Contromisure

Vertice a Savona sulla Movida: in Darsena steward pagati dagli esercenti fotogallery

Prevista la creazione di una cartellonista con le regole. Bocciato il "Save&Safe Village"

Savona darsena distanza sociale

Savona. Quattro steward a spese degli esercenti del tratto tra ponte mobile e lavatoi, cartelloni con le regole, nessun “numero chiuso”. Sono queste in estrema sintesi le proposte emerse oggi pomeriggio nella riunione in teleconferenza tra l’amministrazione comunale di Savona e gli operatori della Darsena per un focus sulla gestione del flusso di persone, specialmente in serata, nella zona della Nuova Darsena, caratterizzata da bar e ristoranti, meta attrattiva per molti giovani savonesi e non per incontrarsi e bere qualcosa in compagnia.

Il weekend scorso la presenza di un intenso flusso di persone ha allertato il sistema di contenimento del contagio da coronavirus, accendendo non poche polemiche sul sistema di gestione della situazione, in particolare da parte dell’amministrazione comunale. “Abbiamo visto che i controlli delle forze dell’ordine non sono stati sufficienti in quanto era impossibile arginare un urto di giovani che dalle 23 si è riversato in Darsena” ha confessato il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio, rispondendo anche alla “tirata d’orecchie” ricevuta dal presidente della Regione.

Da qui la richiesta di un incontro con gli operatori della Darsena, per “attivare modalità condivise anti assembramento“, confidando “nella collaborazione dei locali e degli esercizi commerciali che in questi giorni si sono dimostrati attenti nel mettere in atto puntualmente tutte le disposizioni previste dal DPCM”. Nel corso del pomeriggio, infatti, si è discusso su come procedere nei prossimi giorni ed evitare assembramenti in alcune zone “critiche” di Savona.

“Al fine di scongiurare una massiccia presenza delle forze dell’ordine anche in futuro con conseguenti blindature della zona della Darsena e per rendere il clima più sereno e collaborativo da parte di tutti – afferma l’amministrazione comunale – gli operatori hanno proposto la presenza di una cartellonistica dedicata posta sia all’interno sia all’entrata della Darsena che aiuti a rispettare le regole e si impegnano a trovare, tramite agenzie, personale qualificato che possa informare e sensibilizzare la clientela”.

L’offerta è arrivata dagli esercenti del tratto di via Baglietto che corre dai lavatoi al ponte mobile (ossia quello “incriminato” venerdì sera): provvedere (per ora a loro spese) ad un servizio di accoglienza clienti comune, composto da quattro persone assimilabili agli steward che avranno il compito di informare ed assistere i cittadini riguardo alle normative esistenti riguardo il distanziamento sociale, cercando di prevenire assembramenti, ed anche fornire eventualmente mascherine a chi ne è sprovvisto, nelle aree di pertinenza delle attività e per quanto possibile nell’intera zona.

“Queste proposte verranno formalizzate all’amministrazione comunale che le porterà all’attenzione dell’imminente Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza convocato dalla Prefettura” fanno sapere dal Comune savonese, il quale desidera sottolineare come “tutte le proposte e le richieste, fra cui la durata delle concessioni del suolo pubblico, formulate nel corso dell’incontro dagli operatori saranno attentamente valutate dalla giunta”. 

Nel corso della riunione in forma virtuale, inoltre, si è discusso sul progetto Save & Safe Village, già sottoposto all’amministrazione savonese, che si propone come, appunto, un villaggio attrattivo che si sviluppa tra la Darsena e le Fornaci, coinvolgendo anche il Prolungamento e il Priamar. Il progetto, però, sembra destinato a non andare in porto: a frenare l’entusiasmo del progetto avanzato da Luca Mantovani sono stati proprio alcuni operatori della Darsena, che hanno spiegato di non condividere l’iniziativa per via della “chiusura” e delle limitazioni che verrebbero imposte.

Una contrarietà che, a onor del vero, era emersa fin da subito. Le ragioni le ribadisce questa volta Maurizio, uno dei titolari del Club Nautico: “Ben vengano i progetti, personalmente trovo piacevole che ognuno possa dare il suo contributo. Ma parlare di un’area così estesa senza prima condividere con i soggetti coinvolti non lo trovo molto etico. Nel caso della Darsena era giusto che almeno la maggioranza delle realtà locali dessero un assenso di massima prima di inoltrare il progetto alle istituzioni”. Assenso tra l’altro che sembra non poter arrivare: l’Autorità di Sistema Portuale, durante la riunione di oggi, ha spiegato come nell’ultimo Decreto Legge non siano state recepite le disposizioni volte all’estensione del suolo pubblico da parte delle AdSP.

“La nostra paura è che non ci siano abbastanza clienti, troviamo prematuro un progetto del genere perchè significherebbe avere tantissima gente in giro – prosegue – Sarebbe bello, ma non abbiamo alcuna certezza. E con quel progetto la Darsena sarebbe ‘a numero chiuso’, non sarebbe corretto perchè è un luogo piacevole anche solo per prendersi un gelato o un drink, o anche solo passeggiare in libertà”.

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