Esclusione e polemica

San Martino escluso dalla sperimentazione Remdesivir, la rabbia di Toti: “Siamo esterrefatti”

Ma dopo l'attacco del Pd, arriva quello dell’M5S mentre Forza Italia e Italia Viva chiedono il coinvolgimento del nosocomio genovese

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Regione. “È una scelta che ci lascia esterrefatti quella di escludere il Policlinico San Martino, uno dei primi ospedali d’Italia e la cui Clinica Universitaria di Malattie Infettive era già impegnata nella sperimentazione del Remdesivir, dall’utilizzo di questo farmaco secondo le nuove regole dell’Aifa”.

Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in merito alla scelta effettuata da Aifa e dall’azienda farmaceutica di escludere il Policlinico San Martino dalla partecipazione al programma di ‘uso expanded access’ del Remdesivir sui pazienti positivi al coronavirus. Ieri l’assessore Viale ha scritto ad Aifa per chiedere che la Liguria venga inserita nel programma.

“Mentre in alcune regioni sono stati scelti addirittura due siti di sperimentazione, alla Liguria, alla sua Università e al suo principale ospedale è stata negata questa possibilità. Abbiamo chiesto ad Aifa di conoscere i criteri di tale scelta, perché, scorrendo l’elenco delle strutture accreditate, senza voler sminuire nessuno, riteniamo che il Policlinico San Martino abbia tutte le carte in regola per far parte dei primi dieci ospedali d’Italia individuati per la sperimentazione. Sosteniamo la protesta dei nostri medici specialisti e ci auguriamo che dietro tutto questo non vi sia una scelta politica difficilmente spiegabile ai cittadini sella Liguria”.

“Non stupisce – aggiunge il governatore – che Pd si schieri contro medici, scienziati, cittadini dei liguri per difendere scelte discutibili: mi sarei aspettato, e credo anche i liguri, di averli almeno questa volta dalla nostra parte”, conclude Toti.

Ma dopo l’attacco di ieri da parte proprio del Pd, oggi è arrivata la replica in merito del capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Alice Salvatore: “Per quanto riguarda la sperimentazione del Remdesivir, il Ministero ha già spiegato che è l’azienda a stabilire dove e quanto erogare il farmaco in uso compassionevole e a scegliere altresì i centri per gli studi. Peraltro, la quantità di medicinale esistente è a oggi limitata. Toti eviti di trasformare anche questioni serie come questa in propaganda elettorale: il suo intervento in merito ci è parso francamente stucchevole e diseducativo”. 

L’onorevole Roberto Bagnasco, capogruppo di Forza Italia in commissione Affari Sociali alla Camera, ha inviato una lettera inviata all’Agenzia Italiana del Farmaco, Aifa, all’azienda farmaceutica produttrice Gilead e, per conoscenza, al Ministero della Salute e alla Regione Liguria: “Una struttura importante come l’Ospedale Policlinico San Martino non merita di essere esclusa dal programma Aifa-Gilead per la lotta al Sars-Cov-2, tanto più che un programma di uso compassionevole del farmaco Remdesivir è già stato sperimentato, purtroppo con solo tre trattamenti al San Martino. So che la Gilead, per far fronte al bisogno assoluto di terapia, e di questo ne prendo ufficialmente atto, ha scelto di avviare programmi di uso terapeutico, modalità più veloce dell’uso compassionevole ma credo che interrompere una sperimentazione già avviata, penalizzi non solo un Policlinico così importante, ma soprattutto una popolazione ligure che purtroppo, in Italia, è tra le più colpite dal Coronavirus”.

Richiesta rilanciata anche dall’onorevole Raffaella Paita di Italia Viva e dal consigliere regionale Valter Ferrando: “Non comprendiamo e ci lascia fortemente perplessi  la scelta di non inserire il Policlinico di San Martino tra i centri di sperimentazione del Remdesivir su pazienti Covid-19. Questo per tre ordini di ragioni: il farmaco era già un uso presso il nostro Policlinico, avendo dimostrato anche effetti positivi sui pazienti. Il San Martino è uno dei maggiori centri di ricerca e sperimentazione anche per l’infettivologia, dotato di clinica e dipartimenti. Infine la Regione Liguria è stata una tra le regioni del nord più coinvolte  dalla pandemia, con un tasso di letalità che ci vede secondi solo alla Lombardia. Quindi non troviamo motivo ragionevole per escluderci completamente da questa importante fase di sperimentazione.  Non ci interessano i battibecchi politici, a noi interessa il bene della Liguria sempre. Presenteremo un’interrogazione al Ministero della Sanita’ perché si faccia luce sui motivi di questa scelta e per verificare se sia possibile cambiarla nell’interesse dei cittadini liguri già duramente colpiti da questa epidemia e penalizzati da una gestione regionale della sanità del tutto inadeguata nella fase di emergenza”.

Questa la posizione dei parlamentari liguri della Lega Edoardo Rixi, Flavio Di Muro, Sara Foscolo e Lorenzo Viviani, che hanno annunciato la presentazione di un’interrogazione al ministro della Salute Speranza in commissione Affari sociali alla Camera: “I liguri hanno il diritto di sapere perché il primo ospedale della regione, polo di riferimento a livello nazionale come ricerca universitaria, il San Martino di Genova, sia stato escluso dal piano di sperimentazione del farmaco Remdesivir anti Ebola. La Clinica universitaria del Policlinico genovese aveva già avviato una prima sperimentazione del farmaco, autorizzata dal comitato etico del San Martino su alcuni pazienti. La sperimentazione, oltre un mese fa, aveva portato alla guarigione di un paziente affetto da Covd-19”.

“Dopo che il governo, con una scelta centralizzatrice ha esautorato di tutte le competenze i Comitati etici regionali, la sperimentazione del farmaco antivirale, che avrebbe potuto salvare forse molte vite, è stata sospesa e sottoposta all’autorizzazione dell’Aifa, con il Dl Cura a marzo. Oggi, dopo che la Regione Liguria e i medici virologi hanno sollevato una legittima protesta, arriva la replica dell’Agenzia italiana del farmaco, che attribuisce la responsabilità alla ditta produttrice del Remdesivir. A questo punto, in questo domino di scaricabarile, vorremmo capire le reali competenze dell’Aifa e le ragioni per cui un farmaco, che stava dando primi importanti risultati sui pazienti al San Martino di Genova, non può essere sperimentato in Liguria, una delle regioni maggiormente colpite dal Covid-19”, hanno concluso.

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