episodi legati alle vicende del re di Itaca. Un tappeto di sabbia delimita lo spazio scenico, dove si trovano elementi che rimandano alla nave su cui Ulisse e i suoi compagni compiono il travagliato viaggio verso Itaca e ricordano i paesaggi sui quali Omero muove i suoi personaggi. Gli elementi scenografici più importanti sono le chiatte che diventano lo spazio teatrale cullato dal leggero dondolio dato dall’acqua. La prossimità del pubblico con la scena e con gli attori conferisce quella che è una impareggiabile comunione umana e artistica.
In “Ulisse” Igor Chierici impersona lo stesso re di Itaca, fulcro indiscusso delle vicende raccontate nello spettacolo, così come nel testo originale. Chierici impersona un Ulisse credibile e umano nelle sue curiosità e debolezze, quasi rendendolo un personaggio trasponibile senza difficoltà nel presente. Ulisse e i compagni Perimede (Luca Cicolella, regista dello spettacolo insieme a Chierici), Euriloco (Cristina Pasino), Anticlo (Edmondo Romano) ed Elpenore (Bruno Ricci) sono resi con una tale capacità e bravura da immergere il pubblico nella vicenda rendendolo partecipe delle loro vicende e delle loro paure.
Le musiche dello spettacolo, composte dallo stesso Chierici, sono eseguite dal vivo da Edmondo Romano, già noto al pubblico come musicista di grande bravura. Elpenore, muto in scena, parla così attraverso l’evocativa e malinconica musica dei suoi strumenti a fiato. Tra gli attori presenti in scena, tutti di comprovata bravura e ispirazione, una menzione particolare va a Cristina Pasino, la quale, oltre al personaggio maschile dell’itacense Euriloco, interpreta Circe, la Sirena e infine Penelope sempre in maniera incisiva e diretta. Questa caratteristica di chiarezza, comprensibilità e volontà di veicolare immagini evidenti è quella primaria in Ulisse.
Gli episodi portati in scena sono noti e chiari al pubblico per il loro dinamismo e immersività. È il caso, fra tutti, dell’approdo all’Isola dei Ciclopi, l’incontro con Polifemo e il famoso episodio del suo accecamento. Lo spettacolo dedica tempo nel definire e narrare le immagini di questo episodio, durante il quale la regia di Chierici e Cicolella dà il meglio pur nel corso di una regia che si mantiene di buona qualità. Non mancano le trovate sceniche e costumistiche, come Polifemo che ricorda da vicino uno dei Mamuthones, maschera folklorica del carnevale sardo.
Sono presenti altre scene tratte da famosi episodi dell'”Odissea”, come l’incontro con la maga Circe (e la magia che tramuta i compagni di Ulisse in porci), la discesa di Ulisse nell’Ade e l’episodio del canto ammaliante delle Sirene. Tale è la predilezione e il tempo dedicato a questi episodi, che lo spettacolo deve condensare in pochi e concitati movimenti il finale del ritorno ad Itaca, la lotta con i Proci e il ricongiungimento tra Ulisse e Penelope. Va comunque sempre riconosciuto al testo scenico e alla regia di avere adoperata una scelta degli episodi coerente con quella che è l’immagine umana e riflessiva di Ulisse.
Lo spettacolo ha successo nel rendere la narrazione vitale, comprensibile, diretta e molto piacevole. Le battute tra i personaggi sono sì frequenti e rapide ma sempre trasparenti nel significato e trascinanti grazie alla bravura e all’affiatamento degli attori, veri compagni di un viaggio in scena.
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