Gesto simbolico

Protesta delle scuole paritarie cattoliche: due giorni di “stop” alle lezioni per chiedere aiuti al Governo

"Difficoltà di famiglie a pagare le rette, Istituti indebitati che non riescono a garantire gli stipendi". Aderisce anche l'ufficio scolastico della Diocesi di Savona

Banchi di scuola
Foto d'archivio

Savona. Una lettera al direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria, al dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Savona e ai vari dirigenti scolastici della Provincia di Savona per annunciare una protesta delle scuole paritarie che, il 19 e 20 maggio, interromperanno le lezioni come gesto simbolico. A inviarla è stata Aureliano Deraggi, direttore dell’Ufficio di Pastorale Scolastica della Diocesi di Savona-Noli.

A interrompere le lezioni, in occasione della discussione sugli emendamenti proposti al decreto “Rilancio”, saranno le scuole paritarie di ispirazione cristiana di tutta Italia. La protesta è stata lanciata dalle presidenze nazionali dell’Usmi (Unione delle Superiore Maggiori d’Italia) e della Cism (Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori), tenendo in considerazione le istanze delle associazioni di categoria e accogliendo l’appello delle famiglie, dei docenti, degli alunni e di tutto il comparto associativo cattolico di ispirazione cristiana.

“Quello delle scuole paritarie – scrive Deraggi – vuole essere ‘un rumore educativo ed un rumore costruttivo’, che faccia riflettere il mondo della scuola, l’opinione pubblica ed i parlamentari, impegnati nella discussione degli emendamenti, sul fatto che l’Italia abbia bisogno di un reale e condiviso sistema integrato di istruzione, e che sia urgente sostenere con appositi interventi economici anche la scuola paritaria, come sancito dalla legge 10 marzo 2000, n. 62 (Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione)”.

Di seguito il comunicato stampa ufficiale diramato a livello nazionale.

Le Presidenze Nazionali dell’USMI e della CISM, fortemente sollecitate dai Superiori/e Maggiori, manifestano tutto il disagio e la difficoltà che scuole pubbliche paritarie cattoliche fanno dinanzi alla fatica di tante famiglie a pagare le rette, all’indebitamento di tanti Istituti che non ce la fanno più a pagare gli stipendi dei docenti e del personale amministrativo. Ora tocca alla politica, ma noi vogliamo e possiamo sostenerla. Come? Attraverso un gesto simbolico che faccia rumore e coinvolga tanti altri cittadini, oltre ogni schieramento, perché chi ama la scuola sa bene che questa è trasversale a tutto.

Le Presidenze nazionali dell’USMI e della CISM, tenendo in alta considerazione tutte le Associazioni di categoria e accogliendo l’appello delle famiglie, dei docenti, degli alunni e di tutto il comparto associativo cattolico, di ispirazione cristiana (gestori, Agidae -Fidae-Fism-Cdo opere educative, Confap-Cnos Scuola; genitori Agesc-Faes-Age-Forum Famiglie, e delle numerose realtà rappresentative anche dei docenti), Laico (Aninsei-Filins), promuovono un gesto simbolico nella viva speranza che sia appoggiato da tutti, in rappresentanza delle 12 mila scuole paritarie, i 900 mila allievi coinvolti, i 180 mila dipendenti. Perché se due giorni di sciopero responsabile e con didattica alternativa possono creare disagio, questo rappresenta solo un accenno al disastro di un servizio che potrebbe riprendere solo parzialmente a settembre.

Proponiamo che nei giorni 19 e 20 maggio p.v., giornate che vedono partire le votazioni degli emendamenti:

– le nostre scuole interromperanno le lezioni e per questi due giorni allievi, docenti e famiglie esporranno un # Noi siamo invisibili per questo governo;
– ciascuna scuola paritaria si adopererà con lezioni, video, dirette Fb dalle pagine delle scuole che saranno aperte a tutti per diffondere i temi della libertà di scelta educativa; il diritto di apprendere senza discriminazione; parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria; libera scuola in libero stato; appelli alla classe politica perché non condanni all’eutanasia il pluralismo culturale del nostro Paese. Ciascuna delle nostre scuole, con il coinvolgimento delle famiglie, dei docenti, degli studenti organizzerà gli eventi che desidera: conferenze, dirette, disegni, flash mob…, tutto in diretta social per fare quel rumore costruttivo e responsabile che solo la scuola sa fare;
– condivideremo le varie dirette ed iniziative sulle singole pagine social e siti delle scuole come sulla pagina Fb dell’USMI https://www.facebook.com/usminaz/

Il nostro gesto simbolico intende essere un “rumore educativo”, un “rumore costruttivo”.
Un “rumore educativo” ed educato, che parta dalle nostre scuole ma che coinvolga i genitori dei 900 mila allievi delle scuole paritarie, i 7 Mln di allievi delle scuole statali, i docenti, il personale della scuola italiana, gli amici, i cittadini facendo nostro l’appello del Presidente della Repubblica: ognuno di noi può e deve fare la propria parte per la liberazione dell’Italia oggi.
Un “rumore costruttivo”, che obblighi i nostri parlamentari, che saranno impegnati nella discussione degli emendamenti nell’aula parlamentare, a non lasciare indietro nessuno perché o l’Italia riparte dalla scuola, da questo grembo dove si entra bambini e si esce cittadini di uno Stato democratico, o non ripartirà. La scuola deve tornare a far rumore, perché è l’impresa più grande di un Paese democratico, l’investimento migliore sul futuro, la grammatica più efficace di ogni integrazione culturale.

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