Disappunto

Sanità, Salvatore (M5S): “La Regione revoca l’autonomia delle Asl Liguri”

Duro anche il Partito Democratico: "Atto disperato di chi vuole dire i responsabili degli errori sono gli altri"

Alice Salvatore M5S

Regione. “Walter Locatelli attuale commissario straordinario di Alisa sarà di fatto l’unica persona che potrà decidere di imporre le scelte a tutte le Asl della Liguria.”  spiega Alice Salvatore, capogruppo MoVimento 5 Stelle in Liguria -. Walter Locatelli non si è mai distinto per capacità nella gestione sanitaria ma è commissario straordinario dell’azienda AliSa, se così si può dire visto che lo è da quattro anni con doppia proroga per lui e per tutto il suo staff, arrivato dopo anni di gestione non sempre limpida, nei risultati, della sanità lombarda. Ora potrà guidare in completa autonomia qualsiasi decisione, senza doversi confrontare con nessuno, la fase due e le successive fasi inerenti il Covid-19.”

“Quello che stride in questa decisione impositiva della Regione e più precisamente di Giovanni Toti e Sonia Viale è, che anche se può sembrare valido l’accentramento decisionale durante un’emergenza, risulta curioso che questo accentramento sia fatto alla fine dell’emergenza e non durante il pieno svolgimento della pandemia che ha colpito anche la Liguria.” continua Alice Salvatore

“Si conosce da sempre – spiega Salvatore – la grande voglia di poteri assoluti della Lega e del suo capo ligure Toti e questa volta la decisione è stata presa fuori tempo massimo, ma una sua ragione ce l’ha ed è totalmente politica, elettorale ed economica: non c’entra assolutamente nulla con il bene dei cittadini liguri. Oltremodo ridicolo poi che chi elimina l’autonomia delle Asl sia lo stesso che ogni giorno chiede autonomia dal governo per la Regione che guida. Vogliono qualcosa per sé che però agli altri tolgono.
Dopo la critica situazione sanitaria che abbiamo vissuto, tutti gli ospedali e tutti i reparti Covid speciali e tutto quanto è stato investito per rispondere all’emergenza adesso, deve essere riordinato e riorganizzato; soprattutto si devono prendere decisioni come chiudere reparti di ospedali o smantellare posti letto che si sono creati, decisioni che paiono folli sotto ogni punto di vista ma che potrebbero essere prese, e per non avere problemi dai direttori generali delle varie Asl, li si è di fatto messi al muro e commissariati. Il direttore generale di una Asl, che, ricordiamolo sono tutti a fine contratto, non dovesse rispondere ai comandi del nuovo super commissario straordinario Locatelli verrà di fatto penalizzato sia per quanto riguarda il premio annuale sia per l’eventuale riconferma.”

E conclude “Si intravede all’orizzonte un nuovo massacro della sanità ligure che dopo aver assorbito ingenti finanziamenti per la creazione di posti letto e di assunzioni di personale potrebbe essere suddivisa e smantellata, probabilmente sempre a vantaggio della sanità privatizzata, antica e mai dimenticata fissa della Lega e di Berlusconi, che nell’emergenza ha mostrato i suoi tragici limiti. Dobbiamo quindi vigilare tutti su questa situazione che può diventare gravissima e soprattutto potrebbe distruggere tutto quello che faticosamente abbiamo imparato e costruito in questi mesi di tragedie”.

Anche il gruppo del Partito Democratico in Regione interviene sulla questione: “Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti con un’ordinanza presentata in data 7 maggio, ha di fatto deciso di commissariare con Alisa tutte la Asl e l’intero sistema sanitario regionale. L’ordinanza, presentata senza coinvolgere il Consiglio regionale, definisce l’istituzione di una nuova struttura interna con funzioni di coordinamento, applicazioni e monitoraggio delle disposizioni impartite e da impartire, a cui dovranno rispondere tutte le Aziende Sanitarie Locali e gli enti del servizio sanitario regionale. Le determinazioni di Alisa saranno vincolanti”.

“Una decisione che appare forzata e intempestiva – spiegano i democratici – quanto più ci allontaniamo dall’inizio della fase di emergenza sanitaria, quando ancora occorreva disporre un’organizzazione con una rapidità che avrebbe potuto giustificare una controllo così diretto e senza vincoli. Il messaggio è molto chiaro: nessuno disturbi il manovratore. Facciamo notare che il manovratore, a oltre due mesi dall’inizio dell’inizio dell’epidemia, ha ormai ampiamente mostrato di avere gestito l’emergenza male e con gravi ritardi su molti dei suoi aspetti più importanti, fra cui test sierologici, tamponi, assistenza domiciliare e farmaceutica, controllo delle RSA (Residenze Sanitarie Assistite). Se a questo aggiungiamo il fallimento della gestione sanitaria regionale ancora prima dell’emergenza, testimoniato ad esempio dalla vicenda dei pazienti oncologici genovesi costretti a essere curati in trasferta a Savona, la situazione appare paradossale e drammatica. Sembra più l’atto disperato di chi le ha sbagliate tutte e vuole difendersi nel fortino, dicendo a posteriori che se qualcuno ha sbagliato non è lui, piuttosto che la scelta di chi ha nelle sue mani il saldo controllo della situazione. In Emilia Romagna il commissario all’emergenza si è dimesso per dare il segnale del ritorno alla normalità”.

“Proprio nel momento in cui bisognerebbe pianificare la fase 2 dal punto di vista sanitario con il concorso di tutti, si accentra tutto nelle mani di chi peraltro ha dimostrato evidenti e preoccupanti limiti nel guidare l’emergenza. La differenza tra chi sa governare e chi non ne ha la minima idea appare evidente. Così come appare chiara la distinzione tra chi si assume serenamente le proprie responsabilità e chi prova a dire che se ci sono stati errori sono sempre di altri: delle Asl, del Governo, del destino cinico e baro, di tutti tranne che di quelli che dovevano decidere e invece non lo hanno fatto o lo hanno fatto tardi e male. Abbiamo appreso che Toti vuole dimettersi e ci auguriamo che in questa occasione si porti via i vertici di Alisa, che tanto danni e sciagure hanno fatto in questi anni in Liguria” concludono.

Non di diverso avviso la Sinistra Italiana Liguria: “Se c’è una cosa che, secondo noi, la pandemia Covid dimostra è che la sovrastruttura dell’Azienda Sanitaria Ligure ( Alisa) non è stata in grado di fronteggiare l’emergenza. La nostra regione è purtroppo ancora nella fase 1, ai primi posti per tasso di mortalità, di letalità e di perseveranza nella diffusione del contagio, agli ultimi per effettuazione dei tamponi, come evidenziano i dati della Protezione civile. Il fallimento di Alisa dimostra che l’esportazione in Liguria del modello Lombardia non ha funzionato, come del resto non ha funzionato nella Lombardia stessa. Invece di trarre insegnamenti dalla cattiva gestione dell’epidemia, eliminando la struttura inefficiente di Alisa, riorganizzando le Asl, che cosa propongono Toti e Viale?”.

“La riconferma e la moltiplicazione degli errori di partenza – spiegano – aumentano di molto i poteri di Alisa, un super contenitore che risponde solo all’Assessorato ed è al di fuori di ogni controllo democratico. In sostanza l’esecutivo regionale vuole le mani libere sulla sanità alla vigilia della campagna elettorale. Per farne che cosa? Per esempio, come ha già dichiarato Toti, per andare avanti nella privatizzazione della sanità. Per esempio per potere elaborare i dati della pandemia in maniera tale da minimizzare al massimo gli aspetti preoccupanti, sottovalutando ogni pericolo. Sinistra Italiana Liguria ribadisce che l’esecutivo regionale ha assunto una decisione gravissima, nei confronti della quale deve essere espressa la massima opposizione sia sul terreno giuridico, sia sul terreno politico” concludono.

Critico sulla decisione anche Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria: “Un uomo solo al comando è un’operazione di cui un territorio messo alla prova dal cornovairus  non aveva affatto bisogno. In un momento in cui la sanità si fa grande grazie alle competenze dei sanitari e al lavoro di squadra, la politica vuole incomprensibilmente ingessare tutto. In una fase in cui tutto il Paese si affida a una task force di esperti, la Liguria ancora una volta  stupisce tutti dando pieno e esclusivo mandato al Commissario straordinario di Alisa per gestire la fase due a livello sanitario. Sono passate solo poche settimane dalla nomina dei saggi ai quali Toti avrebbe voluto affidarsi, tavoli di lavoro nei quali manca, peraltro, totalmente la voce del lavoro”.

“Quella dell’uomo solo al comando – spiega Ghini – è una scelta che ci lascia perplessi: servono le menti migliori che lavorino all’unisono per gestire una fase due che è e sarà delicatissima. La  Liguria dà carta bianca e pieni poteri al commissario di Alisa che in queste settimane non ha certo brillato per efficienza e organizzazione, infatti siamo ancora in piena emergenza nelle RSA. Quello che sta accadendo nel savonese, ad esempio, è inqualificabile: ogni giorno si scoprono focolai di Covid-19, mentre si registrano ancora  carenze nella distribuzione dei DPI per gli addetti al servizio.

“Urge una seria politica organizzativa sulla gestione dei tamponi e dei test sierologici perché  siamo ancora tra le regioni con il numero più basso di tamponi effettuati alla popolazione. Solo questo dovrebbe far riflettere la Giunta Regionale, decidere per  un uomo solo al comando, magari, funzionava anni fa: oggi pensiamo sia necessario una politica che sia il più possibile vicina ai cittadini e che abbia coscienza di quello che accade nei territori. Errare è umano, perseverare è diabolico, caro Presidente Toti” conclude.

Durissimo il commento del deputato ligure Luca Pastorino: “Il commissariamento temporaneo della Asl in Liguria è un dato di fatto. La decisione del presidente della Regione Toti è chiara: vuole limitare il potere nelle mani dei direttori generali e portarlo nella figura di Walter Locatelli. È incredibile che dalla giunta arrivi un orientamento del genere: mentre è necessario rafforzare la medicina territoriale, come spiegano gli esperti dopo la prima emergenza da epidemia di Coronavirus, si va nella direzione opposta. E si accentra tutto, dimostrando di aver perso il senso della realtà. Questo accentramento – aggiunge Pastorino – conferma il fallimento su tutta la linea del sistema Toti. Questi amministratori prima sbagliano direttive, per tutto vale  l’esempio delle attrezzature non acquistate e i pazienti oncologici del San Martino costretti ad andare in autobus a Savona. Poi non contenti riportano tutto nelle loro mani. In realtà per la Liguria sarebbe opportuno un commissariamento, ma da parte dello Stato”.

Sulla stessa linea anche Cisl e Cisl FP Liguria: “Alisa deve avere un ruolo di indirizzo e coordinamento e non di commissariamento. Ci sono dei direttori generali nelle ASL e nelle aziende ospedaliere che devono avere la possibilità di lavorare, giusto che ci sia una figura in grado di fare regia ma riteniamo che si debbano lasciare operare i direttori generali che saranno poi giudicati in base agli obiettivi che avranno raggiunto”, spiegano in una nota il segretario generale Cisl Liguria Luca Maestripieri e il segretario generale Cisl Funzione Pubblica Liguria Gabriele Bertocchi.

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