Finale Ligure. Tentato omicidio e incendio. Sono queste le accuse delle quali dovrà rispondere Francesco D’Agostino, l’uomo di 58 anni dipendente di Finale Ambiente (la partecipata che gestisce il porto di Capo San Donato) che questa mattina ha ferito quattro persone e ha tentato di dare fuoco ad una palazzina all’interno dell’area portuale.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ieri l’uomo avrebbe ricevuto una nuova lettera di richiamo o di chiarimenti da parte della direzione del porto. Di fronte a questo provvedimento, l’uomo avrebbe dato in escandescenza e questa mattina si sarebbe presentato sul posto di lavoro (l’ufficio amministrativo del porto) visibilmente alterato. Giunto in ufficio avrebbe chiesto di parlare con Simona Ferrando, direttrice di Finale Ambiente, e Michele Scarlatti, responsabile tecnico della società. I due però, non erano presenti e perciò D’Agostino si sarebbe allontanato dall’edificio.
Alle 9 ha avuto inizio una riunione a cui hanno partecipato, oltre a Scarlatti, anche un altro dipendente della società ed un tecnico esterno. Al termine dell’incontro, i tre sono rimasti per qualche minuto all’interno dello stabile. Ad un tratto, i tre avrebbero udito (provenienti da fuori) le urla di un altro dipendente di Finale Ambiente, il quale, ferito, avrebbe chiesto aiuto dopo essere stato aggredito. Le tre persone all’interno dell’ufficio avrebbero dunque aperto la porta facendo entrare il collega. Insieme a lui, però, sarebbe entrato nell’ufficio anche D’Agostino, che avrebbe sferrato diversi fendenti contro i presenti.
Dopo la colluttazione, il 58enne sarebbe stato “ricacciato” all’esterno e la porta sprangata. I quattro, però, non sono rimasti del tutto illesi: due hanno riportato tagli agli arti nel tentativo di difendersi dai colpi mentre Scarlatti ha subito grave ferita ad un fianco. A questo punto D’Agostino avrebbe fatto ritorno all’ufficio con una tanica di benzina: dopo aver sfondato il vetro di una porta-finestra, l’uomo avrebbe iniziato a versare il carburante all’interno dell’ufficio tentando così di appiccare un incendio. Poi si sarebbe dato alla fuga.
Tre delle quattro persone all’interno dell’ufficio sarebbero riuscite a scappare, mentre un quarto sarebbe rimasto bloccato all’interno dell’ufficio della direzione. A salvarlo sono stati i vigili del fuoco, ma nei minuti precedenti il loro arrivo è stata determinante l’iniziativa di un carabiniere, il maresciallo Fiorinelli (vicecomandante della stazione locale) che attraverso una finestra ha cosparso l’uomo e la stanza con il contenuto di un estintore per preservarlo dalle fiamme.
Al porto sono giunti anche il personale della guardia costiera di Savona, la polizia locale di Finale Ligure ed il personale dei vigili del fuoco che hanno curato la direzione tecnica e domato l’incendio.
I feriti sono stati trasportati, a mezzo ambulanza, all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Tre di loro, come detto, hanno riportato diverse ferite da taglio, mentre il quarto una leggera intossicazione.
Dopo l’aggressione D’Agostino è stato bloccato dai carabinieri di Finale Ligure. Dopo i primi accertamenti di rito, è stato trasferito presso la cella di sicurezza della compagnia dei carabinieri di Albenga. Nel corso del pomeriggio sarà trasferito presso il carcere di Imperia.
Secondo i primi elementi raccolti dalla magistratura savonese, dal procuratore capo Ubaldo Pelosi e dal pm Giovanni Battista Ferro, a scatenare l’ira del 58enne l’avvio di un procedimento disciplinare avviato nei suo confronti da parte della direzione del porto: all’uomo veniva contestata una parziale corresponsabilità nell’affondamento di un’imbarcazione avvenuto a febbraio.
Ciò lo avrebbe mandato su tutte le furie: alcuni testimoni hanno riferito che già ieri il marinaio avrebbe annunciato in qualche modo l’intenzione di vendicarsi, minacciando i dirigenti dell’azienda. Stando alla Procura savonese, l’uomo si sarebbe presentato sul posto di lavoro “armato” di coltello e benzina, quindi con la precisa intenzione di usare violenza contro le persone presenti e successivamente incendiare la palazzina.
“Era una persona un po’ irascibile, ma non aveva mai dato segni di squilibrio” ha raccontato un testimone sul posto.