Isolamento

Liguria, gli Assistenti Sociali: “I minori affidati non vedono famiglie da due mesi, rischio fughe o autolesionismo”

L'Ordine chiede il ripristino delle visite dei congiunti ai minorenni residenti in comunità, casa-famiglia e famiglie affidatarie

passeggiata genitore figlio mamma

Liguria. In Liguria da più di due mesi moltissimi minori sono di fatto isolati dalle loro famiglie e dal mondo esterno. Sono i minorenni residenti in comunità, casa-famiglia e famiglie affidatarie. L’Ordine degli Assistenti Sociali della Liguria rileva che – a seguito del DPCM del 26/4/2020 – questa condizione di chiusura è difficilmente sostenibile. Oggi in una lettera rivolta a tutte le autorità competenti in tema di infanzia e adolescenza (in allegato), hanno richiesto quindi provvedimenti immediati per il ripristino delle visite dei congiunti.

“La situazione è insostenibile – spiega Giovanni Cabona, presidente del Consiglio Regionale dell’Ordine -. Non bastano più gli strumenti e le modalità di comunicazione da remoto per garantire il diritto di comunicare. I minori affidati subiscono così una reale discriminazione rispetto al resto della cittadinanza. Questo crea una condizione di forte sofferenza in persone che vivono già situazioni di grande complessità emotiva. Molti ragazzi potrebbero non so.comportare più lo stato di isolamento dal mondo esterno. Perciò si rischia di vederli compiere atti di autolesionismo o fughe.

L’Ordine, a fronte dello stato ormai allo stremo dei minori e delle loro famiglie, ritiene quindi indispensabile che ciascuna autorità si adoperi per stabilire e predisporre con urgenza modalità sicure – con l’utilizzo dei dispositivi di autoprotezione e distanziamento sociale – affinché i minori possano riprendere i contatti con le loro famiglie e usufruire delle “aperture” individuali – come passeggiate, attività motoria – previste dai decreti.

Questo è indispensabile anche affinché gli assistenti sociali possano – per il benessere dei minori – verificare e valutare lo stato delle relazioni tra tutti i soggetti coinvolti e gli operatori riescano a riprendere il percorso dei progetti educativi individualizzati. L’Ordine – conclude Cabona – è disponibile, come già comunicato nelle appropriate sedi istituzionali, a collaborare con tutti i soggetti decisori al fine di definire al più presto le adeguate risposte a tutte le complesse necessità dei minori”.

Di seguito il testo completo della lettera indirizzata agli assessori regionali Sonia Viale e Ilaria Cavo, al Garante per l’Infanzia e Adolescenza di Regione Liguria, al commissario straordinario di Alisa, al presidente di Anci Liguria Marco Bucci, al presidente del Tribunale dei Minorenni di Genova e ai presidenti delle sezioni Famiglia del tribunali liguri.

Oggetto: Ripristino visite congiunti per minorenni residenti in comunità, casa-famiglia e famiglie affidatarie a seguito del DPCM del 26/4/2020

Gli Assistenti Sociali che operano, in particolare negli Enti Locali e nel Terzo Settore, segnalano la questione dei minori affidati ai Comuni e inseriti in comunità, case-famiglia e famiglie affidatarie per i quali il Tribunale per i minorenni di Genova, con l’Ordine di servizio n. 3/2020,“Emergenza sanitaria covid-19 e minori collocati in Comunità, Casa Famiglia e famiglie affidatarie”, ha disposto, a partire dal 12 marzo 2020, la sospensione delle visite e dei rientri in famiglia in ottemperanza alle disposizioni sanitarie per il contenimento dell’epidemia da covid-19
Tale decisione, opportuna in ragione della grave situazione sanitaria creatasi a fine febbraio, per effetto del DPCM del 26 aprile 2020, che ha autorizzato gli spostamenti per le visite ai propri congiunti, oggi è difficilmente sostenibile, anzi rischia di creare una situazione di forte discriminazione nei confronti dei minori che vivono già situazioni di grande sofferenza. A maggior ragione tenendo conto che il diritto di visita, in caso di genitori separati, è stato sempre garantito anche nella fase più restrittiva, a riconoscimento dell’importanza di preservare la relazione dei minori con i propri genitori.
Il grande impegno di tutti i soggetti coinvolti – educatori delle comunità, assistenti sociali, educatori e psicologi dei servizi – a ridurre le distanze tra minori e famiglie con strumenti e modalità di comunicazione da remoto per garantire loro il diritto di comunicare, non sempre ha consentito pari opportunità tra gli stessi minori per l’impossibilità dei nuclei di origine a disporre delle necessarie apparecchiature e competenze.
In questa situazione complessa e variegata, molti ragazzi non reggono più lo stato di isolamento dal mondo esterno e rischiano di mettersi in situazioni di grande rischio (atti di autolesionismo o fughe).
Pertanto, a fronte di uno stato emotivo ormai allo stremo dei minori e delle loro famiglie, e in ragione delle aperture generali determinate dalla cosiddetta fase 2, si chiede a ciascuna istituzione, a diverso titolo coinvolta, di affrontare con estrema urgenza la questione per far sì che i minori affidati non siano trattati in modo discriminatorio rispetto al resto della cittadinanza.
Si sottolinea la necessità di predisporre adeguate informazioni per garantire modalità sicure e sostenibili attraverso l’utilizzo dei dispositivi di autoprotezione e distanziamento sociale, affinché:
 i minori possano riprendere i contatti con le loro famiglie e usufruire delle “aperture” individuali (passeggiate, attività motoria) previste;
 le comunità, le case-famiglia e le famiglie affidatarie tornino a svolgere il ruolo loro proprio di sostegno ai ragazzi in rapporto ai nuclei di origine;
 gli operatori possano riprendere e ripuntualizzare il percorso dei progetti educativi individualizzati così da cercare di superare le ulteriori difficoltà prodotte dal lungo isolamento;
 gli assistenti sociali riescano a verificare e valutare lo stato delle relazioni tra tutti i soggetti coinvolti per il benessere dei minori così da riportare la situazione ad un maggiore equilibrio.
Infine, si ribadisce la disponibilità di quest’Ordine, come già comunicato nelle appropriate sedi istituzionali, a collaborare con tutti i soggetti decisori al fine di definire al più presto le adeguate risposte a tutte le complesse necessità dei minori.

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