Liguria. Domani, domenica 24 maggio, sarà la Giornata Europea dei Parchi, un’occasione per le associazioni ambientaliste per ribadire l’importanza di Parchi e Aree protette, anche in questa fase post emergenza sanitaria.
Sul futuro dei Parchi e sul ruolo che potrebbero giocare, soprattutto per rilanciare un’economia verde, che potrebbe diventare motore sostenibile della nostra regione, si parlerà lunedì 25 maggio dalle 18 in diretta streaming sulla pagina Facebook di Legambiente Liguria con Roberto Costa, coordinatore di Federparchi Liguria, Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree Protette per Legambiente e Stefano Sarti, vice presidente Legambiente Liguria.
Di seguito l’appello firmato da Federparchi Liguria, Legambiente Liguria, CAI Liguria, WWF Liguria.
Sono ogni giorno più evidenti le conseguenze sociali ed economiche provocate dalla crisi pandemica globale; in questa “fase 2” da poco avviata i Parchi naturali della Liguria si impegnano ad un ruolo strategico: palestre di benessere e di esercizio fisico e mentale, luoghi dove ripristinare, con la vita all’aperto nel rispetto delle regole del distanziamento, un corretto rapporto con l’ambiente oltre che strumento fondamentale per gestire una ripartenza legata ad un nuovo modello di sviluppo più rispettoso della biodiversità sul nostro pianeta. Il 22 maggio si svolgerà, come ogni anno, la Giornata mondiale della Biodiversità, ed il 24 maggio sarà la Giornata Europea dei Parchi, ma quale è il loro stato di salute in Liguria?
Nell’ultimo decennio amministrativo regionale, caratterizzato da giunte di diverso colore politico, i Parchi della Liguria hanno subito molte aggressioni: a fronte di una vivace capacità progettuale esercitata sul territorio per la tutela della biodiversità e per lo sviluppo sostenibile, è stato frequente il tentativo di sminuirne ruolo e peso, a partire dall’iniziativa, poi rientrata, dell’accorpamento in un unico Ente, per proseguire con disegni di legge che ne prevedevano la soppressione, come nel caso del Parco Montemarcello Magra Vara (salvato poi dalla mobilitazione in sua difesa e dal no all’abolizione anche all’interno della stessa maggioranza che governa la Regione Liguria) fino alla L.R. 19/2019 che ha cancellato l’istituzione del previsto Parco del Finalese, ed il discutibile “Masterplan” proposto per l’isola di Palmaria e all’irrisolta questione di Portofino Parco Nazionale.
Ora il momento è propizio per andare avanti e mettere in campo, in primis da parte della Regione Liguria, che ne ha le capacità tecniche, una rinnovata strategia di sistema per le nostre aree protette.
La crisi “Covid 19” ha dimostrato che il futuro dovrà essere incentrato sui temi della sostenibilità ambientale e della salute, che si sono intrecciati in maniera evidente con il tema della pandemia; serve quindi la capacità di non limitare gli obbiettivi alla sola tutela e gestione del territorio da un punto di vista naturale ma di estenderli all’azione necessaria a promuovere sinergie con l’agricoltura, il turismo, la ricerca e la cultura, con le Istituzioni, gli Enti locali, le Associazioni: sinergie che dovranno ampliare se non creare ex novo azioni concrete di sviluppo per il settore agricolo e zootecnico e per il turismo, con la valorizzazione di nuove professioni legate all’uso corretto dell’ambiente.
Occorre lavorare ad un’idea nuova di turismo, qualitativo e sostenibile, che favorisca la conoscenza delle bellezze liguri senza sovraccaricare il territorio, operi in stretta connessione con le filiere produttive ed acquisti la capacità di offrirsi in modo convincente ai potenziali fruitori.
Va quindi ripensata la mobilità, che dovrà essere “slow” e rispettosa dei luoghi: a piedi, in bicicletta, a cavallo, in natura e negli itinerari storici e culturali dei nostri borghi, con la consapevolezza che il distanziamento imposto dalle misure restrittive non sarà di breve durata.
Per questo chiediamo che da parte delle Istituzioni, nazionali, regionali e locali, venga data centralità, da subito, ai progetti che i Parchi hanno elaborato, nella prospettiva di un post emergenza: dalle iniziative di pulizia, manutenzione e segnaletica dei sentieri, all’investimento di adeguate risorse sul turismo sostenibile, sulla bioeconomia (agricoltura, selvicoltura e zootecnia, pesca), rafforzando con i necessari presidi finanziari le filiere produttive di qualità ed a basso impatto di CO2 già esistenti e che possono essere più facilmente riattivate.
È necessario prima di tutto che la Regione Liguria proceda al rinnovo della Governance dei parchi regionali, i cui CDA sono scaduti da mesi, con 4 Enti commissariati e quindi in condizione di svolgere esclusivamente l’ordinaria amministrazione: c’è bisogno di insediare quanto prima i nuovi CDA perché tutte le aree protette siano in grado di lavorare a pieno ritmo, in un contesto di sistema con la Regione e Federparchi.
Occorre infine istituire un Piano per l’educazione ambientale, destinata a diventare supporto fondamentale alla didattica formale, in luoghi e spazi sicuri: la rete dei centri di educazione ambientale (CEA) liguri da decenni impegnata su questi temi, è pronta a fare la sua parte. È infine necessario che lo Stato, che nel Decreto Rilancio ha inserito nelle ZEA (Zone ambientali economiche) i Parchi nazionali, allarghi l’iniziativa ad aree protette regionali ed aree marine protette.”
I Parchi sono laboratori di sperimentazione del futuro, ed il loro contributo è fatto di proposte ambiziose ma concrete e fattibili, che hanno bisogno tanto di risorse economiche mirate a supporto, quanto ed ancor più di politiche lungimiranti che sappiano raccogliere la sfida del tempo e trasformarla in opportunità per territori diversi tra loro, la costa spesso congestionata e le aree interne prostrate da uno storico disagio, ma tutti comunque uniti dall’orgoglio di sentirsi protagonisti dello sviluppo e delle strategie del loro Parco e della loro Regione.