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Lockdown, parte dal savonese la richiesta di risarcimento al Governo

"Per le perdite subite dalle attività commerciali a seguito della chiusura forzata"

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Pontinvrea. Una richiesta di risarcimento per le perdite subite dalle attività commerciali costrette a chiudere a seduito del lockdown. E’ quella presentata nei giorni scorsi al governo dal sindaco di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli “insieme all’avvocato Marco Mori di Rapallo e al Gruppo Savona Riparte”.

“Dopo esserci confrontati a lungo – spiega il primo cittadino – abbiamo deciso di lanciare questa importante iniziativa per far emergere la situazione in cui vivono i commercianti, non solo quelli liguri. Da tre mesi a questa parte i commercianti (e con questo termine intendiamo parrucchieri, estetisti, ristoratori, baristi, negozi di abbigliamento e scarpe, balneari, floricultori e tanti altri), non solo sono stati lasciati soli, senza la possibilità di lavorare, ma anche senza alcuna prospettiva per il futuro. Vale la pena ricordare che da parte del Governo non è arrivato nessun tipo di aiuto. L’elemosina dei 600 euro non la consideriamo nemmeno perchè non copre neanche una bolletta della luce; il decreto liquidità, che doveva servire a respirare, si è dimostrato un nuovo debito difficile da ottenere, anche perché le banche hanno utilizzato queste risorse per sanare i fidi delle attività; tralasciamo la cassa integrazione in deroga che nessun dipendente di queste categorie ha ottenuto. Il risultato è che tante attività rischiano di chiudere (secondo i dati Fipe quasi 280 mila attività rischiano il fallimento) disperdendo un bagaglio di esperienza, un presidio di sicurezza e licenziando migliaia di collaboratori. Tutto questo senza tener conto della perdita dell’avviamento attività, che ieri valevano 100 e oggi chissà quanto valgono”.

“Per questi, che sono alcuni motivi, abbiamo deciso di chiedere un risarcimento al Governo per le perdite subite dalle attività commerciali a seguito della chiusura forzata, partendo dal presupposto che tale chiusura è avvenuta in radicale difetto di potere da parte della presidenza del Consiglio, che ha usurpato il potere politico che invece avrebbe dovuto esplicitarsi attraverso legge ordinaria comprimento molteplici diritti costituzionali. Siamo pacificamente in presenza di un atto illecito tale da determinare una responsabilità tra quelle previste dall’articolo 2043 del Codice Civile”.

“Chiediamo a tutti i commercianti di scaricare la lettera da inviare alla presidenza del Consiglio dei Ministri che si può trovare sul gruppo Facebook Savona Riparte. E’ un atto concreto di tutela dei propri diritti costituzionali previsti dall’articolo 38 della Costituzione. Mi auguro che tutti i commercianti anche quelli che con un gesto forte hanno restituito le chiavi ai sindaci (che poco possono fare)o si lamentano tutto il giorno sui social colgano questa occasione”.

“Pionieri di questa iniziativa sono stati i titolari di due attività importanti della nostra provincia, Riccardo Rebagliati del Ristorante Mosè di Celle Ligure e Marco Fiore dell’omonimo ristorante di Albissola, e tanti altri che stanno inviando questa richiesta al presidente Conte. Anche fuori dai confini regionali l’iniziativa è stata accolta da tanti gruppi uno per tutti il gruppo per l’Equità Fiscale che ha raccolto per primo l’invito. Come esponente politico di un partito che è sempre stato vicino al territorio e figlio di ristoratori che quindi comprende il sacrificio di chi lavora tutti i giorni per crearsi un futuro rischiando del suo senza tutele, ho sentito il dovere di collaborare a questa iniziativa, che se non troverà soddisfazione si trasformerà in una citazione in giudizio contro la presidenza del Consiglio per vedere riconosciuto un diritto sacrosanto. Credo che nella vita ci siano due modi di morire, uno combattendo per i propri diritti, l’altro facendosi uccidere lentamente. Oggi noi abbiamo scelto il primo”, conclude Camiciottoli.

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