Idea

“Albenga dedichi una via, piazza o giardino a Giovanni Dario Zunino”: proposta di Pier Franco Quaglieni

"Un grande albenganese. Ingegnere, costruttore e politico, ha dimostrato di essere persona capace e molto per bene"

Albenga - veduta aerea

Albenga. Giovanni Dario Zunino (Albenga 1923 – Albenga 1992), come il cognato Libero Nante, è stato un grande albenganese. Ingegnere, costruttore, politico, ha dimostrato di essere una persona capace e molto per bene. Io lo conobbi quando era un qualificato esponente del partito liberale.

Ero amico di Zanone e gli parlai di Zunino quando lui decise di costituire una maggioranza al Comune di Albenga considerata anomala: il liberale Zunino diventava vicesindaco di Angioletto Viveri, sindaco ‘rosso’ di Albenga. Zanone si stupì, ma io lo rassicurai e gli dissi anche che Viveri era un comunista molto anomalo, come poi si rivelò negli anni successivi.

Quell’operazione politica suscitò un dibattito nazionale e arrivò persino a “Tribuna politica” che era allora molto seguita. Zunino venne sospeso dal PLI perché un certo integralismo illiberale purtroppo caratterizzò quel partito sia nel periodo malagodiano sia in quello zanoniano. Ma sarebbe ingiusto parlare solo di Zunino politico pragmatico senza paraocchi ideologici e quindi in termini culturali davvero liberale. L’ingegnere di Albenga, come era chiamato, era un uomo del fare, come si definì suo figlio Mauro quando venne eletto sindaco di Albenga.

Fu un costruttore che non ha contribuito a cementificare brutalmente la Liguria come tanti altri, perché le sue costruzioni progettate e seguite di persona ad Albenga, a Loano, a Millesimo, ad Andora, a Bergeggi, a Pietra Ligure e in tante altre località rispecchiarono i canoni della serietà, della completezza e della solidità. Nel lungo periodo dedicato all’amministrazione pubblica, dopo aver abbandonato l’attività edile, per non cadere nei conflitti di interesse, si dedicò alla messa in sicurezza della città dalle alluvioni, al rifacimento della passeggiata a mare e dei viali e a tante altre cose che hanno migliorato l’immagine di Albenga.

I marciapiedi in porfido, le aiuole e le piante che integrano il tessuto urbanistico ed estetico portano la sua firma. In ogni strada in cui c’è la magnolia, c’è la mano di Zunino che amava quella pianta che era il fiore preferito della sua mamma. Si batté tra i primi per l’autostrada Albenga – Ceva, che avrebbe alleggerito il traffico dell’autostrada dei Fiori, per l’aeroporto di Villanova d’Albenga e per la ferrovia. Queste ultime tre battaglie lungimiranti, ma perdute.

Al suo funerale la partecipazione fu immensa. La cattedrale e l’intera piazza del Comune piena di gente che voleva onorare un galantuomo stimato ed apprezzato. Io credo che sarebbe il caso che si pensasse di ricordare Zunino con l’intitolazione di una via, di una piazza, di un giardino. E’ un grande albenganese che merita attenzione perché è entrato a testa alta nella storia della Città. Il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis, che appartiene anche lui ad una grande famiglia ingauna, avrà sicuramente la sensibilità di prendere in esame questa istanza che interpreta il desiderio di tanti cittadini.

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