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Toirano contro il 5G: il sindaco De Fezza vieta l’installazione (e la sperimentazione) di nuove antenne

"Fino a che non ci saranno garanzie per la salute dei cittadini allora mi opporrò con ogni mezzo all'intallazione di antenne ed infrastrutture"

Antenna telefonia mobile

Toirano. Il Comune di Toirano dice no al 5G. Nella giornata di ieri il sindaco, Giuseppe De Fezza, ha emesso un’ordinanza che vieta “a chiunque la sperimentazione o installazione del 5G sul territorio” toiranese.

Come ci tiene a precisare lo stesso primo cittadino toiranese “non si tratta di un’ordinanza contro il progresso, ma una tutela per i miei cittadini in attesa che venga fatta chiarezza sugli eventuali aspetti salutari” legati alla nuova tecnologia. Nell’ordinanza, infatti, viene ricordato che “il Consiglio dell’Unione Europea ha emanato in data 12 luglio 1999 la Raccomandazione numero 1999/519/CE relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz, affermando come sia imperativo proteggere i singoli cittadini dagli effetti negativi sulla salute che possono derivare dall’esposizione ai campi elettromagnetici, come si ritenga necessario istituire un quadro comunitario in relazione alla protezione della popolazione con aggiornamenti, valutazioni e analisi periodiche degli impatti sulla salute anche in funzione dell’evoluzione tecnologica, chiedendo agli Stati membri di considerare anche i rischi nel decidere strategie e promuovendo la più ampia diffusione dell’informazione alla popolazione su effetti e provvedimenti di prevenzione adottati”. Inoltre “con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 luglio 2003 sono stati fissati limiti di esposizione e valori di attenzione, applicando l’insieme completo delle restrizioni stabilite nella Raccomandazione con una riduzione dei valori limite e di attenzione per tenere in conto, almeno a livello macroscopico, anche degli effetti a lungo termine non presi in considerazione nella raccomandazione”.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità “circa il 3% della popolazione è affetta da problemi di elettrosensibilità (per l’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Berna gli elettrosensibili arrivano al 5% degli elvetici mentre in Svezia studi indicano tale valore nel 10%)”. Inoltre “è stato dimostrato in quattro studi (Rea 1991 Havas 2006, 2010, McCarty et al. 2011) che è possibile identificare persone con ipersensibilità elettromagnetica e dimostrare che possono essere testati usando risposte obiettive, misurabili, dimostrando che questi soggetti sono realmente ipersensibili se confrontati con i normali controlli” mentre “altri studi dimostrano che ci sono veri e propri cambiamenti fisiologici nei soggetti con Elettrosensibilità e che due studi (De Luca, Raskovic, Pacifico, Thai, Korkina 2011 e Irigaray, Caccamo, Belpomme 2018) hanno dimostrato che le persone elettrosensibili hanno alti livelli di stress ossidativo e una prevalenza di alcuni polimorfismi genetici, che potrebbero suggerire una predisposizione genetica”.

Infine “nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come possibili cancerogeni per l’uomo e che il l° novembre 2018 il National Toxicology Program ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una ‘chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore’. Il rapporto aggiunge che esistono anche ‘alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali’. Si precisa che trattasi ancora a situazioni connesse a 2G e 3G, mentre ora il progetto delle compagnie è quello di introdurre in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G. Nel marzo 2018, inoltre, sono stati diffusi i primi risultati dello studio condotto in Italia dall’Istituto Ramazzini di Bologna (Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni), che ha considerato esposizioni alle radiofrequenze della telefonia mobile mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio sui telefoni cellulari del National Toxicologic Program, riscontrando gli stessi tipi di tumore. Infatti, sono emersi aumenti statisticamente significativi nell’incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi hanno individuato un aumento dell’incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio dell’NTP: iperplasia delle cellule di Schwann e gliomi maligni (tumori del cervello) alla dose più elevata”.

Il sindaco aggiunge: “Il 5G è una tecnologia all’avanguardia che potenzierà l’utilizzo di internet, delle comunicazioni digitali e dei trasferimenti dei dati. Ma del 5G non si ha ancora una chiara definizione sugli effetti sulla popolazione, ma solo studi che ne delineano la pericolosità. Il 5G è una tecnologia potenzialmente pericolosa perché si basa su microonde a frequenze più elevate delle precedenti versioni, anche dette onde millimetriche, il che ha due implicazioni ovvie: maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani) e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessità di più ripetitori (a parità di potenza) per garantire il servizio indoor (negli USA hanno stimato un impianto ogni 12 edifici). Gli studi sugli effetti biologici di questo tipo di radiazione elettromagnetica sono appena agli inizi e indicazioni preliminari (le sperimentano in Russia per le terapie del dolore) paiono mostrare effetti sulle terminazioni nervose periferiche (stanchezza, sonnolenza e parestesia)”.

Proprio per il carattere di novità “sperimentazioni del genere dovrebbero valutare l’impatto e prendere in considerazione il rischio attribuibile a tale intervento prima che lo stesso sia realizzato, potendo fare ancora valutazioni ex-ante sul se e come realizzarlo. Malgrado la sperimentazione del 5G sia già stata avviata, non esistono studi che, preliminarmente alla fase di sperimentazione, dovrebbero doverosamente fornire una valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi a quelle esistenti”.

Alla luce di questa situazione, il sindaco ha emesso un’ordinanza con cui vieta “a chiunque la sperimentazione o installazione del 5G sul territorio del Comune di Toirano, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea, in attesa del termine delle valutazioni degli uffici interni ed in subordine all’emanazione di linee guida aggiornate da parte gli organismi di tutela della salute e dell’ambiente nazionali e regionali basati sui dati scientifici più aggiornati, fra i quali la nuova classificazione della cancerogenesi delle radiofrequenze 5G annunciata dall’International Agency for Research on Cancer”. Inoltre, De fezza ordina “di subordinare l’accettazione di qualunque procedimento a una verifica preliminare con l’autorità politica responsabile della salute dei cittadini”.

In ultimo, il sindaco di Toirano diffida “tutti i gestori di telefonia ad eseguire qualsiasi tipo di attività inerente la manutenzione dei siti che comportino la sostituzione e o la modifica di quanto già presente ed insistente sul territorio comunale, così come diffida tutte le altre società cointeressate e presenti con i loro impianti di telefonia mobile a Toirano, all’installazione di tecnologie 5G fino alla intervenuta emissione del parere sanitario sulla sicurezza delle esposizioni elettromagnetiche da parte dell’Istituto Superiore della Sanità e dell’Inail”.

Ma l’intervento di De Fezza non si è limitato a questo: il sindaco, infatti, ha inviato una lettera all’associazione Bandiera Arancionee alla Inwit spa (e per conoscenza anche al governatore della Liguria Giovanni Toti e al prefetto di Savona Antonio Cananà) ricordando che “il comune di Toirano a partire dal 2006 è entrato a far parte dei comuni della Bandiera Arancione, con lo scopo di favorire la promozione turistica e di sensibilizare sulle tematiche ambientali, di scambio culturale, confronto e crescita economica delle comunità locali coinvolte, attraverso progetti ed iniziative. Da canali non ufficiali, l’amministrazione di Toirano, da pochi giorni, ha appreso che il 15 novembre 2018 il Touring Club Italiano, attraverso l’associazione dei paesi Bandiera Arancione ha stipulato un accordo quadro con la società Inwit spa, nata dal gruppo Telecom Italia. La convenzione prevede il lancio del 5G nei 227 borghi e piccoli centri italiani che saranno coperti in maniera ubiquitaria da mini antenne 5S con sistema Das”.

“Fatto grave – aggiunge De Fezza – ad oggi non risultano a questo Comune documenti ufficiali che attestino la presa d’atto di tale convenzione e non ci risulta alcun contatto con tale società per conoscere il progetto su Toirano”.

De Fezza sottolinea poi le possibili criticità legate alla eventuale presenza di apparati per il 5G sul territorio: “La tecnologia 5G sappiamo tutti che destas molta preoccupazione nei cittadini, in temap di salute pbublica. Numerosi sono gli studi effettuati e pubblicati da istituti di ricerca differenti che getano luci ed ombre sugli effetti di tale tecnologia, non solo dal punto di vista ambientale e sanitario ma anche, per esempio, sulla sicurezza digitale. Tuttavia, nella consapevolezza che il 5G sia uno strumento tecnologico d’avanguardia, che potenzierà grandemente le comunicazioni digitali e l’interscambio dei dati, offrendo un’opportunità di sviluppo economico sociale alle aziende, ai territorio, ai cittadni, al momento permangono ancora molte perplesità e timori sulle possibili ripercussioni sulla salute dei cittadini. Vi è infatti la necessità di ottenere rassicurazioni in merito che possano garantire che lo sviluppo non avvenga a scapito della sicurezza. Fino ad allora mi opporrò con ogni mezzo all’installazione di antenne ed infrastrutture relative a tale tecnologia”.

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