Provincia. “Non esiste stagione estiva e turistica senza discoteche”. È un grido forte, chiaro e univoco quello che arriva dal savonese e che racchiude tutta la voglia dei protagonisti della movida di ripartire, anche con qualche fisiologico sacrificio. Ma con la ferma volontà di non essere “discriminati” nel domino delle riaperture.
Mentre tanti, su più livelli, si sono spesi in favore di stabilimenti balneari, alberghi, bar e ristoranti, poco o niente si è parlato di discoteche che, anche comprensibilmente, non riescono a vedere una possibile ripartenza del settore turistico senza la loro presenza.
“Siamo a fine aprile, la stagione e le riaperture sono alle porte, ma nessuno ci ha ancora comunicato nulla. Quel che è certo è che le programmazioni sono in stand-by, per non dire annullate, e che sarà un’estate diversa. Ma noi ci siamo già attrezzati e siamo pronti a ripartire. Chiediamo che ci venga permesso di farlo”.
Questo il pensiero che accomuna titolari e gestori delle principali discoteche della Provincia: le Rocce di Pinamare di Andora, la Suerte di Laigueglia, le Vele di Alassio, l’Essaouira di Albenga e i Golden Beach di Albisola.

“Stiamo aspettando che il Governo chiarisca la sua posizione e la speranza è di ripartire. È ovvio che in questi mesi abbiamo patito la chiusura, perdendo, in termini economici, più di metà stagione, – ha spiegato Emanuele Mortelliti (Sumo) organizzatore di eventi all’Essaouira.
“Durante il lockdown, – ha proseguito, – non ci siamo persi d’animo e abbiamo iniziato a programmare quella che potrebbe essere la stagione estiva. Tra le ipotesi, quella di sfruttare la spiaggia a mo’ di discoteca, allestendo gazebo distanziati l’uno dall’altro con servizio personalizzato in modo da non creare assembramenti. È la discoteca che rimane un grande mistero”.
“Ma come si fa a pensare di riaprire le spiagge, che saranno gremite, con ‘budelli’ strapieni di migliaia di persone e non le discoteche?”, si chiede il titolare della Suerte dei Laigueglia e delle Rocce di Pinamare di Andora Angelo Pisella.
“Se saltano le discoteche, salta l’intera stagione. Da noi il turismo si basa molto sulle seconde case, che saranno comunque gremite. In estate Andora conta oltre 75mila persone, idem Alassio e 35mila Laigueglia. È impensabile che non venga consentito di riaprire discoteche all’aria aperta e sul mare, mentre i nostri clienti di giorno e di notte affollano i centri città e le spiagge. Sarebbe ridicolo”.

E la volontà di riaprire è accompagnata da un percorso, ancora senza linee guida, ma che le discoteche stanno già portando avanti per conto loro: “Noi, così come i colleghi, in via preventiva, ci siamo già attrezzati di dpi e scanner per la temperatura e ci siamo già mossi per studiare nuove normative di sicurezza per dipendenti e clienti. Stiamo anche testando dispositivi per sanificare tutti i luoghi chiusi, come ad esempio i bagni. È chiaro che c’è un margine di rischio e che vadano rispettate le norme, ma il rischio bisogna assumerselo se si vuole davvero ripartire”.
E un ulteriore rischio, come ha spiegato anche Niccolò Fiori, è che i giovani si ritrovino comunque, chi in piazza, chi in dehors vuoti e chi in casa, dando vita a feste private senza sicurezza né il minimo controllo.
“Siamo stati i primi a chiudere e sicuramente saremo gli ultimi a ripartire, ma ci devono permettere di farlo. Non possiamo passare in ultimo piano e ‘pagare’ per tutti, – ha dichiarato il titolare de Le Vele di Alassio, – I giovani da qualche parte si riuniranno comunque e mi chiedo se non sia meglio avere locali attrezzati che garantiscano controlli e sorveglianza e con persone che sanno gestire i problemi che derivano dal mondo della notte”.

“Io sono ottimista e convinto che, se la Fase 2 funzionerà, potremmo riaprire sfruttando i mesi di luglio, agosto e soprattutto settembre, che potrebbe essere il periodo clou di questa stagione. La gente si muoverà comunque e non lo farà certo all’estero: potremmo ancor gioire di una grande stagione. Tutto sta nel vedere come si svilupperà la Fase 2: se tutto andrà per il verso giusto, con la diminuzione dei contagi, le norme restrittive si allenteranno sempre di più. Se, viceversa, la curva dovesse risalire, allora il problema dovrà essere di tutti, non solo delle discoteche”.
Anche se dovesse “essere salvato il salvabile”, come si suol dire in questi casi, è certo che la maggior parte delle programmazioni e gli accordi in essere con grandi artisti probabilmente dovranno essere rimandati se non annullati, dando vita ad un’estate diversa dal solito e dalle premesse di inizio anno.
“Noi, come altri, ci eravamo portati avanti con tutti gli artisti, ma è tutto fermo, in standby, – ha affermato Giacomo Canale dei Golden Beach di Albisola. – Sicuramente i gradi artisti previsti, anche in caso di riapertura, non sarebbero tutti confermati e bisognerebbe riformulare la programmazione. Ma questo è l’ultimo dei problemi al momento”.
“Sono il primo che non riesce ad immaginare una discoteca con controlli della temperatura e mascherine perché i nostri locali sono sinonimo di festa, unione e interazione sociale. Ma è certo che un grandissimo, enorme successo sarebbe non perdere la stagione, anche con nuove norme e limitandola nei tempi. Poter riaprire a luglio sarebbe una grande vittoria, non solo nostra, ma di tutto il comprato turistico”, ha concluso.
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