Arrivate

I Lions donano 112 tute asettiche riutilizzabili all’ospedale di Albenga

Dopo 25 giorni di "peripezie" tra spedizioni e dogane l'ordine è finalmente arrivato dalla Cina

Albenga. Grandi sorrisi sotto le mascherine per la felice conclusione di 25 giorni di peripezie tra ordini, spedizioni e dogane: sono finalmente giunte all’Ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga 112 tute asettiche riutilizzabili dono di 6 Lions Club della zona. Capofila i Lions Club Andora Valle del Merula e Lions Club Albenga Host con 40 tute a testa, le altre dono del Lions Club Alassio Baia del Sole, Lions Club Albenga Valle del Lerrone Garlenda, Lions Club Loano Doria, Lions Club Finale Ligure – Loano – Pietra Ligure Host.

“Oltre a contribuire con iniziative singole di ogni club, sin dalle prime fasi dell’emergenza la zona (la 3C del Distretto Lions 108 Ia3) si è mossa unita per venire incontro alle esigenze del Covid Hospital – dichiara il presidente di zona, Giuseppe Ficcarelli – Potendo avvalerci come tramite del dottor Teresiano De Franceschi, primario dell’Ospedale e socio del Lions Club Albenga Host, potevamo sapere sin da subito cosa servisse, con che urgenza e se ciò che riuscivamo a reperire rispondesse agli standard di sicurezza richiesti”.

La zona aveva iniziato a reperire materiale a partire dal 15 marzo, con un totale di 420 mascherine di 3 strati in cotone, lavabili e riutilizzabili, realizzate dalla Sartoria Punti d’Autore di Albenga, quindi 2700 guanti in vinile e 2500 calzari, reperiti questi ultimi tramite i Presidenti del Loano, Jimmy Piccinini (2000 calzari) e Alassio, Valentina Perna (500 calzari) a cui sono stati donati dalla Doria Nuoto di Loano e dalla piscina comunale di Alassio. Mentre l’Albenga Host donava 10 visiere protettive e altri guanti, l’Albenga Garlenda Valle del Lerrone si occupava dei saturimetri, donati dal presidente, Mario Carminati: i contributi Lions per l’ospedale non sono una gara di solidarietà per premiare chi fa di più, ma una staffetta in cui si è coordinati anche negli sforzi singoli, cercando di gestire le risorse e di rispondere alle necessità.

Più complesso è stato l’arrivo delle tute, atteso a lungo e seguito passo passo dal presidente del Lions Club Albenga Host, Dario Zunino: “Tramite la moglie di un nostro socio, siamo riusciti ad entrare in contatto con una italiana che lavora per una ditta londinese con contatti in India e che avrebbe potuto fornirci camici in tnt. Una volta notificata la zona, la presidente del Lions Club Andora Valle Del Merula, Daniela Crivelli, ha proposto di stanziare una cifra importante, pareggiata dal mio club, e gli altri club della zona hanno a loro volta contribuito, seppur in misura ridotta, in quanto già molto impegnati economicamente da altre attività sul loro territorio: in qualche ora la cifra era già stanziata. I problemi, comuni a chiunque provi a importare materiale sanitario, sono iniziati in quel momento: l’ India ha chiuso le frontiere prima che fossero spediti i camici monouso, per cui abbiamo optato per fare arrivare dalla Cina delle tute asettiche riutilizzabili che erano subito disponibili”.

“Ci siamo confrontati con l’Ospedale, nella persona del responsabile servizio prevenzione e protezione, dottor Caocci, per avere certezza rispondessero agli standard di sicurezza – prosegue Zunino – quindi abbiamo prontamente confermato l’ordine con la spedizione più celere disponibile. Purtroppo i voli dalla Cina verso l’Italia sono rari in questo periodo, perciò i 3 giorni previsti sono diventati 14, ma vanno tenuti in considerazione anche 48 ore di fermo in dogana a causa delle procedure doganali che se sgravano dai dazi l’arrivo del materiale sanitario destinato agli ospedali; d’altra parte necessitano di una documentazione nuova e che ha confuso anche gli spedizionieri, problemi poi risolti collaborando il direttore degli Affari Legali avvocato Pipicelli ed il direttore amministrativo, dottoressa Valeri. Ecco finalmente arrivare a destinazione la spedizione il 15 aprile, ma dopo un rapido controllo ci siamo accorti i colli dovessero essere due; con il ritardo di un giorno, oggi è giunto a destinazione anche il secondo pacco. Per rimborsarci dei dazi, anticipati e non più dovuti, la ditta ci spedisce 100 mascherine chirurgiche nei prossimi giorni, ma ne seguirò la spedizione con meno patemi d’animo”.

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