In attesa di una definitiva ufficializzazione e ratifica il 3 di giugno delle decisione assunte da parte della FIGC che difficilmente modificherà l’ipotesi delle 4 retrocessioni a tavolino, si sta allargando ormai a macchia d’olio in tutta Italia la protesta (a parer mio più che legittima) delle 36 squadre di Serie D ingiustamente (è proprio il caso di dirlo) retrocesse a tavolino per Covid-19 dalla Lnd.
Dopo il gruppo “Salviamoci” rappresentante le società stesse con i propri legali è infatti nato un nuovo gruppo in cui si sono riuniti tutti i capitani delle diverse formazioni per dare voce anche ai giocatori. Il “Gruppo dei Capitani”, ha preso il via da un’idea per l’appunto scaturita dal capitano del Città di Anagni, Francesco Cardinali (tra i ben 28 aderenti per gli spezzini della Fezzanese ad esempio a scendere in campo è stato il difensore Daniele De Martino che milita da otto stagioni in maglia “Verde” e quest’anno ha ereditato la fascia di capitano dal “Mago” Andrea Baudi) con lo scopo di contrastare la decisione del Consiglio Federale che ha sancito le retrocessioni dalla D ai campionati regionali di Eccellenza.
Il “Gruppo dei Capitani” ha emesso nella tarda serata di mercoledì 27 il proprio primo comunicato ufficiale chiedendo risposte immediate alla Figc e LND che riportiamo integralmente di seguito: “Riteniamo che non si possa retrocedere per colpa di una pandemia, con tante gare ancora da dover giocare. Crediamo che non sia giusto promuovere le migliori seconde dell’Eccellenza e far retrocedere le ultime quattro della Serie De non ne facciamo una distinzione economica, al contrario. Sappiamo degli innumerevoli sforzi che anche i presidenti di società appartenenti alla seconda categoria dilettantistica compiono ogni anno, con la speranza di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi e regalare palcoscenici ancora più importanti alle proprie tifoserie e alle proprie città. La verità, però, è che in condizioni normali,anche facendo i Playoff non si viene automaticamente promossi, e ad avere diritto al passaggio in Serie D sono solamente le prime di ogni girone.Riteniamo ingiusto, inoltre, che siano le società che sono in netto ritardo con i pagamenti a mantenere la categoria, mentre le società che hanno, con puntualità, mantenuto gli accordi verranno inesorabilmente penalizzate.La decisione presa dalla Lnd, in aggiunta ad una situazione già precaria per l’emergenza sanitaria in corso, mette in seria difficoltà molti ragazzi,atleti ma ancor prima padri di famiglia, che devono avere il modo e i mezzi per poter sostenere dignitosamente loro stessi e i propri cari.Ci domandiamo, infine, perché noi calciatori dovremmo avere, all’interno del nostro curriculum, una retrocessione non arrivata sul campo e perché dovremmo rischiare, in questo modo,di condizionare la nostra carriera.Chiediamo, quindi, che venga rivista la decisione di far retrocedere a tavolino le ultime quattro in classifica, e che venga valutato l’impegno delle società a mantenere gli accordi economici rispetto a chi, evidentemente, non lo ha fatto”.
Senza timore alcuno di venir tacciato di schierarmi ad oltranza con i contenuti espressi dai Capitani solo per il fatto che a doverci rimettere da questa non giusta decisione siano ben tre società della nostra Liguria (Fezzanese, Ligorna ed i gloriosi rossoblù del Vado FC) vorrei far risaltare qualche considerazione integrativa che apporti al dibattito la mia lunga esperienza di uomo di sport.
Sento parlare di clamorosa protesta, sfogo, insurrezione termini che non trovo idonei visto che a mio parere ci troviamo di fronte al sano e sacrosanto esercizio di difesa dei propri diritti compreso quindi l’inevitabile compattamento delle 36 società retrocesse dalla Serie D all’Eccellenza (creatosi attraverso un tam tam più che lecito tra i presidenti di tutta Italia) realtà che nel giro di poche ore si sono coalizzate dandosi appuntamento in una super video chat “Salviamoci” con 36 protagonisti.
L’obiettivo chiaramente è quello di fare fronte comune per analizzare quanto è inaspettatamente successo e ragionando se e come organizzare un eventuale ricorso di massa al Tar per vedere accolte le proprie ragioni. Ragioni che mi sento di condividere visto l’inspiegabile dietrofront (qui sì che si potrebbe usare la parola “tradimento”) perpetuato a sorpresa ai danni del movimento della Quarta Serie. Si vocifera possa essere figlio della controversia sorta tra Ghirelli (presidente della lega di Serie C) e Dal Pino presidente della Lega Serie A.
Non è pensabile a 9/10 gare dal termine del girone di ritorno (in alcuni casi 11 per via dei recuperi) decretare una retrocessione d’ufficio per di più a seguito di una interruzione del campionato avvenuta per causa di una straordinaria pandemia mondiale.
La proposta avanzata dai club, che è quella di bloccare totalmente le retrocessioni e giocare in soprannumero la stagione 2020/2021, prevedendo un ritorno al format tradizionale nei prossimi anni, mi pare logica e equilibrata, magari ulteriormente perfettibile, ma mai come l’attuale in dirittura d’arrivo che francamente considero “irricevibile”.