Disappunto

Sanità, affondo del PCI: “Aberrante attegimento della Regione nei confronti dei lavoratori delle RSA”

Dura presa di posizione del Partito Comunista Italiano: "Non chiamateli eroi o angeli solo per pulire le vostre coscienze!"

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Foto d'archivio

Regione. “Come Partito Comunista Italiano contestiamo e troviamo aberrante l’atteggiamento della regione Liguria nei confronti dei lavoratori di RSA, case di riposo, etc. La decisione dell’Asl di fare i test ai lavoratori solo dopo 12 giorni di malattia è, infatti, un atto gravissimo, una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori e delle strutture dove operano; una chiara mancanza di considerazione riguardo la salute di chi ha necessità di certi servizi”. A parlare, in una nota, è la federazione ligure del Partito Comunista Italiano.

Spiegano dal partito: “La giunta regionale ligure così facendo è in palese violazione con la nostra Carta Costituzionale ed in contrasto con le raccomandazioni del OMS e dell’ISS. Di fatto, stiamo assistendo già da qualche giorno, sulla pelle di lavoratori e cittadini, all’avvio della Campagna elettorale di due facce della stessa medaglia: Toti con tutto il centrodestra e il “cosiddetto” centrosinistra. Invitiamo quest’ultimo (PD in testa) a non cercare una nuova “verginità” ricordandogli che le azioni a livello regionale e livello nazionale portate avanti negli anni parlano chiaro e non sono state molto diverse da quelle del centrodestra né sui diritti dei lavoratori, né, tanto meno, sullo smantellamento della sanità pubblica (tagli pari a 37 miliardi in 10 anni)”.

“In questo momento così difficile per la nostra comunità come PCI ribadiamo la nostra posizione – continuano –  i test (tamponi, sierologici) siano, al più presto, garantiti gratuitamente a tutti i lavoratori in prima linea sia nelle strutture ospedaliere sia nelle case di riposo che nelle RSA, etc. Aspettare 12 giorni è una follia!; la sanificazione di tutte le strutture interessate sia immediata e continua, assicurando al lavoratore e all’utente il più alto livello di sicurezza; infermieri, medici, OSS con contratti a termine siano assunti con contratti a tempo indeterminato in modo che, finita l’emergenza, possano contribuire a creare le condizioni per ‘invertire la rotta’ riguardo politiche regionali e nazionali che da anni non fanno che smantellare la sanità pubblica invece di lavorare ad un suo rafforzamento che possa garantire un diritto fondamentale, quello alla salute”.

“È il momento di pensare alle priorità, ai diritti dei lavoratori e dei cittadini che non possono continuare a pagare con la loro salute politiche scellerate che hanno devastato il sistema sanitario pubblico nazionale. Non chiamateli eroi o angeli solo per pulire le vostre coscienze!” concludono.

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