Genova. Questa mattina in largo Sandro Pertini, a cura di Anpi Genova e Cgil Genova e nel rispetto delle misure sanitarie vigenti, è stata deposta una corona di alloro alla targa che ricorda “il presidente più amato d’Italia”, in concomitanza con l’anniversario dei fatti del 30 giugno 1960.
Sessant’anni dopo la Camera del Lavoro di Genova e l’Anpi, con il patrocinio dell’Università di Genova e della Città Metropolitana, hanno organizzato una serie di iniziative tese a ricordare, riproporre, studiare e analizzare storicamente gli avvenimenti del giugno – luglio ’60, la mobilitazione popolare contro la convocazione del congresso del Movimento Sociale Italiano, presieduto dal prefetto Carlo Basile, responsabile delle deportazioni operaie in città, atto che fu vissuto come una vera e propria provocazione.
Uno dei momenti più alti di quel giugno 1960, che cambiò la storia del nostro Paese, fu proprio il discorso che l’allora parlamentare Sandro Pertini pronunciò il 28 giugno in piazza della Vittoria. “Oggi come allora il discorso di Pertini resta una risposta alle provocazioni della destra estrema, che sulla violenza dei toni basa la propria strategia politica – dichiarano Cgil e Anpi – Ricordare i fatti del 30 giugno 1960 non deve essere un rituale ma trasmissione della memoria a chi quei fatti non li ha vissuti e a tutti coloro che non ne conoscono la storia”.
“Quelle furono giornate importanti in cui la città seppe respingere un vero e proprio affronto che voleva la convocazione del congresso del Movimento Sociale Italiano, erede del Partito Fascista, proprio a Genova – proseguono – In quella occasione si dimostrò ancora una volta come i veri difensori della democrazia e dei valori fondanti la Costituzione furono cittadini e lavoratori uniti nella protesta e nello sciopero proclamato dalla Camera del Lavoro”.
“L’attualità oggi ci fa vivere una fase delicata, con la crisi economica aggravata dall’emergenza sanitaria, differenze sociali sempre più marcate e un razzismo latente in tutto il mondo – affermano ancora Anpi e Cgil – Però a fronte di questa situazione c’è anche un movimento di giovani che credono nell’antifascismo, si battono contro le discriminazioni e si impegnano nelle battaglie per il clima. È a questi giovani che dobbiamo pensare e al loro futuro che deve essere incentrato sul lavoro. Come ci ricordano i fatti storici, lavoratrici e lavoratori sono sempre sono stati un baluardo in difesa della democrazia e un punto da cui ripartire per riaffermare i valori che sono i nostri, a partire dall’antifascismo e per una società più equa e portatrice di diritti per tutti”.