L'angolo dei curiosi

“Pezzi di cuore”, a ogni fase della vita corrisponde una libreria

"L'Angolo dei Curiosi" è la rubrica per chi è desideroso di vedere, ascoltare, conoscere: ogni giovedì con Giulia Grenno

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Cari curiosi,
Sapete, io credo che ad ogni fase della vita debba corrispondere una determinata libreria.
Fatta di storie che sanno farci compagnia.
Fatta di titoli che resteranno sempre impressi in un angolo del nostro cuore dove si annidano i pensieri più dolci.

Forse è proprio per questo che amo i libri: molti di loro sanno far nascere delle meravigliose storie d’amore.
Puoi passare anni senza leggere quelle determinate pagine eppure, non appena ti ci ritrovi, riscopri la magia della prima volta in cui ti sei affacciato su quel mondo nato dalla fantasia dello scrittore, hai conosciuto quei personaggi così unici e particolari e hai vissuto avventure indimenticabili con loro.

Quindi, senza ulteriori indugi, ecco la libreria di quando ero bambina o, almeno, i tre libri che più mi ho amato, accompagnati da una loro citazione.

Le Streghe, Roahld Dahl.

“Nelle fiabe le streghe portano sempre ridicoli cappelli neri e neri mantelli, e volano a cavallo delle scope.
Ma questa non è una fiaba: è delle STREGHE VERE che parleremo.
Ci sono alcune cose importanti che dovete sapere, sul loro conto; perciò aprite bene le orecchie e cercate di non dimenticare quel che vi dirò.
Le vere streghe sembrano donne qualunque, vivono in case qualunque, indossano abiti qualunque e fanno mestieri qualunque. Per questo è così difficile scoprirle”.

La Storia Infinita, Michael Ende.

«Hai mai visto il Nulla, figliolo?»
«Sì, più d’una volta.»
«E com’è?»
«È come se si fosse ciechi.»
«Bene. E quando ci siete caduti dentro, vi rimane addosso, il Nulla. Siete come una malattia contagiosa, che rende gli uomini ciechi, così che non distinguono più l’apparenza dalla realtà. Sai come vi chiamano laggiù?»
«No», mormorò Atreiu.
«Menzogne!» abbaiò Mork.
Atreiu scosse la testa. Le labbra gli si erano sbiancate, come se tutto il sangue lo avesse abbandonato.
«Come può essere?»
Mork se la godeva un mondo dello spavento di Atreiu. Era evidente che quella conversazione lo rianimava. Dopo un po’ proseguì:
«Che cosa sei laggiù, mi domandi? Ma che cosa sei qui? Che cosa siete dopotutto, voi abitanti di Fantàsia? Chimere, visioni fantastiche, immagini di fantasia, invenzioni del regno della poesia, personaggi di una storia senza fine! O forse che tu ti ritieni realtà, figliolo? Be’ sì, certo, qui nel tuo mondo lo sei. Ma una volta che sei passato attraverso il Nulla, non lo sei più. Allora diventi irriconoscibile. Allora sei in un mondo diverso. Laggiù non avete più alcuna somiglianza con voi stessi. Voi portate nel mondo degli uomini accecamento e illusione. Indovina un po’, figliolo, che fine fanno tutti gli abitanti della Città dei Fantasmi che si sono gettati nel Nulla?»
«Non lo so», balbettò Atreiu.
«Diventano manie, idee fisse nella mente degli uomini; immagini d’angoscia, là dove non c’è motivo d’angoscia; idee di disperazione, là dove non c’è ragione di disperarsi; desiderio di cose che poi li fanno ammalare.»
«Diventiamo tutti così?» domandò Atreiu terrorizzato.
«No», rettificò Molk, «ci sono molte forme diverse di illusione e di follia: a seconda di quello che siete stati di qua, belli o brutti, stupidi o intelligenti, diventate di là menzogne belle o brutte, stupide o intelligenti.»
«E io», domandò Atreiu, «che cosa diventerò io?»
Mork sogghignò.
«Questo non te lo dico, bimbo mio bello. Lo vedrai da te. O meglio, non lo vedrai,
perché tu non sarai più tu.»
Atreiu rimase in silenzio, fissando il Lupo Mannaro con occhi sbarrati.

E, infine, sempre e comunque in cima alla lista e dentro il mio cuore, oggi un po’ di più:

Storia di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare, Luis Sepùlveda.

«Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall’uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l’affetto tra esseri completamente diversi.»

E quali sono i libri che raccontano la vostra infanzia?

A presto curiosi.

“L’Angolo dei Curiosi” è la rubrica di IVG a cura di Giulia Grenno per chi è desideroso di vedere, ascoltare, conoscere, ritrovarsi o dissentire. A Giulia piacciono il profumo dei libri, il rumore della puntina che tocca il vinile, il buio in sala quando sta per iniziare un film, l’odore delle cartolerie, il ticchettio della macchina da scrivere, i ritratti in bianco e nero, le prospettive diverse, fermarsi col naso all’insù.
Se ti piace almeno una di queste cose, prenditi una pausa insieme a noi
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