Opportunità

Area di crisi complessa, oltre 350 nuovi occupati. Sindacati: “Ottimo risultato, peccato per il nodo infrastrutture”

Ecco l'esito della videoconfernza sull'iter per il rilancio economico e occupazionale in provincia

Savona. Cgil, Cisl e Uil territoriali esprimono soddisfazione rispetto all’incontro in modalità videoconferenza tenutosi questo pomeriggio con la Regione Liguria, alla presenza dell’Aassessore Benveduti, e dei funzionari del dipartimento dello Sviluppo Economico e Confindustria Savona sullo stato di avanzamento dell’iter dell’area di crisi industriale complessa del Savonese.

Nell’ambito della riunione è stato confermato l’ottimo risultato raggiunto, riconosciuto ed apprezzato dal Ministero anche rispetto all’andamento delle altre 18 aree di crisi complessa esistenti in Italia.

“Il lavoro fatto a Savona in termini di partecipazione delle imprese ai bandi nazionali e regionali è il più importante fatto registrare ad oggi in tutto il Paese” affermano i sindacati.

“Sono 14 i progetti ammessi alla fase istruttoria nell’ambito del bando nazionale gestito da Invitalia – con oltre 100 nuovi occupati; 62 progetti presentati nell’ambito del bando regionale per nuovi investimenti produttivi, di sviluppo e di ricerca. Per i primi si attende a breve il riconoscimento del finanziamento pubblico nazionale che è stato incrementato di oltre 12 milioni di euro pochi giorni fa grazie all’approvazione della decima commissione permanente su industria, commercio, turismo del Senato, cifra che consentirà di soddisfare tutte tutte le domande ammissibili. Nota dolente Invitalia dovrà attendere l’esito del ricorso al Tar – a fine novembre 2020, ancora una volta posticipato – da parte di una delle imprese che oltre un anno fa aveva fatto ricorso per essere stata esclusa dai finanziamenti”.

La Regione Liguria si è impegnata a chiedere al Ministero che le risorse economiche approvate in aggiunta dei 20 milioni di euro iniziali – 12 milioni di euro – possano essere messi a disposizione delle imprese che già sono state ammesse senza attendere l’esito del ricorso.

Per i bandi regionali Filse ha definito la griglia dei progetti da finanziarie fino ad esaurimento risorse (12,5 milioni di euro) – numero 28 progetti sui 62 totali – e a breve inizierà ad erogare le risorse, insieme ai 6 progetti approvati nel bando ricerca e sviluppo – 3,5 milioni di euro -. Grazie ai bandi regionali – nuove attività produttive e ricerca e sviluppo – i nuovi occupati saranno oltre 270, in attesa della presentazione del bando regionale per infrastrutture di ricerca – 3 milioni di euro – che sarà messo in campo nei prossimi mesi.

Le attività maggiormente interessate sono quelle manifatturiere, soprattutto per il settore della meccanica allocate nell’area della Valbormida.

“Alla luce del risultato del numero dei nuovi occupati tra bandi nazionali e bandi regionali ha dimostrato la bontà del meccanismo condiviso dal territorio per l’attribuzione dei finanziamenti per i bandi regionali – costruito in base al numero dei nuovi occupati rispetto agli investimenti e quindi finanziamenti pubblici – meccanismo che dovrebbe essere messo in campo anche per altri percorsi di questo tipo, perché risponde meglio all’obbiettivo primario che è quello di creare nuova occupazione stabile” aggiungono ancora Cgil, Cisl e Uil savonesi.

“Sul tema delle Politiche Attive del Lavoro, siamo ancora in attesa di un progetto sulla formazione da parte dell’Assessorato competente tenendo conto degli oltre 2,7 milioni di euro a disposizione grazie all’accordo di programma del savonese. Assessorato che contatteremo nei prossimi giorni con l’obbiettivo di condividere strumenti che possano garantire l’inserimento lavorativo di parte dei lavoratori inseriti nel “bacino dei lavoratori disoccupati”.

“Purtroppo constatiamo ancora una volta la mancanza di politiche industriali da parte della politica nazionale, che oltre a rallentare l’intero percorso, mettendo seriamente a rischio il buon lavoro fatto dal territorio – vedi ennesimo posticipo dell’udienza per il ricorso al Tar – non è stata in grado di intervenire in maniera decisa sul tema delle infrastrutture, utilizzando l’accordo di programma e le risorse dell’area di crisi industriale complessa per rimettere al centro questo fondamentale aspetto. La carenza delle infrastrutture materiali ed immateriali del nostro territorio riducono notevolmente le potenzialità e l’attrattività della nostra provincia. Sarebbe servito l’opposto”.

“Cgil Cisl e Uil di Savona hanno “costruito” fin dal 2016 una piattaforma in cui indicavano delle proposte precise per rilanciare il nostro territorio, pretendiamo che il Governo e i Ministeri interessati non isolino la nostra provincia dando risposte concrete ai tanti problemi che oggi più di ieri affliggono l’economia e la società Savonese” concludono i sindacati.

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