Lavoro e sicurezza

Fase 2, circa 2 mila lavoratori savonesi pronti a ripartire. Monito della Cgil: “No a false partenze”

Il segretario Pasa: "Regole e linee guida chiare". Integrato il protocollo sulla sicurezza

andrea pasa

Liguria. “Non dobbiamo fare nessuna gara a chi apre prima, anzi i dati sui contagi e soprattutto quelli sui decessi, non ci autorizzano a fare accelerazioni rispetto al quadro nazionale. Non e’ importante cosa e quando, ma come si riapre. Sono necessarie regole e linee guida chiare, per permettere a tutti di riaprire le proprie attività garantendo salute e sicurezza”.

Lo afferma il segretario provinciale della Cgil Andrea Pasa, in vista della Fase 2 e in attesa del nuovo DPCM del Governo che dovrà regolare la ripartenza del sistema economico e produttivo.

“La priorità ora è prepararsi per la Fase 2, imparando dagli errori, tanti, fatti nelle scorse settimane. Anticipare le scelte del Governo sulle riaperture come sta facendo la Regione Liguria è profondamente sbagliato, perché crea confusione, sovrapposizione di norme ma soprattutto poche pochissime certezze” aggiunge l’esponente sindacale.

Nel frattempo venerdì è stato integrato il Protocollo di sicurezza per la Fase 2, discusso tra sindacati, governo e associazioni datoriali. Viene confermato l’impianto del protocollo del 14 marzo scorso, ma ci sono integrazioni positive che mantengono la salute, prima condizione per la ripresa dell’attività produttiva: “Laddove non si garantirà la sicurezza e la salute non si potrà continuare a lavorare”.

“Abbiamo fatto passi in avanti e ora dobbiamo dare gambe alla sicurezza dei lavoratori e alla ripresa produttiva”.

“L’intesa verrà recepita in un dispositivo normativo. Questo ci consentirà di avere certezza ed esigibilità delle regole che abbiamo concordato. La ripresa del lavoro dovrà avvenire nella massima sicurezza, tanto che le condizioni che assicurino ai lavoratori adeguati livelli di protezione diventano un requisito cogente per riprendere o continuare a lavorare”.

“Sono state inserite regole per garantire uniformità di comportamenti nei siti con più aziende che operano nella stessa produzione e per responsabilizzare sia le aziende committenti che in appalto”.

“Per riorganizzare il lavoro, “valutare i rischi, trovare le soluzioni più idonee, garantire la prosecuzione nella massima sicurezza delle attività produttive – sarà importante il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali aziendali e dei comitati territoriali, anche e soprattutto in una provincia come la nostra , con un tessuto economico ed occupazionale già molto fragile prima dell’emergenza sanitaria. Comitati territoriali che sono inseriti nel protocollo e che avranno il compito di garantire la massima adesione allo spirito e alla lettera del protocollo stesso”.

“A Savona abbiamo condiviso, con le associazioni datoriali e la Camera di Commercio, pochi giorni fa, la necessità di condividere linee guida territoriali chiare, soprattutto per le piccole piccolissime imprese, partendo da una analisi delle tipologie di attività più o meno rischiose per calibrare al meglio gli strumenti da porre in essere. In queste tre settimane abbiamo sottoscritto come Cgil Savona oltre 1.400 accordi di sospensione in ammortizzatori sociali che interessano circa 15 mila lavoratrici e lavoratori, con artigianato, edilizia, commercio e turismo i comparti più colpiti. In Prefettura oltre 600 sono le imprese che pur non avendo i codici ATECO interessati alle attività essenziali hanno comunicato di voler continuare a produrre” precisa ancora Pasa.

“Dalle prime informazioni dovrebbero essere circa 4 milioni i lavoratori che rientreranno al lavoro dal 4 maggio nei comparti dell’edilizia, delle imprese strategiche e del comparto Automotive, per il savonese saranno circa due mila”.

“Il lavoro in sicurezza sconfiggerà il virus e rilancerà la nostra economia. Bisogna pensare subito al tema dei trasporti, al turismo e dare una risposta alle esigenze delle famiglie”.

“In tanti, troppi, nella prima fase dell’emergenza non hanno capito la gravità della situazione e le sue conseguenze. Ora tutti si sono resi conto di cosa vuol dire…” conclude il segretario Cgil.

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