Lo studio

Il coronavirus è arrivato in Liguria molto prima del “paziente zero” di Codogno

Lo rivela lo studio di Alisa effettuato su un campione di donatori di sangue

Generica

Regione. Il coronavirus è arrivato in Liguria a dicembre, ben prima che il primo paziente venisse trovato positivo a Codogno il 21 febbraio. Lo rivela lo studio di Alisa effettuato su un campione di donatori di sangue in regione.

“Da una prima analisi sui campioni raccolti nel mese di gennaio emerge che 13 campioni erano positivi agli anticorpi IgG, che compaiono almeno sette giorni dopo il contagio. Dati recentissimi dimostrano che i primi casi si sono verificati a dicembre, 5 nella città metropolitana di Genova e 4 a Savona. È estremamente probabile che già a dicembre ci fossero casi di Covid nella nostra regione“, ha spiegato Filippo Ansaldi, direttore della prevenzione Alisa.

Già il 27 dicembre, rivela lo studio, una Tac polmonare aveva evidenziato un caso che oggi risulterebbe sospetto coronavirus. Il primo caso era stato registrato il 23 febbraio, una turista arrivata ad Alassio da Castelnuovo d’Adda, uno dei paesi della prima “zona rossa”.

“Grazie alle indagini previsionali epidemiologiche e alle ricerche coordinate dalla nostra task force di Alisa, l’Azienda ligure sanitaria, possiamo confermare che la presenza del Covid-19 in Liguria risale a dicembre, ben prima quindi del cosiddetto ‘paziente zero’ di Codogno”, la conferma arrivata direttamente dal presidente di Regione Liguria Giovanni Toti.

“Questo, – ha proseguito, – significa che siamo stati investiti molto presto da questa pandemia, ma abbiamo reagito bene, garantendo una risposta efficace con tutti i posti letto necessari a curare i nostri pazienti, sia nelle terapie intensive sia nei reparti di media intensità. È la dimostrazione dello straordinario livello di capacità e preparazione dei nostri esperti, insieme ai quali siamo riusciti ad affrontare al meglio la fase più critica della pandemia e con i quali continuiamo a lavorare per il monitoraggio in questa delicata fase2, con dati che anche questa sera sono confortanti”.

Filippo Ansaldi, responsabile Prevenzione di Alisa, ha spiegato che “il dubbio che il coronavirus circolasse già prima del 25 febbraio 2020 (data del 1° caso ufficiale riscontrato ad Alassio) è emerso con la definizione del modello previsionale epidemiologico, realizzato da Alisa per dare una risposta sanitaria efficiente alla nuova emergenza in termini di posti letto e misure di prevenzione. Quel modello ha messo mette a confronto i pazienti Covid ricoverati nei reparti a media e alta intensità e quelli previsti: il quadro emerso ha fatto pensare che la circolazione del virus fosse verosimilmente antecedente la rilevazione dei primi casi confermati di Covid-19 in Liguria e riconducibile alla fine del 2019. La successiva ricerca sulle tac polmonari e le indagini sierologiche sulla popolazione di donatori hanno evidenziato che verosimilmente la circolazione del Covid in Liguria sia iniziata a partire da dicembre 2019”.

L’indagine sulle tac, ancora in corso, ha coinvolto i tre centri radiologici più rilevanti sistema sanitario regionale (Asl 2, ospedale Galliera e Policlinico San Martino) che hanno analizzato un campione di tac polmonari eseguite a partire da dicembre 2019: le tac polmonari, osservate attraverso valutazioni incrociate e secondo la classificazione della società olandese di radiologia, hanno evidenziato che i primi casi sospetti risalgono alla fine del 2019: a dicembre 2019 sono stati rilevati 5 casi suggestivi e un caso molto probabile, a gennaio 16 casi suggestivi e 42 casi molto probabili.

Inoltre da circa un mese sono in corso le indagini sierologiche sulla popolazione dei donatori di sangue: si osserva che nel mese di dicembre 2019 già 9 donatori avevano le IgG positive (anticorpo specifico al covid-19 che evidenzia l’entrata in contatto con il virus) mentre nel mese di gennaio 2020 i donatori con IgG positive sono 13.

 

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