E oggi lo so che vi mancherà tutto quello che fino all’anno scorso magari avete detestato.
E che l’anno scorso avete sbruffato quando siete entrati in sala da vostra madre, e avete scoperto di essere finiti di nuovo nel tavolo dei piccoli.
E vi siete arrabbiati. Perché l’uovo a voi piace fondente, ma ve lo hanno sempre comprato, da ormai quaranta anni, sempre al latte.
E da ragazzini avete odiato il dover stare a tavola, mentre i vostri amici erano sui prati.
E il nonno. Che vuole mangiare a mezzogiorno.
Vostro padre. Che vi mette le mani in faccia, e cerca di darvi in un solo giorno tutte le carezze che non è stato capace di darvi in una vita.
E la nonna. Che succhia la testa del povero capretto, e cerca di convincervi ad assaggiare l’occhio, perché è la parte più buona.
Vostra madre. Che non si siede mai. Che non mangia mai. Ma che è riuscita a far entrare un muflone farcito dentro al piccolo forno di casa. Con contorno di carciofi , ovviamente.
E lo zio. Che cerca di impedire ai bambini di aprire tutte le uova insieme e di convincerli a tenerne qualcuno per il giorno dopo.
E i bambini. Che lo ignorano bellamente.
E la nonna. Che vi ricorda di far attenzione a non buttare le posate insieme alle bucce delle fave.
E i bambini. Che spaccano le uova a testate e si infilano più cioccolata possibile prima che venga tolta loro.
E vostro cugino vegetariano. Che guarda la carcassa del capretto inorridito.
E vostra madre. Che ha cucinato per lui sugo di carciofi. Ma nel soffritto ci ha messo la salsiccia.
E vostro padre. Che tenta di allenarvi a vincere il campionato mondiale di resistenza per misofonici.
E vostra sorella. Che vi guarda dall’altra parte del tavolo con la faccia divertita e vi sussurra di resistere.
E vostro cognato. Che non ha il coraggio di dire no a nessuno, e finisce per ritrovarsi nel piatto gli avanzi di tutta la tavolata.
E i vostri nipoti. Coi bavaglioli sporchi di sugo e moccio.
E i vostri figli. Che li imboccano promettendo di giocare a nascondino se mangeranno un po’ di verdura.
E i cani. Che fanno spuntare il tartufo da sotto il tavolo sulle ginocchia dell’anello debole della tavolata.
E vostro nonno. Che allungherà le costine ai cani.
E tutti. Che rincorreranno all’improvviso i cani in una rutilante tarantella, aprendo loro le fauci e cercando di evitare che si buchino l’intestino.
E il nonno. Che vi guarda stupefatto e vi dice con aria innocente che i cani mangiano le ossa. Da sempre.
E vostro padre. Che allunga un maialino di scamorza ad ogni bambino. O un elefantino.
E i bambini. Che ridono addentando il culetto del formaggio, o la proboscide, cercando di capire se la scamorza in questione sia maschio o femmina.
E vostra sorella. Che vi si siede accanto e vi dice che vi ha fatto una torta buonissima.
I nipotini sulla sedia.
La poesia. Gli applausi. Il nonno sgancia cinquanta euro a nipote.
Date bacino e ringraziate.
E oggi lo so che vi mancherà tutto quello che fino all’anno scorso magari avete detestato. Occhio di capretto compreso.
Ma lo rifaremo ancora. Lo rifarete ancora.
Non vi abbattete.
E se proprio non riuscite a essere positivi, pensate che c’è di peggio: pensate a mio cugino vegetariano che sono anni che si mangia sugo di carciofi.
E salsiccia.
“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia Pistacchio, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Ogni martedì uno spazio al femminile dal taglio volutamente “leggero” in cui parlare a 360 gradi di tutto ciò che ruota intorno alle donne. In salsa savonese, naturalmente. Clicca qui per leggere tutti gli articoli