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È il giorno della ripartenza: savonesi divisi tra paure e “tanta voglia di normalità” fotogallery

Tra distanze, mascherine e nuove norme, riaprono bar, ristoranti e negozi: tour di IVG.it nel savonese

Fase 2, il giorno della ripartenza

Savona. La Liguria riapre ufficialmente oggi, 18 maggio, come il resto del Paese, a caccia del tanto desiderato “ritorno alla normalità”, dopo circa 3 mesi di lockdown, tra alti e bassi. 

Ma la ripresa è ancora “sonnacchiosa”, se così possiamo definirla (fatta eccezione per quelli che sono apparsi come evidenti assembramenti su alcune panchine del centro), a Savona, dove ci siamo recati questa mattina, con una diretta dedicata, che è partita dal mercato civico, ripopolato nuovamente da tutti i banchi (fino alla scorsa settimana erano concessi solo quelli alimentari). 

Complice forse anche l’orario, ancora poche le persone in giro, tantissime delle quali, da segnalare (nonostante non vi sia l’obbligo all’aperto), munite di mascherine (alcune la tengono sotto il mento, pronte a tirarla su prima di entrare nelle attività). Idem i negozianti, dotati di tutti i dpi del caso e alcuni ancora impegnati nelle sanificazioni mentre altri, almeno per il momento, hanno deciso di non riaprire le serrande, in attesa di attrezzarsi (caso simbolo, via Pia, dove sono ancora molte la attività chiuse). 

Fase 2, il giorno della ripartenza

“Stiamo facendo controlli sul rispetto delle normative in vigore da oggi, – ha dichiarato ai microfoni di IVG Luciano Angeleri della polizia locale di Savona. – Al momento c’è parecchia osservanza di quello che è il distanziamento sociale, grazie anche alla collaborazione di tutti gli esercenti. Avere le idee chiare è ancora difficile, ci sono tantissime nuove norme da rispettare: dal canto nostro, c’è la massima disponibilità a collaborare. I negozianti di Savona si sono attrezzati e sembra essere tutto nella norma, ovviamente nell’ambito della grave emergenza che siamo vivendo”. 

Quindi, parola ai veri protagonisti della ripartenza: bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti e negozianti in generale, ognuno dei quali sta vivendo in modo diversa la prima giornata di “sblocco” e ha deciso di adottare norme diversificate. 

C’è chi come il bar Dory di via Mentana ha deciso, ad esempio, di adottare i distanziatori in vetro per garantire la distanza tra le persone ai tavoli e permettere anche ai non congiunti di sedersi assieme. Questo, unito a nastri per terra per segnare le distanze. 

Fase 2, il giorno della ripartenza

“Abbiamo i tavolini in meno di un metro e per poter far sedere più persone non congiunti abbiamo deciso di adottare questo sistema, – ha spiegato la titolare. – Abbiamo fatto asporto quando ce l’hanno permesso, ma con l’asporto non ti puoi pagare le spese. Oggi è il primo giorno e le spese sono comunque sempre superiori agli incassi: questo i politici dovrebbero capirlo. La gente ha paura. Abbiamo 1/3 dei posti a sedere e i locali sono quelli che sono. I nostri clienti ci vengono incontro, c’è chi aspetta fuori per poter entrare, il problema è questo tipo di lavoro però, secondo me non è consono alle spese a cui dobbiamo far fronte”, ha concluso. 

Misure diverse, ma pensieri simili quelli di Marco Casarino del bar Haiti di via Manzoni: “Da una parte è semplice per me far rispettare le norme: non faccio entrare nessuno, uso solo il dehor e faccio asporto da una finestrella. Ma alcuni bisogna dire che sembrano non capire cosa sia successo in questi mesi. Alle 9 avevo già discusso 4 volte con dei clienti per non far sedere troppe persone ai tavoli. Ho preso le distanze, rimosso i tavoli in più e lasciato 4 sedie solo perché non sapevo dove metterle, ma non permetto di sedersi a più di due persone per tavolo”. 

Clienti “attenti”, invece, stando alle parole del titolare e almeno per ora, quelli del bar Olimpia, che poche settimane fa aveva lanciato una raccolta firme proprio in favore dei negozianti savonesi: “Noi ci siamo sempre stati, anche solo con l’asporto. La notizia grandiosa è che ora si può anche bere il caffè in una tazza vera: mesi fa sembrava la normalità, oggi è una bellissima novità. I nostri clienti, almeno per ora, sembrano tutti responsabili e attenti, concentrati sull’atteggiamento giusto da tenere. Questo fa piacere perché non possiamo perdere tempo a discutere: se ognuno fa la sua parte sarà più facile ripartire”. 

Nel “tour” di IVG, presenti anche numerosi negozi di abbigliamento per adulti e bambini, ognuno dei quali ha adottato misure differenti, in particolare in base alla capienza delle varie attività: chi ha imposto l’entrata ad una sola persona per volta, chi fino a 2, chi ha optato per l’obbligo dei guanti oltre alla mascherina e chi (la maggior parte) si è attrezzato con dispenser con gel igienizzante. 

“Per ora gente in giro ce n’è davvero poca, – ha affermato la titolare di “Zebra a Pois” di via Paleocapa, centro pulsante delle shopping savonese. – Noi ne approfittiamo per continuare a preparare al meglio le nostre attività. Non possiamo far altro che andare avanti sperando che le cose, pian piano, vadano meglio. Ricominciare bisogna farlo per forza, per noi e per i clienti. Purtroppo c’è questo virus, non possiamo farci nulla, ma mantenendo le distanze di sicurezza ce la possiamo fare”. 

Fase 2, il giorno della ripartenza

Infine, capitolo parrucchieri che, a causa della Fase 2, sono diventati “astronauti” (per via dell’abbigliamento molto particolare) e con l’obbligo di ricevere clienti solo su prenotazione. Inutile nascondere che si tratta di una delle categorie che si sono sentite maggiormente svantaggiate da questa fase e dalle conseguenti e stringenti modalità di attuazione. 

Ecco la testimonianza della titolare di “Annaly Parrucchieri” di via Paleocopa: “Cosi non si lavora, si muore e basta. Abbiamo visiere in plexiglass, mascherine, guanti: pensare di lavorare 10 ore così è da fuori di testa. Speriamo di tenere duro: dobbiamo farlo soprattutto per i dipendenti e i clienti. Se non moriamo di virus, moriamo di fame”. 

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