Loano. Era partito il 26 maggio 2019 dalla Marina di Loano, alle 12, il viaggio della Patchouli II, la barca a vela con cui Massimo Vecchietti e la moglie Paola Broggi si erano avventurati in giro per il mondo con l’obiettivo di aiutare le persone bisognose: cibo, farmaci e materiale scolastico.
Milanese ma da anni residente a Loano, Massimo Vecchietti ha prestato servizio come anestesista in tre dei quattro ospedali della provincia di Savona: all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, al Santa Maria di Misericordia di Albenga e al San Paolo di Savona. Inoltre, è stato primario del dipartimento di emergenza dell’Asl2 savonese e per alcuni anni è stato commissario del comitato loanese della Croce Rossa, della quale è tuttora volontario. Sempre per la Cri ha svolto il ruolo di responsabile scientifico a livello regionale.
Dopo una vita dedicata alla sanità aveva voluto unire la sua passione con una missione solidale, realizzando il sogno di ogni velista, toccando i proverbiali sette mari (o quasi)… L’obiettivo: fornire assistenza medica alle popolazioni e alle persone bisognose.
Dopo aver salpato da Loano e attraversato il Mediterraneo la prima tappa era stata Gibilterra, in seguito l’arrivo a Fuerte Ventura nelle Isole Canarie per manutenzioni alla barca, fino ad arrivare all’Isola di Capo Verde: qui hanno incontrato un padre missionario che aiuta da anni i giovani della strada. Assieme a lui il medico in pensione e la moglie si sono addentrati all’interno per aiutare alcune famiglie in grave difficoltà economica e sanitaria.
Poi la lunga traversata atlantica, non senza difficoltà per problemi al timone, fino all‘Isola di Martinica. A seguire Guadalupa, l’Isola Antigua, tappa a Puerto Rico e l’arrivo nella Repubblica Dominicana: molti i contatti con preti missionari e altre organizzazioni umanitarie, con una serie di aiuti portati alle popolazioni locali più povere. Era il 1 marzo 2020, quanto lo scoppio dell’emergenza coronavirus li ha costretti a fermare il loro ambizioso programma: “Siamo stati tre mesi in quarantena nella nostra barca nella Repubblica Dominicana, non potevamo muoverci… La barca, secondo alcune statistiche elaborate negli stessi Paesi caraibici, sono stati i posti più sicuri, dove la diffusione del Covid-19 non si è di fatto verificata. Tuttavia sono stati giorni difficili, anche perchè era chiaro che dovevano interrompere il nostro viaggio umanitario tanto desiderato e al quale avevamo lavorato moltissimo, con impegno e passione” racconta lo stesso Vecchietti.
Lo stop imposto dall’emergenza sanitaria ha impediato alla coppia loanese di proseguire il percorso, che avrebbe dovuto portare la loro imbarcazione anche in Messico, a Cuba e in Guatemala, per poi dirigersi verso il sud America, Tobago, le Antille Olandesi, la Colombia, il canale di Panama e ancora verso l’oceano Pacifico (nel 2021), verso la Nuova Zelanda e infine l’Oceano Indiano (nel 2024/2025). Un lungo viaggio di cinque anni nel quale erano stati programmati alcuni ritorni a casa “temporanei e piuttosto brevi” per rivedere la famiglia e mettere a punto la barca.
“Ora siamo ritornati in Italia, ma vogliamo assolutamente riprendere il nostro viaggio prima possibile, quando la situazione sanitaria lo consentirà: dopo questa drammatica situazione ci sarà ancora più bisogno di assistenza medica e aiuto alle popolazioni. La speranza è di poter ripartire già nel prossimo mese di ottobre e ci stiamo organizzando per farlo” aggiunge Vecchietti.
La Patchouli II era stata infatti attrezzata al meglio: elettrocardiogramma, defibrillatore e perfino l’attrezzatura per piccoli interventi odontoiatrici, senza contare, ovviamente, una bella scorta di medicinali.
“Inoltre, sulla base dell’esperienza fatta prima dell’emergenza coronavirus, lavoreremo per la massima sicurezza e manutenzione della barca per migliorare ancora le sue prestazioni ed essere pronti ad ogni possibile evenienza: in questo modo potremo procedere senza troppe interruzioni e realizzare così il nostro sogno…” conclude il medico in pensione loanese.