Genova. Si è costituito su Facebook un gruppo che sta avendo molti consensi (oltre 4.745 le adesioni ad oggi) e che propone il nome di Sandro Pertini per l’intitolazione del nuovo ponte di Genova, ricostruito dopo il drammatico crollo dell’agosto 2018.
C’è chi propone di dedicarlo alle 43 vittime, c’è chi vorrebbe intitolarlo a Paganini. Ma la proposta di dedicarlo al Presidente della Repubblica sicuramente più amato dagli italiani non è priva di ragioni.
Pertini è stato l’esempio di una dedizione a certi valori oggi molto disattesi che egli ha testimoniato per l’intera vita: dalle trincee della Grande Guerra, dove venne decorato di medaglia d’Argento al Valor Militare alla battaglia in difesa della libertà e della democrazia a fianco di Matteotti e di Rosselli, che lo portò al carcere, all’esilio, al confino, alla Resistenza armata.
Fu parlamentare socialista coerente e convinto, ma quando divenne presidente della Camera per due mandati seppe essere super partes e per un uomo appassionato come lui non fu certo facile. Durante il suo mandato di Presidente della Repubblica seppe interpretare il suo ruolo con una umanità profonda e un rigore morale che lo portò ad essere estremamente intransigente verso il terrorismo e la corruzione. Ricordiamo cosa disse durante il terremoto in Irpinia, condannando pubblicamente episodi di malaffare.
Era una schiena diritta che non ha mai voluto piegarsi, pagando dei prezzi altissimi. Lui che aveva patito carcere ed esilio a causa del fascismo, durante le giornate infuocate ed entusiasmanti della Liberazione, ordinò di porre fine al ludibrio barbaro dei cadaveri di Mussolini e della Petacci a Piazzale Loreto.
Era un’anima lunga che sapeva esprimere i sentimenti della Nazione. Era anche un uomo colto, raffinato ed elegante a cui piaceva vestire con raffinatezza. Ricordo una volta di averlo incontrato a comprare cravatte da Marinella, a Napoli. In quella occasione volle darmi un suo assegno personale di mezzo milione per il Centro Pannunzio che compilò di suo pugno.
Era a volte un uomo imprevedibile ed anche per questo straordinario e davvero fuori ordinanza. Chi nel trentennale della morte non l’ha ricordato a sufficienza o addirittura lo ha offeso con delle falsità, dovrebbe vergognarsi.
Se la proposta di intitolargli il ponte passasse, i liguri lo chiamerebbero subito il ponte “Sandro”, così come era chiamato affettuosamente nella sua Savona.
Lo storico e direttore del Centro Pannunzio, Pier Franco Quaglieni