Da rivedere

Decreto Liquidità, albergatori e balneari: “Non è lo strumento idoneo da solo a salvare il turismo”

"Servono misure straordinarie e non nuove corse all’indebitamento"

albergo chiavi

Liguria. “Il nuovo decreto legge Liquidità non è lo strumento idoneo da solo a salvare il turismo”. Lo affermano, in una nota congiunta, il presidente provinciale di Federalberghi Savona Andrea Valle, il presidente di Faita Liguria Barbara Bugini, il presidente dell’Unione Provinciale Albegatori Angelo Berlangieri, il presidente del Sib Liguria Enrico Schiappapietra.

“Dopo la caduta di ponti, strade e gallerie, alluvioni e fenomeni meteorologici che hanno evidenziato la fragilità del nostro territorio arriva la pandemia da Corona virus. Il 31 gennaio il governo proclama lo stato di crisi fino al 31 luglio. A partire da quella data in un mese l’epidemia esplode e nel tentativo di fermare il contagio si prendono una serie di misure di intensità sempre crescente fino ad arrivare al lockdown generale”.

“Oggi le nostre imprese, imprese del turismo, si trovano in grave difficoltà di sopravvivenza, i titolari delle attività si interrogano su quale sarà il quadro della ripresa e intanto con sconforto guardano a quello degli aiuti: nessun finanziamento diretto o a fondo perduto, nessuna previsione di riduzione di tasse e imposte nazionali e locali se non proposta di posticipazione della scadenza (comunque entro fine 2020) , sospensione di versamenti Iva, ritenute, contributi e premi Inail per i mesi di aprile e maggio con versamento a partire da giugno 2020. Per aziende turistiche che hanno un lavoro a carattere stagionale e che come tali hanno già perso almeno il 30% del fatturato saltando la primavera , che hanno perso un 50% del fatturato dell’anno per effetto della perdita di clientela straniera, che scontano ogni giorno il macigno delle disdette giornaliere legate al fattore incertezza, sanitario ed economico, che caratterizzerà il quadro sociale dei prossimi mesi , questi provvedimenti non solo non sortiscono un sollievo economico ma diventano un motivo ulteriore di preoccupazione circa l’ incapacità di sopportazione del momento e della relativa sopravvivenza”.

“Anche il decreto Liquidità da cui si aspettava il sostegno promesso non offre, in realtà, l’opportunità di ripresa sperata a meno che, stravolgendo le regole della razionalità e i criteri di economicità d’impresa, non si voglia pensare che far fare debiti di funzionamento possa diventare un volano per l’economia della regione e del paese nei prossimi anni. Le previste misure di garanzia prestata dallo Stato a fronte dell’erogazione di finanziamenti a tassi variabili (si stima al max al 2%) definiti dagli istituti bancari sulla base di procedure normali di valutazione del rating dell’azienda in un momento in cui di normale non c’è nulla, non è l’aiuto che speravamo. Accettare l’indebitamento oggi per pagare tasse nazionali e locali, stipendi, contributi e spese correnti , rivedere il quadro affidativo (a tasso magari anche agevolato ma comunque non a costo zero) aggravandolo per ottenere la liquidità necessaria a compensare l’ enorme perdita di fatturato aiuterà sicuramente a bypassare il 2020 ma destabilizzerà la salute economica delle nostre aziende nei prossimi anni e sicuramente influirà negativamente sulla capacità di investire delle nostre imprese per i prossimi 6/8 anni con la conseguenza gravissima di non essere in grado al momento della ripresa di soddisfare quei requisiti di qualità e modernità che il mercato ci impone per rimanere competitivi e quindi ‘vivi’”.

Le categorie chiedono “un aiuto concreto che si manifesti senza indugi con diverse mirure. Tra queste l’azzeramento immediato dell’Imu per il 2020, con riduzioni del 70% nel 2021 e del 50% nel 2022 del suo valore, associato all’obbligo per i proprietari d’immobile che non sono anche gestori delle imprese di scorporare dai contratti di affitto (anche quelli di affitto d’azienda) i valori di Imu non pagati nel 2020, 2021 e 2022. Ancora: l’azzeramento immediato della Tari per il 2020 per tutti i periodi di chiusura dell’attività e riduzione delle tariffe per gli eventuali periodi di apertura proporzionale alle presenze effettive. Serve lo stanziamento di un fondo ammortamento funzionale al ristoro delle perdite di fatturato, irrecuperabili e potenzialmente letali per tante imprese mediante il rimborso del calo di fatturato subito nel 2020 rispetto al 2019. Occorre un sostegno a chi è in affitto: scorporo obbligatorio dal contratto di affitto dell’Imu non pagata nel 2020,2021 e 2022 dai proprietari degli immobili; credito d’imposta a favore dell’affittuario del 60% del valore della locazione dovuta nel 2020 e nel 2021. Occorre prevedere detrazioni delle spese sostenute per le vacanze trascorse in Italia a sostegno della domanda italiana di vacanza”.

“E’ chiaro che lo tsunami che sta travolgendo le nostre aziende e di conseguenza le nostre famiglie non risparmierà la forza lavoro , i nostri dipendenti e collaboratori che per noi sono una componente fondamentale economica ed affettiva delle nostre imprese/famiglie aggravando le conseguenze che il virus si porterà dietro con il suo allontanamento. Ed è nel tentativo disperato di salvaguardare la forza lavoro, la dignità delle persone che sono pronte a ripartire con noi, che chiediamo di attuare per la stagione 2020 un programma di contribuzione figurativa che permetterebbe alle persone di lavorare percependo uno stipendio pieno, allo Stato di evitare di dover provvedere ad un grande esborso per compensare il disagio sociale che provocherebbe la perdita di ulteriori posti di lavoro (che comunque non sarebbe compensato dal pagamento di contributi) e alle aziende di ripartire con la possibilità di mantenere il livello qualitativo più possibile allineato a quello delle aspettative. E occorre reintrodurre l’utilizzo di voucher con funzione tampone per far fronte a quella incertezza che caratterizzerà la stagione 2020 da usare a fronte dell’ andamento imprevedibile delle presenze”.

Il monito è chiaro: “Se la situazione non dovesse cambiare e quindi il quadro degli aiuti economici rimanesse invariato e se non si prevedesse una forma di aiuto e sostegno al lavoro, a fronte della incertezza del quadro sanitario e socio economico saremo costretti a non riaprire per la stagione 2020”.

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