Liguria. E’ in arrivo il nuovo decreto del premier Conte per la Fase 2 legata all’emergenza coronavirus: oltre alla definizione del pacchetto di misure e disposizione sul fronte della ripresa delle attività economiche e produttive, compreso il comparto turistico, arrivano le prime anticipazioni sulle scuole, che resteranno chiuse a tempo “indefinito”.
Il nuovo testo potrebbe essere annunciato già stasera, tuttavia non si esclude che l’atteso DPCM potrebbe essere varato entro martedì: ancora due giorni per ragionare al meglio con la task force del Governo sui provvedimenti da mettere in atto e rendere operativi dal prossimo 4 maggio.
Sulle scuole e gli asili sembra però confermata la chiusura per tutto l’anno scolatico, l’estate e sarebbe anche a rischio una riapertura per il mese di settembre. Tra i punti più delicati da affrontare quello relativo alla fascia di età da 0 a 3 anni, per la quale si prospetta una chiusura prolungata, forse per tutto il 2020.
Quanto al fondamentale e necessario rispetto del distanziamento sociale, ecco le due ipotesi: la prima sarebbe quella di dividere una classe in due gruppi, alternando la presenza ‘fisica’ e quella online. La seconda, invece, sarebbe quella dei due gruppi, uno alla mattina e un altro al pomeriggio.
Tra le novità del decreto, dovrebbe essere confermato l’uso obbligatorio delle mascherine dal 4 maggio, con il problema di avere un adeguato approvigionamento e ricambio.
Tornando, invece, all’economia e ai settori produttivi, dovrebbero ricominciare a lavorare i settori manifatturiero e quello delle costruzioni legato all’edilizia, mentre si potrebbe attendere altre due settimane per l’apertura dei negozi, al fine di monitorare ulteriormente la curva epidemiologica, così come per parrucchieri ed estetisti.
Infine, pare che il nuovo DPCM conterrà regole alquanto severe per quanti non rispetteranno le disposizioni della riapertura, con riferimento alla indispensabile sicurezza sanitaria: potrebbe essere prevista la sospensione dell’attività per chi non osserverà le nuove normative. E da questo punto di vista dovrebbero essere le Prefetture locali a coordinare e sviluppare l’apparato dei controlli.