Nera-mente

L’agghiacciante caso delle sorelle Newman

"Nera-Mente" è la rubrica di Alice, appassionata di criminologia

Nera Mente 9 maggio

Il caso di cui parliamo oggi è accaduto a New York.

Siamo nell’anno 1899. Il signor Tom Newman, padre di due sorelle gemelle, Julie e Mary, affette da sindrome di down, è in una situazione disperata, oberato dai debiti. La sua attività di commercio, che si occupa di pezzi di ricambio per locomotive, è sull’orlo del collasso. Nel giro di poche settimane sarà costretto a vendere la casa ed affidare le due figlie ad una levatrice del quartiere: l’unica soluzione per sottrarsi alle continue pressioni e minacce degli usurai gli sembra, infatti, quella di abbandonare la città.
Ma non ci riesce: dopo aver lasciato le bambine alla vicina, una notte del 1901, decide di partire. Purtroppo, non fa in tempo neanche ad attraversare i confini del quartiere: viene ucciso a colpi di rivoltella ed il suo cadavere verrà trovato in una fogna.

Le due bambine crescono in una condizione disperata: la “levatrice” a cui le ha lasciate il padre è, in realtà, una donna molto problematica e aggressiva, oltre che tossicodipendente. Così Julie e Marie, fin da piccole, sono vittime di vessazioni e maltrattamenti continui, oltre a soffrire perennemente la fame. Finché la donna non muore di overdose, nel 1904.

Le bambine restano in casa con il cadavere, affamate e denutrite, per ben tre giorni, prima di essere salvate.

Con la morte della vicina, le gemelle, a soli nove anni, furono costrette a vivere in strada mantenendosi con la prostituzione, non avendo altri mezzi di autosostentamento.
Ma, intorno al 1908, iniziarono le prime sparizioni: alcuni uomini, di cui un paio molto facoltosi, scomparvero nel nulla vicino a Broadway.

Venne poi scoperto che i clienti delle sorelle Newman venivano spogliati, fatti ubriacare/drogati e brutalmente assassinati, utilizzando pietre o cocci di bottiglia. Non è stato individuato un preciso e lineare “modus operandi” in questi omicidi. È da tenere presente il fatto che le gemelle avessero comunque una lieve insufficienza mentale e, probabilmente per questo, non agissero schematicamente. L’accanimento sui clienti, brutalmente smembrati , in alcuni casi addirittura decapitati, era probabilmente causa diretta dell’infanzia traumatica da loro vissuta. Durante gran parte degli omicidi, oltretutto, i soldi e gli averi delle vittime non venivano toccati, nonostante le due vivessero nella più totale povertà. Tuttavia, un’ossessione morbosa delle sorelle all’interno dei loro omicidi era presente. Si trattava dell’eviscerazione degli occhi dal bulbo oculare: secondo i giornali dell’epoca, quando furono arrestate, vennero rinvenuti una ventina di occhi conservati dalle due. Non è stata fornita alcuna spiegazione razionale a questo fatto: quello che si potrebbe pensare è che le due ragazzine fossero stanche di essere “guardate” in un certo modo e magari di essere vittime di prese in giro per via del loro aspetto, probabilmente anche da parte degli stessi clienti.

Non vi sono notizie certe sul numero di delitti compiuti dalle gemelle Newman, ma alcune stime di quel periodo parlano di oltre trenta omicidi brutali.

Nel 1919, le sorelle sono state vittime di una trappola da parte della polizia metropolitana, fintasi cliente. Le gemelle Newman furono arrestate in flagranza di reato, processate per direttissima e fucilate all’alba del 13 dicembre di quell’anno. All’epoca non esisteva l’attenuante di infermità mentale ed il sistema carcerario era al collasso. Le sommarie esecuzioni erano, anche per questi motivi, all’ordine del giorno.

Questo caso indignò e disgustò l’opinione pubblica di quel periodo, per la brutalità degli efferati omicidi che, aggiunti all’aspetto “mostruoso” delle sorelle, ha assunto una connotazione ancora più inquietante.

Una storia abbastanza terribile e macabra.
Di cui l’uccisione del padre, Tom Newman, anni prima, potrebbe anche sembrare un triste preludio.

“Nera-mente” è una rubrica in cui parleremo di crimini e non solo, scritta da Alice, studentessa ed aspirante criminologa: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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