Lettera al direttore

Quasi coetanei

Lettera agli studenti savonesi

di Mattia Lupica

Andora Primo Giorno Scuola Sacra Famiglia Aula

Cari Studenti,

chi vi sta scrivendo è un giovane (anzi: giovanissimo! Ho vent’anni. Sono uno studente, come voi, ma universitario) docente di un Istituto Comprensivo della nostra bellissima provincia.

Vi scrivo per farvi sentire quanto vi sono vicino e, soprattutto, per dirvi quanto comprendo le vostre ansie, angosce e paure, in particolare di tutti quegli studenti che a breve dovranno affrontare l’esame di Stato di maturità; un esame molto importante che ricorderete per due motivi: per l’eccezionalità della modalità con la quale verrà svolto e per il delicato momento storico che stiamo affrontando. Ma nonostante questo, visto che si tratta, per fortuna, di un periodo passeggero, vi resterà impresso, com’è rimasto impresso a tutti quelli che, prima di voi, l’hanno affrontato. Mi metto nei vostri panni e capisco bene anche una “punta” di rabbia: sarei anch’io leggermente irritato, è vero, ma non possiamo farci niente. O meglio: possiamo impegnarci a rispettare le norme che ci sono state chieste di osservare; e non imposte, poiché si tratta di norme a tutela della salute pubblica. Quello che ho detto ai miei studenti, che non sono grandi come voi maturandi, è questa: “state a casa, per favore, se volete bene a voi stessi e alle persone che amate, ai vostri amici, ai vostri parenti”. Lo sforzo a cui siamo stati chiamati, ovvero quello di accettare temporaneamente alcune restrizioni alla nostra libertà personale, soprattutto di movimento, è passeggero: vi vorrei ricordare che non sarà così per sempre, la nostra Costituzione agli artt.13 e 16 ce la garantisce, ma adesso dobbiamo accettare queste limitazioni; sono inevitabili e importanti per sopperire a tutto ciò.

Il Coronavirus non ce lo aspettavamo, nessuno avrebbe mai pensato di doversi trovare in questa congiuntura. Mi appello, quindi, al vostro senso civico, alla vostra maturità e al vostro senso del dovere di cittadini di un Paese bellissimo quale l’Italia che presto si rialzerà. E quando questo accadrà- perché verrà il momento- sarà grazie soprattutto a tutti noi e a voi.

Sono vicino anche a tutti gli atri studenti, non meno importanti dei maturandi, che frequentano le scuole di ogni ordine e grado, dalla scuola primaria alla scuola secondaria di II grado. So che anche per voi è difficile, vorreste ritornare in classe, e so che lo fareste anche domani mattina se fosse possibile. Molti dei miei studenti vorrebbero tornare tra i banchi, sentire il suono della campanella che mette inizio alla tanto amata ricreazione (e vi capisco: è piacevole rilassarsi dopo due o tre ore di matematica o di storia!), scherzare e chiacchierare con i compagni. Però non si può, almeno per adesso. Dovete, e dobbiamo anche noi docenti, rassegnarci al fatto che adesso la scuola si fa a distanza, tra le lezioni online sulle varie piattaforme e il tanto odiato e temuto registro elettronico. Mi metto nei panni di alcuni vostri docenti che non sono molto avvezzi alle varie tecnologie attualmente disponibili: non arrabbiatevi con loro, capiteli, aiutateli voi che sapete utilizzarle, mettetevi a loro disposizione. La scuola è fatta di dialogo e di rapporti interpersonali (lo so, adesso è difficile, ma ci sono lo stesso, anche se attraverso uno schermo di un computer o di uno smartphone); tutti siamo allo stesso livello, a dispetto dei ruoli occupati, e tutti siamo umani. E come tutti gli esseri umani dobbiamo renderci utili l’uno con l’altro. Voi mettete a vostra disposizione le vostre innate competenze e loro, noi, tutto il necessario per far si che il vostro percorso formativo vada avanti nel migliore dei modi. In questo periodo anche io ho aiutato molti colleghi più anziani di me, e molti colleghi studenti universitari, e mi sono messo a disposizione per supportarli. Fatelo anche voi, per favore, con i vostri docenti, perché non sono i vostri nemici e nessuno di loro vuole il vostro insuccesso. In questo periodo la parola d’ordine è ESSERE SOLIDALI gli uni con gli altri.

Il mio pensiero va anche, e soprattutto, ai più piccoli, a coloro che più di tutti, in questo momento, hanno bisogno di svago ma allo stesso tempo di aver chiaro il momento. E il mio appello è rivolto ai genitori: trovate modi alternativi per farli divertire, giocate con loro, non fate ricadere su di loro le vostre paure, fareste un grave errore; spiegate loro, in maniera anche ludica, il momento che stiamo affrontando, perché anch’essi sono protagonisti di questo periodo e di questo Paese, e perciò hanno il sacrosanto diritto di sapere.

Voglio rivolgere, infine, un cordiale saluto alla mia Preside, senza blandizia con secondi fini, complimentandomi per l’encomiabile lavoro e per l’incessante impegno e dedizione che sta mettendo nel portare avanti la “barca” ovvero la scuola.

Ragazzi, tenete duro che presto tutto questo finirà! Però avremo imparato una lezione: le piccole cose, e non voglio essere retorico, non bisogna darle mai per scontate. Sarà bello riabbracciare di nuovo quella persona che tanto ci manca- magari la nostra fidanzata o fidanzato, chissà- e riprendere con lui/lei da dove ci era lasciati
Cordiali saluti,

Mattia Lupica

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