L'indagine

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, 6 misure cautelari

I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Alassio hanno svolto pedinamenti, verifiche e controlli per smantellare l'organizzazione

Arresto carabinieri Alassio

Alassio. Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: è l’accusa con la quale sono state eseguite, tra Savona, Milano e Genova, sei ordinanze di misure cautelari nell’ambito di un’indagine del nucleo operativo della compagnia di Alassio. L’operazione condotta dai militari è stata ribattezzata “Versolmar”.

Le misure cautelari sono state richieste dalla Procura savonese ed emesse dal gip del Tribunale di Savona: a tutti è stato contestato di aver tratto un ingiusto profitto della condizione di illegalità degli stranieri aiutati, ai quali hanno consentito la permanenza in Italia.

I due arrestati sono una donna italiana D.P. di anni 50, domiciliata a Genova, con precedenti, formalmente disoccupata e un uomo italiano, D.N. di anni 64, domiciliato a Genova, anche lui disoccupato.

Obbligo della firma giornaliera in caserma per tre uomini: un camionista di 50, due marocchini di 47 e 49 anni e una loro connazionale di 37 anni, quest’ultima titolare di un Caf a Milano. Secondo il quadro probatorio quest’ultimi avrebbero aiutato la coppia arrestata con una serie di attività di avviamento degli stranieri che richiedevano i permessi e che venivano indirizzati in Liguria con accompagnamento e assistenza presso gli uffici della Questura, Prefettura e Comuni.

Pedinamenti, controlli e verifiche incrociate hanno consentito di smantellare l’organizzazione: marocchini, egiziani, indiani e un peruviano dovevano versare somme di denaro che variavano tra i 400 e i 600 euro, mentre un sudamericano ha dichiarato di aver corrisposto la somma di 2.500 euro.

L’indagine, iniziata due anni fa, ha consentito di accertare un introito economico di 20 mila euro a favore dell’organizzazione. Almeno una ventina i certificati indebitamente rilasciati, 18 i permessi di soggiorno rilasciati, due gli stranieri che per consentire la patente di guida italiana avevano dichiarato la loro residenza presso un’abitazione di Cisano sul Neva.

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