Che confusione

La Liguria riapre tutto ma nel savonese le spiagge libere restano quasi ovunque “off limits”

Molti sindaci attendono di stabilire protocolli comuni per garantire le norme di sicurezza

Savona. La Regione Liguria riapre le spiagge libere, ma se l’attività sportiva è già consentita da qualche tempo per la tintarella gratuita, invece, in gran parte della provincia di Savona, toccherà attendere ancora. Molti sindaci, infatti, stanno decidendo di continuare a “blindare” gli arenili in attesa di indicazioni chiare su come garantire la sicurezza sanitaria nell’estate ormai imminente.

Il problema nasce dal fatto che, mentre negli stabilimenti balneari c’è chi è incaricato di controllare il rispetto delle distanze e garantire la disinfezione di sdraio e docce, nelle spiagge libere l’unico soggetto che può farsi carico di questi compiti è il Comune. Uno scenario che all’atto pratico non sembra perseguibile. Proprio per questo nelle linee guida concordate dalle Regioni si è deciso di non inserire alcun obbligo ma soltanto di “suggerire” la presenza di addetti alla sorveglianza. Di fatto un “liberi tutti” contando sulla responsabilità individuale: ma alla fine a dover rispondere di eventuali problemi saranno i sindaci.

E così, nonostante l’ordinanza di Toti, molti primi cittadini manterranno chiuse le spiagge libere. Almeno temporaneamente, in attesa di definire linee comuni tra le varie amministrazioni. “Non abbiamo obblighi ma molte linee guida che fanno giurisdizione – spiega il sindaco di Bergeggi, Roberto Arboscello – Finché non ci saranno indicazioni chiare (come richiesto anche nella lettera sottoscritta da molti sindaci) le spiagge rimangono chiuse”. A firmare quella lettera nel savonese sono stati i sindaci di Savona, Bergeggi, Spotorno, Noli, Finale Ligure, Borgio Verezzi, Albissola Marina, Albisola Superiore e Celle Ligure.

Molti Comuni hanno già annunciato la chiusura con apposite ordinanze. Savona, Vado Ligure e Bergeggi hanno deciso di “blindarle” vietando sia la presenza che lo spostamento (si può accedere solo per sport e lavoro). Altri, come Albissola MarinaBorghetto Santo Spirito, hanno optato per una via di mezzo: sì al passaggio, no allo stazionamento. Sull’arenile, insomma, si potrà fare una salutare passeggiata ma non trascorrere il tradizionale “pomeriggio in spiaggia”.

Verso questa seconda scelta vanno anche Finale LigureAlbenga: “Noi abbiamo 31 spiagge libere, di cui alcune molto piccole, a cui si accede non solo dalla passeggiata ma anche da aree private – spiega il sindaco ingauno Riccardo Tomatis – Diventa quindi estremamente difficile esercitare un controllo di qualche tipo sugli accessi. Avendo tante spiagge dovremo capire nei prossimi giorni come gestirle”. A Finale l’idea, chiarisce Ugo Frascherelli, è quella di “istituire un ticket per coprire i costi del guardianaggio. Non credo basti mettere due cartelli per garantire la sicurezza“.

Tra chi ha deciso di recepire in toto l’ordinanza regionale c’è invece il Comune di Borgio Verezzi, dove da domani le spiagge libere saranno regolarmente aperte. Con qualche perplessità: “Immaginare degli addetti alla sorveglianza comunali non è fattibile, non ci sono i soldi – spiega il sindaco Renato Dacquino – A questo punto l’unica soluzione è lasciare che le persone vadano liberamente al mare, responsabilizzandole e mettendo in campo controlli a campione per verificare il rispetto delle distanze. Certo non è la scelta migliore… ma è una scelta di pragmatismo, dovuta all’assenza di alternative”. Dovrebbero aprire regolarmente anche a Laigueglia, “ma – precisa Roberto Sasso Del Verme – aspetto di valutare l’ordinanza insieme ai colleghi dei Comuni limitrofi per prendere decisioni condivise”.

Per molti sindaci il dilemma, infatti, è destinato a risolversi solo nelle prossime ore. Tra chi deciderà domani ci sono Varazze (l’ipotesi più probabile anche qui è il divieto di stazionamento), Pietra Ligure (che potrebbe prorogare i divieti di una settimana) e Alassio: “La difficoltà è prettamente economica – spiega il vicesindaco reggente Angelo Galtieri – per coprire le nostre spiagge libere servirebbero almeno una decina di addetti. Se in qualche modo sarà possibile accedere a risorse, regionali o nazionali, allora se ne potrà parlare; altrimenti, con le risorse dell’ente, al momento ritengo altamente improbabile che si possa garantire quel tipo di servizio. Non è una priorità su cui si possano stornare le risorse per pagare quattro mesi e mezzo di stipendio a 10 persone. E se non si potrà fare, le spiagge libere dovranno inevitabilmente essere chiuse“.

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