Savona. “Gli alberghi di fatto non sono mai stati chiusi, sono chiusi perchè manca il mercato: per questo auspichiamo che con la partenza della stagione balneare il 1 giugno ci sia una ripartenza di tutto il settore turistico-ricettivo”. Lo ha detto oggi il presidente provinciale Upa – Unione Provinciale Albergatori – Angelo Berlangieri, il giorno dopo la nuova ordinanza regionale e in attesa delle prossime disposizioni nazionali sui possibili spostamenti tra regioni, “condizione essenziale affinchè le strutture possano riaprire”.
“La nuova ordinanza presenta al punto 4 un’importante novità per le imprese ricettive alla cui adozione abbiamo contribuito significativamente come Upa grazie alla specifica nota inviata all’assessore Berrino e alla richiesta formulata al governatore Toti durante la videoconferenza con lui svolta”.
“Indipendentemente dal codice ATECO è assentita la riapertura di RTA, locande, alberghi diffusi, affittacamere, bed & breakfast e CAV previo intervento di sanificazione e nel rispetto delle disposizioni in materia di distanziamento sociale e dei protocolli INAIL laddove esistenti”. In pratica in Liguria oltre agli alberghi possono essere aperti anche le RTA, le CAV, le locande, gli alberghi diffusi, gli affittacamere e i B&B fatto salvo il rispetto delle disposizioni di cui al DPCM del 27 aprile 2020 valido per tutt’Italia, Liguria compresa, fino alle ore 24.00 di sabato 17 maggio. Le imprese ricettive suddette aperte o che apriranno potranno ospitare esclusivamente: clienti Italiani provenienti o dalla Liguria in viaggio per comprovati motivi di lavoro, o per motivi di salute o per situazioni di necessità, tra le quali è compresa anche la visita ai propri congiunti. I clienti dovranno avere al seguito l’Autodichiarazione che attesti il motivo del viaggio e l’idoneità a spostarsi dal proprio domicilio; oppure dalle altre regioni italiane in viaggio per comprovate esigenze lavorative di assoluta urgenza o per motivi di salute. I clienti dovranno avere al seguito l’autodichiarazione che attesti il motivo del viaggio e l’idoneità a spostarsi dal proprio domicilio. In ogni caso è consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza a chi si trovi, per qualsiasi motivo, alla data del 4 maggio in una struttura ricettiva aperta” precisano gli albergatori savonesi.
“Possono ospitare clienti stranieri provenienti da paesi esteri che consentano l’uscita dai loro confini in viaggio in Italia esclusivamente per comprovati motivi di lavoro, o per motivi di salute o per situazioni di necessità. In questi casi se il soggiorno in Italia ha durata maggiore di 72 ore(prorogabili solo per esigenze specifiche e motivate per ulteriori 48 ore) è obbligatoria la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario(la quarantena) per 14 giorni nel luogo di dimora in Italia prima di poter aver accesso al territorio italiano. Nei casi di soggiorni di durata inferiore a 72 ore (prorogabili solo per esigenze specifiche e motivate per ulteriori 48 ore) non è obbligatoria la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario ma solo la comunicazione all’Asl del luogo di dimora in Italia e la durata del soggiorno, con l’obbligo di lasciare il nostro paese immediatamente alla scadenza del soggiorno”.
Le imprese aperte o che apriranno hanno l’obbligo di rispettare il protocollo condiviso per il contrasto e il contenimento della diffusione del Coronavirus negli ambienti di lavoro del 24 aprile 2020, pena la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza, e tutte le altre regole, procedure e comportamenti atti a contrastare la diffusione della pandemia.

Nonostante le incertezze sulla stagione estiva il mondo ricettivo savonese, a vario livello, si sta preparando, con diretto riferimento alle misure di sicurezza sanitaria e all’azione di sanificazione degli ambienti: “Il nostro motto è una estate sicura e attendiamo riscontro definitivo sul nostro documento dedicato proprio all’accoglienza – aggiunge ancora il presidente Berlangieri -. Ricordiamo che la specifica sulla disposizione dell’ordinanza regionale di ieri, ovvero “previ interventi di sanificazione” è rivolta solo alle strutture elencate nel punto 4 dell’ordinanza stessa e quindi in senso letterale le strutture ricettive alberghiere non sono incluse anche se per estensione potrebbe valere anche per gli alberghi oggi chiusi e che domani riapriranno”.
“Per sanificazione non s’intende un processo tecnico particolare con tanto di certificazione come nel caso della sterilizzazione che ha la necessità di esser dimostrata. Sanificare significa (sia in termine tecnico normativo sia in termine tecnico scientifici) mettere in atto le procedure di pulizia (rimuovere polvere sporcizia e corpi estranei con mezzi meccanici e uso di detergenti e acqua) seguite dalla disinfezione (procedimenti con cui si distruggono o inattivano microrganismi patogeni)”.
“La procedura in questo caso, prevenire il contagio da SARS – COV2, deve avvenire utilizzando prodotti disinfettanti utili contro il virus che a oggi sono: ipoclorito di sodio 1%, alcol 70%, perossido d’idrogeno 0,5% (l’unico su cui ancora qualche dubbio esiste) e cloruro di benzalconio 0,05%. La sanificazione la dobbiamo programmare ordinariamente nelle procedure di prevenzione del contagio (era prevista anche prima ad es. per tutte le procedure HACCP dei luoghi ove si manipolano alimenti) ad es. per le camere in partenza, nei bagni, per superfici e oggetti a contatto con le persone (sostanzialmente fare quello che si è sempre fatto con maggior frequenza usando i disinfettanti indicati)”.
“Abbiamo ricordati ai nostri associati, in via straordinaria, vista l’ordinanza del governatore Toti, prima di aprire ad integrare il vostro DVR, indicandola nel vostro protocollo aziendale di misure per prevenire il contagio: in pratica si prenderà atto delle linee guida nazionali, che speriamo siano il nostro protocollo Accoglienza Sicura, e si autocertificherà che il giorno prima della riapertura, come da linee guida, si è provveduto alla sanificazione dei locali e delle superfici della struttura. Se poi qualcuno vuole per diversi motivi affidare la sanificazione ad una ditta esterna può farlo ma non è un obbligo e il certificato da loro rilasciato è opponibile in caso di controlli al pari delle certificazioni aziendali” concludono gli albergatori savonesi.
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