Savona. L’Aeroclub Savona e della Riviera Ligure piange la scomparsa del maresciallo Remo Stionisi, 86enne ex operatore e controllore.
Era originario di Novara ma faceva parte della famiglia del club rivierasco da molti anni. Il presidente del Club, Mauro Zunino, gli ha voluto dedicare un lungo ricordo sulla pagina Facebook del Club.
Remo Stonisi, il M.llo Remo Stionisi, il Socio Remo Stonisi, l’amico Remo, ci ha lasciato.
Solo ora abbiamo appreso della scomparsa del M.llo Remo Stonisi, per oltre un decennio nostro operatore controllore; è stato il ‘papà” di manutenzione aeronautica del nostro Socio Pilota ed Operatore Aeronautico Antonello Russo.Remo con Angelo Rolla, ex Piaggista, soprannominato “mano di fata” per le sue capacità ed ingegno, formavano una coppia affiatata, un binomio d’eccellenza abbinato alla grande passione per il mestiere e per il mondo dell’aviazione.
Nato meccanico aeronautico con le “stellette” dell’ Aeronautica Militare Italiana, Remo viveva l’Aero Club come in famiglia.
La nostra foresteria era diventata la sua dimora abituale ove, nei fine settimana e nei periodi di vacanza, lo raggiungeva la consorte.
Non esisteva motore di qualsiasi mezzo che producesse potenza nel quale lui non sapesse mettere le mani; Nel tempo libero, rispolverare vecchi mezzi abbandonati e, con la sue capacità, il suo saper lavorare al tornio, fresare, li portava a nuova vita.
Non esisteva ostacolo meccanicamente insormontabile per Remo: l’ingegno e la manualità ponevano rimedio ai problemi dei nostri velivoli o meglio ai maltrattamenti di alcuni piloti che definiva simpaticamente “pirloti”.
La scuola dell’Aeronautica Militare non solo gli aveva insegnato il mestiere, l’arte di arrangiarsi e mantenere operativi sostituendo, con parti “forgiate” da lui, quei componenti i cui costi, reperibilità, e tempi riducevano l’operatività del “suo” parco velivoli.Ha accompagnato tanti giovani allievi piloti: a loro ha trasmesso gli “accorgimenti “ del mestiere ma non volava, non amava il volo, raramente lo si vedeva accompagnare un pilota per un controllo in volo; sono stato uno di quei pochissimi piloti ai quali riconosceva la massima fiducia e da lui ho imparato ad ascoltare la “voce “ del motore, i gemiti degli accessori, identificare i problemi ed anticiparli, le regolazioni ad “orecchio” spesso più precise, in allora, degli strumenti di controllo.
Era anche un po’ “testardo”; se non risolveva il problema, scorgevi la luce nell’hangar sino a notte fonda, sentivi qualche strumento di lavoro letteralmente volare nell’hangar, colpire e far rimbombare le lamiere sino a quando arrivava il silenzio più assoluto: solo allora sapevi che, nella battaglia tra uomo e mezzo, l’aveva spuntata lui.Erano tanti anni che non ci vedevamo.
Qualche volta mi chiamava per sapere dei suoi “ragazzi” di quei meravigliosi corsi dell’Alitalia, di mia figlia Paola che aveva visto crescere e diventare giovanissima pilota.
Mi ha sempre chiamato quando veniva a conoscenza di qualche incidente “ Mauro chi pilotava, cosa è successo, il motore o qualche cavolata ? Fammi sapere o, come diceva sempre lui, “tienimi al corrente” .
Le sere delle conviviali in hangar preparava le “attrezzature da campo”: il barbecue era la sua specialità: con il pescato di Nanny e Roberto armeggiava, sul mezzo fusto di carburante vuoto, con sopra una griglia, aiutato dalla squisita consorte e, quando lo veniva a trovare o si fermava per le vacanze scolastiche, l’amato figlio.
La sua felicità, nel nostro ambiente, giunse all’apice quando edificammo un soppalco all’interno dell’hangar per il “suo “ ufficio, proprio sopra l’officina; l’incredulità quando vide iniziare i lavori per la nuova officina in muratura, il magazzino ricambi, l’ufficio tecnico, i servizi dedicati, il riscaldamento, le nuove attrezzature ed il suo Consiglio chiamarlo alle riunioni per discutere sulla flotta, la manutenzione, gli indirizzi.
Probabilmente è rimasto cosi’ tanti anni con noi perché, dopo l’A.M.I. eravamo la terza famiglia; le sue “tirate d’orecchie” a chi non trattava bene i motori erano rinomate.Se ne è andato un altro pezzo di storia del nostro sodalizio aeronautico, un altro decollo con l’ombra che svanisce dal suolo e non si ripresenta piu’.
Ciao caro amico, Mauro.